Crytek nei guai: Ryse 2 cancellato e licenziamenti di massa

Continuano le indiscrezioni sui guai finanziari di Crytek, che avrebbero portato al cancellamento del sequel di Ryse: Son of Rome e al licenziamento di decine di dipendenti.

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a cura di Roberto Caccia

La telenovela di Crytek prosegue e dopo le prime indiscrezioni sulla pessima situazione finanziaria dell'azienda emergono nuovi dettagli su licenziamenti e sulla cancellazione di progetti.

Tutto è cominciato con un articolo della rivista tedesca GameStar, che aveva parlato dei problemi finanziari di Crytek nati in seguito al flop di Ryse: Son of Rome e al basso tasso d'adozione del CryEngine. Successivamente Crytek ha smentito queste indiscrezioni, etichettandole come pettegolezzi, ma la situazione è lontana dall'essere chiara.

Eurogamer riporta infatti che più di 30 dipendenti di Crytek UK hanno lasciato lo studio fin dall'inizio dello sviluppo di Homefront: The Revolution, cominciato nel 2011. La lista include membri del personale con ruoli chiave nella divisione artistica, del design e della programmazione del team di sviluppo.

Kotaku parla invece di stipendi non pagati e di circa 100 dipendenti che avrebbero abbandonato l'azienda a marzo. Una situazione che ha provocato la cancellazione di diversi progetti, inclusi alcuni nuovi titoli e un sequel di Ryse: Son of Rome.

Secondo la testimonianza dei dipendenti di Crytek che hanno contattato Kotaku, mentre lo staff aspettava gli stipendi Avni e Cevat Yerli, cofondatori della software house, continuavano imperterriti ad andare al lavoro in Ferrari e a spendere soldi per lussuose poltrone per l'ufficio e voli di prima classe per i dirigenti dell'azienda.

Non finisce qui, visto che alcuni dipendenti di Crytek UK affermano di aver ricevuto una riduzione del 30/40 percento dello stipendio, mentre altri parlano di diversi mesi senza ricevere lo straccio di un soldo. Infine si parla anche dell'imminente partenza di Karl Hilton, direttore di Crytek UK e cofondatore di Free Radical (acquisito e trasformato in Crytek UK nel 2009).

Il quadro dipinto da queste informazioni non è affatto roseo e gli impiegati non esitano a parlare di mancanza di fiducia nei confronti della dirigenza e di scelte sbagliate, come la strategia di dedicarsi ai titoli free-to-play e ai MOBA.

"Al posto di concentrarci sui punti di forza dell'azienda, come il CryEngine e titoli innovativi per PC, siamo semplicemente saltati su ogni grossa moda del settore. Peccato che ogni volta che l'abbiamo fatto, eravamo in ritardo e stavamo inseguendo la concorrenza. Non c'è un'identità e penso che questa cosa sia frustrante per lo staff e anche per i fan", ha dichiarato un dipendente di Crytek ai colleghi di Kotaku. Per ora solo una cosa è certa: la telenovela continua.