Combattimenti, no grazie

Recensione di Mirror's Edge Catalyst, il gioco d'azione in prima persona che vi mette nei panni di un'eroina esperta di parkour, alle prese con una società opprimente.

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a cura di Tom's Hardware

Combattimenti, no grazie

Un'altra novità di Mirror's Edge Catalyst è l'assenza di scontri a fuoco. DICE ha deciso di abbandonare uno degli elementi più controversi del primo Mirror's Edge, le sparatorie, per far posto a un nuovo sistema di combattimenti basati esclusivamente su attacchi corpo a corpo leggeri e pesanti. I primi fanno pochi danni e permettono di proseguire la propria corsa mentre i secondi sono calci che si possono direzionare per far barcollare i nemici e farli cadere giù dai tetti e sbattere contro gli elementi dell'ambiente o contro altri agenti, aumentando i danni.

Mirror's Edge Catalyst (17)

A tutto questo bisogna aggiungere un pulsante deputato alla schivata, che permette di girare intorno ai nemici o di arretrare per evitare i loro attacchi. Il sistema sulla carta dovrebbe permettere di avere scontri rapidi basati sui movimenti ma la realtà è ben diversa.

L'IA dei nemici è infatti semplicemente disastrosa e per stendere gli avversari ci vuole ben più di un semplice calcio in faccia, soprattutto nelle fasi avanzate del gioco, quando dovrete fare i conti con agenti in tenuta d'assalto. I potenziamenti del ramo delle abilità "combattimento" permettono di sbloccare qualche mossa aggiuntiva e di fare più danni, ma senza migliorare la sensazione di noia e di frustrazione che si avverte durante gli scontri.

Un altro elemento dei combattimenti è il riempimento della barra Focus, una sorta di scudo che si ricarica correndo e compiendo movimenti e altre azioni, senza interruzioni. Il sistema però fa acqua da tutte le parti, perché durante le fughe sui tetti conviene continuare a correre limitandosi agli attacchi leggeri per disorientare gli avversari senza interrompere la propria corsa.

In alcune occasioni tuttavia il gioco vi obbliga a combattere contro le forze nemiche e ad eliminare ogni minaccia prima di proseguire con la storia e non faccio fatica ad ammettere che questi sono i peggiori momenti di Mirror's Edge Catalyst. Per scampare a queste situazioni bisogna infatti correre in giro per l'ambiente cercando di accumulare un po' di scudo per sopravvivere agli attacchi nemici, ricordandosi di stendere qualche nemico di tanto in tanto, possibilmente senza subire troppi colpi.

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Il tutto si traduce in un folle e frustrante misto fra "ce l'hai" e "nascondino", che da solo riesce quasi a rovinare quanto di buono fatto dal team di DICE negli altri aspetti del gioco. Inutile dire che bisogna persino "impegnarsi" per superare questi momenti e che finendo all'altro mondo bisognerà ricominciare tutto da capo.

In fase di recensione ho dovuto ripetere uno di questi scontri tre volte, con tanto d'imprecazioni e sospiri di rassegnazione dopo i KO, e ancora oggi ho la sensazione di avere superato quelle sessioni di gioco più con la fortuna che con la mia abilità. Un vero peccato, visto che la premessa di sferrare potenti calci correndo sui muri e saltando da piattaforme elevate è divertente.

Le uniche "gratificazioni" (le virgolette sono d'obbligo) che arrivano dai combattimenti giungono negli sporadici scontri uno contro uno, in cui potete prendervi gioco dell'IA avversaria per condurre il vostro nemico alla morte nel modo che desiderate, con tanto di animazione speciale in terza persona per enfatizzare il colpo di grazia.

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A difesa di DICE c'è da dire che il team ha provato a prendere i combattimenti di Mirror's Edge, fra gli aspetti peggiori del primo capitolo, e migliorarli. Purtroppo sotto questo aspetto la missione è fallita e se la saga vorrà evolversi in qualcosa di meglio bisognerà pensare a qualcosa di nuovo, ancora una volta. Chissà, magari prendendo ispirazione dalla serie di Batman Arkham e adattando l'ottimo sistema di combattimenti ideato da Rocksteady a una visuale in prima persona, e per spiegare i proiettili che fanno poco o nulla a Faith si potrebbero tirare in mezzo le nano macchine. Detto, fatto!