Ubuntu Linux arriva sugli smartphone dal 2014. Ecco com'è

Canonical ha annunciato Ubuntu Phone OS per smartphone. Dalla fascia bassa a quella alta, è potenzialmente compatibile con tantissimi terminali che oggi hanno Android. Tra applicazioni native e web, scopriamo insieme un nuovo sistema operativo mobile che si aggiunge a una folta schiera.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Ubuntu arriverà sugli smartphone, basati sia su architettura Intel x86 che ARM, all'inizio del 2014. Non ci sono ancora i nomi dei produttori che hanno deciso di abbracciare la variante mobile della famosa distribuzione Linux, ma l'annuncio già di per sé fa scalpore.

Canonical ha da poco svelato un nuovo tassello nella sua offensiva per guadagnare spazio nel prezioso settore mobile. Una proposta che si presenta per catturare clienti di ogni tipo, da quelli del settore enterprise fino a quelli che usano il telefono per compiti basilari come chiamare, mandare SMS e poco più. Insomma, una soluzione per tutti.

La software house non ne fa certo un mistero e parla di due segmenti principali per il proprio sistema operativo, conosciuto come Ubuntu Phone OS: i superphone di fascia alta e i terminali di fascia bassa. Ubuntu sarà quindi in grado di scalare su vari tipi di hardware, praticamente tutti i prodotti Android recenti.

Il kit di sviluppo QML è già disponibile, mentre un'immagine dedicata a un prodotto molto noto, il Galaxy Nexus, sarà distribuita tra qualche settimana. Il sistema operativo è realizzato attorno al kernel e ai driver Android, ma non usa una Java Virtual Machine (JVM), e questo secondo gli sviluppatori assicura velocità, reattività e capacità di sfruttare al meglio tutte le risorse hardware. Stando alle attuali informazioni, Ubuntu Phone OS non farà girare le app sviluppate per l'OS mobile di Google.

L'interfaccia è caratteristica. Canonical parla di "Edge magic", cioè di un controllo semplice grazie a swype da tutti e quattro i bordi dello schermo per trovare contenuti e passare tra le applicazioni più velocemente rispetto ad altri ambienti. I controlli appaiono solo quando servono, l'applicazione di ricerca è globale, si possono impartire comandi con gesture e voce in ogni applicazione.

Quest'ultime possono essere realizzate sia in codice nativo e che in linguaggio HTML5, e confluiranno (ovviamente) in un negozio digitale. La Welcome Screen - che molti di noi conoscono come lock screen - mostra avvisi e notifiche come altri sistemi operativi.

Una funzione interessante riguarda la barra di stato (che può scomparire), dove troviamo le icone che consentono di vedere le informazioni sulla connettività, l'autonomia, etc. Grazie a un gesto sarà possibile espandere queste icone per ottenere maggiori informazioni.

Requisiti Entry level Ubuntu smartphone High-end Ubuntu "superphone"
Architettura Cortex A9 1 GHz Quad-core A9 o Intel Atom
Memoria 512MB - 1GB Min 1GB
Archiviazione 4-8GB eMMC + SD Min 32GB eMMC + SD
Multi-touch
Convergenza desktop No

Non mancano infine i servizi di Canonical come quello cloud, One e tanti altri. L'obiettivo di Ubuntu è molto "semplice": portare la stessa esperienza e tutte le applicazioni su ogni dispositivo, che sia un telefono, un notebook, desktop, una TV o un tablet. In una parola: convergenza. 

È per questo che Ubuntu 14.04 (aprile 2014) sarà disponibile in un'unica immagine in grado di girare su diversi prodotti. Inoltre potrete collegare il telefono a una dock con tastiera e mouse per avere un'esperienza PC. Qualcosa che se andiamo bene a vedere, i colossi dell'industria faticano a offrire, oggi come oggi.

Quel che ci si può subito chiedere - mentre vi invitiamo a vedere i due video all'interno della notizia per farvi un'idea più precisa del sistema operativo - è se in un mercato con iOS, Android, Windows Phone, BlackBerry, Firefox OS, Tizen e Sailfish, ci sia spazio anche per Ubuntu Phone OS, senza contare l'altro progetto parallelo "Ubuntu for Android". Inoltre, il 2014 è lontano. Qualche dubbio sul successo dell'iniziativa di Canonical lo nutriamo, ma vi giriamo la domanda: cosa ne pensate?