Il dibattito sul crossplay di Battlefield 6 ha subito una svolta inaspettata che ha lasciato molti giocatori console delusi. Dopo le prime dichiarazioni che facevano sperare in una modalità di gioco esclusiva tra PlayStation e Xbox, escludendo i PC, Electronic Arts ha dovuto fare marcia indietro chiarendo definitivamente come funzionerà il sistema multiplayer cross-platform. La questione tocca uno dei nervi scoperti della community: la battaglia infinita contro i cheater che affligge principalmente l'ecosistema PC.
La confusione delle dichiarazioni iniziali
Le aspettative dei fan erano state alimentate da un'intervista rilasciata da Matthew Nickerson, senior combat designer, e Christian Buhl, direttore tecnico del gioco, che aveva fatto pensare a una possibilità di crossplay "pulito" tra console. Eurogamer aveva inizialmente riportato che i giocatori di PlayStation e Xbox avrebbero potuto sfidarsi senza la presenza di utenti PC, una notizia che aveva entusiasmato molti.
Tuttavia, la successiva precisazione di EA ha spento questi entusiasmi. La realtà è più complessa e meno flessibile di quanto inizialmente comunicato.
Come funzionerà davvero il crossplay
Il sistema implementato in Battlefield 6 seguirà una logica di priorità piuttosto rigida. Quando il crossplay è attivato, PlayStation e Xbox avranno la precedenza nel matchmaking, ma i giocatori PC verranno comunque aggiunti per completare le lobby quando necessario. Si tratta di un compromesso che cerca di bilanciare tempi di attesa e preferenze dei giocatori.
La delusione maggiore arriva però dalla modalità crossplay disattivato: in questo caso, ogni piattaforma rimane completamente isolata. Non esistono quindi vie di mezzo o opzioni selettive che permettano di creare gruppi misti tra console escludendo i PC.
La piaga del cheating e le contromisure
Christian Buhl ha affrontato direttamente l'elefante nella stanza: il problema del cheating su PC che spinge molti giocatori console a evitare il crossplay. "Ovviamente, il cheating è molto più diffuso su PC che su console, ma stiamo investendo molto sforzo nel combattere i cheater," ha spiegato il direttore tecnico.
Le contromisure annunciate includono l'implementazione del secure boot e Javelin, il nuovo sistema anti-cheat proprietario di EA che sarà obbligatorio per giocare. L'azienda ha costituito team dedicati che includono ingegneri e analisti specializzati nel monitoraggio e nella rimozione dei giocatori scorretti.
Tuttavia, Buhl è stato onesto sui limiti di queste misure: "Non potremo mai vincere contro i cheater. Saranno sempre presenti, è un gioco del gatto e del topo che non finisce mai." La promessa è quella di essere "estremamente aggressivi" nella lotta, considerandola cruciale per la salute del gioco.
Le implicazioni per la community
Questa decisione riflette le sfide tecniche e logistiche del gaming moderno cross-platform. Mentre altri titoli hanno sperimentato soluzioni più flessibili, EA ha optato per un approccio più conservativo che potrebbe non soddisfare completamente nessuna delle parti in causa.
Per i giocatori italiani, abituati a comunità più ristrette rispetto al mercato anglosassone, la questione dei tempi di matchmaking potrebbe essere ancora più rilevante, rendendo il crossplay una necessità pratica più che una semplice preferenza.
Battlefield 6 arriverà il 10 ottobre su PS5, Xbox Series X/S e PC, portando con sé questo sistema di crossplay che dovrà dimostrare la sua efficacia sul campo di battaglia digitale.