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Pro
- Multiplayer fantastico, sia a livello di contenuti che a livello ludico
- Graficamente e tecnicamente di altissimo pregio
- Sound design sbalorditivo
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Contro
- Campagna molto deludente
- Qualche bilanciamento è ancora necessario
- Il design delle mappe non piacerà a tutti
Il verdetto di Tom's Hardware
Il franchise che ha definito i conflitti su larga scala nei videogiochi attraversa una fase cruciale della sua esistenza. Battlefield 6 arriva carico di aspettative dopo il controverso capitolo precedente, promettendo di riconquistare il trono che un tempo apparteneva indiscutibilmente alla serie DICE.
Ormai lo sappiamo, la community aveva perso fiducia dopo il disastroso lancio di Battlefield 2042, lasciando spazio a uno scetticismo che si è protratto per anni. Ora, con questo nuovo episodio, la domanda è se il gigante ferito possa davvero rialzarsi e tornare a dominare il mercato degli sparatutto online.
L'online che fa battere il cuore
Il vero protagonista di questa produzione risiede nell'esperienza multiplayer, dove DICE dimostra di aver finalmente compreso gli errori del passato. Il ritorno alle origini è evidente fin dai primi minuti di gioco, con l'abbandono definitivo degli Operatori stravaganti e delle mappe dispersive che avevano snaturato l'identità del franchise.
La guerra torna ad essere cruda, realistica e profondamente tattica. Il ripristino del sistema di classi rappresenta una delle scelte più apprezzabili: Assalto, Geniere, Supporto e Ricognitore ritornano protagonisti, ciascuna con ruoli ben definiti che incentivano la collaborazione tra i membri del team.
Le nove mappe disponibili al lancio segnano una svolta progettuale importante. DICE ha optato per arene di dimensioni medie, studiate appositamente per garantire densità negli scontri e azione costante. L'era delle lande desolate dove si camminava per minuti senza incontrare nemici è definitivamente tramontata.
Questa scelta non convincerà tutti i veterani, ma risulta vincente nell'economia generale dell'esperienza. L'azione è incessante, ogni momento trascorso in partita ha significato e peso tattico. L'unica nota critica riguarda una certa monotonia tematica, con una predominanza di ambientazioni urbane che limita la varietà strategica.
Nuove dinamiche di gioco
La modalità inedita Escalation rappresenta forse l'aggiunta più riuscita dell'intero pacchetto. Concettualmente simile a Conquista, introduce elementi dinamici che trasformano radicalmente l'approccio strategico: mantenere il controllo della maggioranza delle bandiere fa scattare un timer che, una volta completato, assegna punti cruciali al team.
Dopo ogni punto conquistato, l'area di gioco si restringe progressivamente, i punti di controllo diminuiscono e la battaglia diventa sempre più intensa e claustrofobica. Questa meccanica elimina i tempi morti e spinge verso un'azione costante, premiando il gioco di squadra organizzato.
Il feeling delle armi subisce una trasformazione significativa. Il Time-to-Kill è stato drasticamente ridotto, rendendo gli scontri a fuoco più immediati e letali. La mobilità del soldato risulta più fluida, con l'inclusione di movimenti come la scivolata e la possibilità di correre da abbassati.
Questa accelerazione del gameplay, che avvicina sensibilmente l'esperienza al feeling di Call of Duty pur mantenendo la scala epica tipica di Battlefield, potrebbe dividere i fan più accaniti. Tuttavia, il gunplay risulta reattivo, preciso e incredibilmente soddisfacente.
Innovazioni tattiche
Nuove meccaniche arricchiscono il ventaglio di opzioni strategiche disponibili. Spicca la possibilità di trascinare un compagno ferito dietro una copertura prima di iniziare la rianimazione, una piccola aggiunta che cambia radicalmente le dinamiche di sopravvivenza sotto pressione nemica.
Gadget come scale da corda per creare accessi verticali e barriere mobili per fortificare posizioni ampliano ulteriormente le possibilità tattiche. Questi elementi, combinati con il glorioso ritorno del motore Frostbite come elemento di gameplay attivo, creano un ecosistema strategico ricco e variegato.
La distruttibilità ambientale raggiunge nuove vette sia estetiche che funzionali. Non si tratta più solo di abbattere muri con esplosivi: è possibile far crollare intere facciate di palazzi per seppellire veicoli nemici, demolire ponti per tagliare vie di fuga o radere al suolo coperture per esporre i difensori.
Eccellenza tecnica e sonora
Sul versante tecnico, il lavoro degli sviluppatori risulta encomiabile. La versione PC testata dimostra un'ottimizzazione quasi perfetta: con una configurazione di fascia media (RTX 3070 Ti), il titolo mantiene stabilmente oltre 60fps in Quad HD con impostazioni massime e DLSS attivo, anche nelle situazioni più caotiche.
Il sound design rappresenta probabilmente il nuovo punto di riferimento del genere. Con un impianto audio di qualità, l'esperienza si trasforma completamente: ogni arma possiede un suono distintivo, le esplosioni hanno peso e profondità fisica, mentre il sistema audio posizionale permette di identificare con precisione ogni minaccia.
Il sibilo dei proiettili, il rombo delle esplosioni che si propagano diversamente tra ambienti aperti e chiusi, le comunicazioni radio sovrapposte alle urla concitate: una vera sinfonia di guerra che garantisce un'immersione totale.
Il tallone d'Achille della campagna
Purtroppo, non tutto brilla in questa produzione. La campagna per giocatore singolo rappresenta un fallimento quasi completo, un'esperienza deludente per chi si aspettava standard qualitativi elevati.
Le vicende travagliate dello sviluppo, culminate con lo smantellamento del team guidato da Marcus Lehto, traspaiono in ogni momento. Il risultato è un contenuto assemblato frettolosamente, privo di visione artistica e narrativa coerente.
La premessa narrativa rivela immediatamente questa debolezza strutturale. "Pax Armata", una compagnia militare privata che attrae nazioni fuoriuscite dalla NATO per poi ribellarsi agli Stati Uniti, rappresenta un tentativo maldestro di evitare controversie geopolitiche, svuotando però il conflitto di ogni significato storico.
I personaggi sono gusci vuoti, archetipi senza personalità che scambiano dialoghi dimenticabili. L'antagonista risulta talmente blando da essere quasi trasparente, incapace di generare la minima tensione narrativa.
Sul piano ludico, la campagna tenta qualche variazione con missioni stealth, sezioni veicolari e scenari sandbox, ma la durata esigua di 5-6 ore e la povertà produttiva generale compromettono ogni tentativo di redenzione. L'intelligenza artificiale nemica è imbarazzante, con soldati che si limitano a correre verso il giocatore o rimanere immobili dietro coperture inadeguate.
La discrepanza tra la fedeltà grafica degli ambienti e la povertà delle scene d'intermezzo risulta stridente, con dialoghi privi di motion capture e personaggi dagli occhi vitrei che parlano senza espressività.