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Pro
- Hardware realizzato benissimo sia internamente che esternamente
- Ottime migliorie incrementali in termini di design
- Performance e consumi incredibili
- Le tecnologie di NVIDA permettono di superare la "prova del tempo" con maggiore tranquillità
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Contro
- Si poteva fare di più con il display
- Spazio di archiviazione troppo piccolo
- Alcune plastiche risultano troppo delicate
- Autonomia
Il verdetto di Tom's Hardware
Con Nintendo Switch 2 quello che ci troviamo fra le mani è un hardware costruito con una cura certosina, al quale si possono appuntare, sicuramente, alcune imperfezioni ma che non può, e non deve, essere considerato obsoleto. Switch 2 è una console molto più matura rispetto al precedente modello, che mostra una evidente crescita di Nintendo e una maggiore consapevolezza sui compromessi necessari per realizzare un prodotto che regga meglio la "prova del tempo". Sul versante di hardware, consumi, prestazioni ed efficienza siamo su valori altissimi, mentre ci sono alcune sbavature evidenti nella realizzazione che, assieme ad alcune scelte ben ponderate ma difficili da comprendere per l'utenza, faranno storcere il naso ad una determinata parte di utenti. Al momento, però, tutto si può dire tranne che Nintendo non abbia svolto un ottimo lavoro, quindi... non chiamatela "downgrade".
Informazioni sul prodotto

Nintendo Switch 2
Switch 2 è la nuova console Nintendo che stravolge il passato e offre performance incredibili rispetto al precedente modello.
Non c'è niente da fare! Viviamo in un mondo di aspettative distorte. Dove l'arrivo di ogni nuova iterazione di un prodotto di successo (sia una console da gioco, un componente hardware o uno smartphone) deve tassativamente portare con se due caratteristiche importantissime: un design stravolto in ogni sua parte (e con funzionalità realisticamente irrealizzabili al giorno d'oggi) e un prezzo talmente basso da essere irrealistico. A nulla servono le analisi di chi questo lavoro lo fa da anni, che spiegano nel dettaglio "il perché e il percome" un prodotto sia costruito in un certo modo, segua una certa visione e, soprattutto, proponga un rapporto qualità/prezzo corretto, la visione generle (almeno di una determinata bolla di consumatori) è oramai viziata da opinioni senza fondamento, tanta disinformazione e un mercato invaso di device che propongono (solo sulla carta) caratteristiche tecniche improbabili per il prezzo a cui sono venduti.
Non stupisce, quindi, l'accoglienza che si è percepita, da una certa parte di utenza, nei confronti di Nintendo Switch 2, una console che, al netto di qualche sbavatura che verrà sicuramente corretta nelle prossime revisioni, mostra chiaramente la nuova direzione intrapresa dal Colosso di Kyoto con il suo hardware. Una visione che si distacca dall'immaginario che i giocatori di vecchia data hanno maturato nel corso degli ultimi 40 anni (fatto di generazioni di console che si distaccano nettamente con il passato) e che abbraccia una filosofia più attuale, fondata sulla continuità e sul creare un ecosistema in costante evoluzione. Insomma una direzione che, per usare parole semplici, ricorda più il settore degli smartphone che quello delle console da gioco.
Bastava osservare l'evoluzione in corsa fatta dall'azienda in seguito all'enorme successo della prima Switch, costellata di revisioni dello stesso prodotto, più efficienti e con caratteristiche migliori, che riportano alla mente le migliorie incrementali che si vedono di anno in anno negli smartphone top di gamma di Samsung e iPhone, per rendere maggiormente realistiche le proprie aspettative in vista del reveal della console. Nintendo Switch 2, piaccia o no, incarna esattamente quello che era necessario dalla nuova interazione di una delle console più vendute al mondo e in quest'analisi vi spiegherò perché, a netto di qualche sbavatura importante, il Colosso di Kyoto, questa volta, ha fatto davvero bene i compiti a casa.
Un unboxing conservatore
Fin dal primo impatto con la scatola di Nintendo Switch 2, ci si sente a casa e laddove un gamer di vecchia data, probabilmente, storcerà il naso di fronte a così pochi cambiamenti estetici, il lavoro svolto da Nintendo fa una dichiarazione d'intenti molto precisa prima ancora di far aprire la confezione al consumatore: Nintendo Switch 2 non rompe con il passato, non cancella con un colpo di spugna la precedente Switch e, almeno per il momento, prende semplicemente il posto di console più potente e attuale nella line-up di Nintendo. Lo si capisce anche dall'assenza, ufficiale per lo meno, di un taglio dei prezzi nel listino di Nintendo Switch, ma soprattutto lo si comprende quando si nota quell'attenzione alla retrocompatibilità che non si limita soltanto alla ludoteca della precedente console, ma abbraccia anche la quasi totalità degli accessori... ma di questo ne parleremo dopo.
Aperta la confezione di Nintendo Switch 2 troviamo esattamente quello che ci si aspetta: console, Joy-Con 2, Dock, blocco alimentatore, impugnatura per usare i controller quando la console e collegata al dock, pattini per sfruttare la modalità mouse e i cavi per connettere il dock a un monitor e ricaricare la console. Niente di più niente di meno.
Si poteva fare di più? Forse si, magari integrando l'impugnatura, venduta separatamente, che offre i pulsanti posteriori programmabili e permette di ricaricare i Joy-Con 2 attraverso un cavo USB-C e aggiungendo una pellicola proteggi schermo come quella che affianca la custodia ufficiale. Per quanto sembrino inezie, l'inserimento di questi due accorgimenti avrebbe dato quella sensazione di maggiore attenzione al consumatore in virtù di un costo della console più alto rispetto al passato (e da molti non accettato) di 469€ (al netto delle varie offerte che si possono trovare in giro per l'Europa).
Trattando subito uno dei numerosi elefanti presenti nella stanza, il prezzo di Nintendo Switch 2 è "quasi" congruo con quello che ci si poteva aspettare. Pensare che venisse venduta a 399€ era folle da un punto di vista strettamente commerciale, per quanto non vi nego che il suo prezzo "giusto" sarebbe stato proprio quello, ma vederla sugli scaffali a 439€ (ovvero 110€ in più rispetto al modello "base" della prima Switch) sarebbe stato molto più bilanciato (non a caso le prime offerte spuntate in fase di pre-ordine la proponevano esattamente a quel prezzo), restano comunque da considerare quei numerosi fattori (che non stiamo di nuovo qui a elencare), che hanno portato le console di attuale generazione a subire diversi aumenti di prezzo, rispetto ai tradizionale abbassamenti, nel corso degli ultimi 5 anni... motivo per il quale il prezzo, per l'appunto, può essere considerato quasi congruo per il settore delle console.
Due paroline in merito alla compatibilità dell'alimentatore
Negli ultimi giorni, sul web è apparsa la notizia che Switch 2 permette di essere alimentata esclusivamente con il caricatore originale. La verità, però, è leggermente diversa. Switch 2 richiede un alimentatore da minimo 45W per essere caricata alla velocità standard (in realtà potete usare qualsiasi alimentatore da 5 Volt ma i tempi di ricarica si allungheranno drasticamente), mentre per alimentare il Dock sono richiesti tassativamente 60W, ma non per forza l'alimentatore originale realizzato da Nintendo.
Costruzione e caratteristiche tecniche
Nintendo Switch 2 appare abbastanza diversa da distinguersi dal modello precedente, senza però stravolgerne il design in maniera, immediatamente, evidente. La peculiarità di questa nuova iterazione è che, al netto di una prima impressione tiepida, più si spende del tempo con questa console e più si notano le differenze in maniera sempre più evidente, specialmente se si decide di ritornare su una Switch modello OLED per fare qualche breve comparazione.
Si tratta di un upgrade tangibile sia nell’aspetto generale, che nella sensazione al tatto. La finitura nera opaca su tablet e Joy-Con è molto più piacevole rispetto alla plastica liscia del modello classico e l'effetto "glitter" che si nota in controluce restituisce quella "giocosità" che ci si aspetta da un device targato Nintendo.
Al tatto è più liscia, quasi morbida, e dona una sensazione maggiormente "premium" quando la si tiene fra le mani. Lo spessore è identico a quello del modello OLED (e quindi del modello originale di Switch), il peso di 535gr (che sulla carta può sembrare imponente) risulta redistribuito molto bene sulla superficie della console non facendola risultare mai pesante. Le maggiori dimensioni, che si ripercuotono anche sui tasti dei Joy-Con 2, ne aumentano leggermente l'ergonomia per chi ha delle mani grosse, ma il fastidio sui palmi, dato dalla scarsa bombatura praticamente assente dei Joy-Con 2, tende a ripresentarsi in seguito alle sessioni di gioco più lunghe.
Il nuovo stand, posto sulla parte posteriore, è caratterizzato da un design elegante, cerniere incredibilmente robuste e solide e offre la stessa escursione vista nel modello OLED. Non sono convinto del tutto sulla sua effettiva resistenza, visto che la parte centrale mi sembra eccessivamente soggetta a fluttuazioni quando lo si muove, ma in attesa di capire se sia davvero resistente alla prova del tempo, per il momento non posso che approvare la scelta stilistica fatta da Nintendo.
Per quanto riguarda le novità "minori", Nintendo Switch 2 introduce una seconda USB-C nella parte superiore (per garantire un collegamento facilitato delle webcam USB-C per sfruttare Game Chat e per ricaricare la console mentre si gioca usando lo stand) e uno slot per le microSD Express, ovvero il nuovo formato utilizzato da Switch 2 per garantire caricamenti consoni ai giochi esclusivi per la nuova console. Questa soluzione, onestamente, l'ho accettata a metà. Laddove capisco che lo standard nuovo sia indispensabile per i titoli più recenti, il non permettere l'utilizzo (almeno per il momento) delle microSD standard con i giochi per la prima Switch, mi è sembrata una scelta folle e che creerà non poca confusione nei clienti meno esperti, se poi si aggiunge che i 256GB presenti all'interno di Switch 2 sono davvero pochi (non ci sta nemmeno l'intera line-up di lancio), viene da se che ci si trova costretti a comprare una nuova microSD (anche piuttosto costosa) per poter avere lo spazio a sufficienza per portare con se i giochi che arriveranno nei prossimi mesi. Inoltre ho notato alcuni miglioramenti nel design del vano per le schede di gioco, che ora presenta dei supporti supporti extra nell'area dedicata al connettore principale e un tappo metallico che sigilla la fessura nella console. Una soluzione molto più robusta rispetto al modello OLED.
Al netto di un redesign convincente, che sfrutta delle tonalità pastello rosse e blu per richiamare il passato, ho apprezzato poco la totale assenza di grip nel corpo della console, che tende ancora a risultare scivolosa pur utilizzando una finitura opaca per le plastiche. Allo stesso tempo non ho apprezzato al scelta dei materiali usati per i pulsanti, troppo delicati e facilmente esposti a graffietti dati dall'uso quotidiano, basti pensare che il modello che ho testato presentava fin dal pricipio alcuni segnetti "out of the box" sui dorsali e sul pulsante B.
Sotto la scocca, invece, troviamo un device costruito in maniera ordinata, con tutte le componenti posizionate in maniera molto più "ragionata", rispetto alla prima Switch, e con un apparente tasso di riparabilità decisamente più elevato.
A farla da padrone all'interno di Switch 2 troviamo il processore custom realizzato da NVIDIA (GMLX30-A1), affiancato da 12GB di RAM LPDDR5X (ripartiti in 3GB per il sistema operativo e 9GB per i giochi). La tecnologia della GPU è Ampere, motivo per il quale è garantito (che non vuol dire sfruttato, giusto per precisare) pieno supporto al Ray Tracing e pieno supporto al Tensor Core di terza generazione e, quindi, alla tecnologia DLSS per l'upscaling. Un aspetto che, oltre a essere fondamentale per garantire le performance promesse da Switch 2, rende anche la nuova ammiraglia di Nintendo la prima console portatile, al momento, a sfruttare tale tecnologia.
All'interno di Switch 2 non troviamo componenti riutilizzati dal precedente modello, al netto della pessima pasta termica che molti utenti già sostituirono nei modelli precedenti, e in maniera analoga a quanto detto per l'esterno della console, tutto restituisce sensazioni maggiormente "premium", mostrando un device costruito ingegnerizzato in maniera nettamente migliore rispetto al passato.
Per quanto riguarda lo schermo (di cui vi parlerò approfonditamente nel prossimo paragrafo), troviamo un display LCD con una diagonale da 7.9" (una misura che in seguito all'avvento dei PC Handheld sta diventando lo standard per il settore), risoluzione da 1080p, 120Hz di refresh rate, supporto al VRR e dei bordi eccessivamente ingombranti (senza ragion d'essere in questo caso). A chiudere la scheda tecnica troviamo una batteria da 5220 mAh, capace di garantire una forbice di autonomia che spazia dalle 2 alle 6 ore e mezza di autonomia.
Un "orribile" schermo LCD
Cominciamo dall'aspetto più criticato, oltre al prezzo, di Nintendo Switch 2, ovvero la presenza di un "inammissibile" pannello LCD che, per molti utenti, è risultato come un downgrade totalmente inaccettabile dopo anni di Switch con schermo OLED. Cercherò di essere il più chiaro possibile, anche al costo di accantonare un linguaggio maggiormente tecnico: se esistono degli smartphone da 200 euro con uno schermo OLED, non vuol dire che Nintendo possa inserirlo su Switch 2. Il costo maggiore della console non è dato esclusivamente dal display ma da una serie di fattori molto più complessi di così.
A conti fatti, uno schermo OLED con, quasi, le stesse caratteristiche di Nintedo Switch 2, avrebbe fatto lievitare i costi in maniera eccessiva. Al netto di questo, però, c'è una ragione se la maggior parte di produttori di PC handheld non ha sfruttato la tenoclogia OLED anche su device da 800€ e il motivo è l'impossibilità di utilizzare il VRR, ovvero la tecnologia che permette di sincronizzare dinamicamente la velocità di aggiornamento dello schermo per garantire, nei limiti del possibile, la fluidità dell'immagine in quei titoli dove il framerate non rimane costante o limitare fenomeni come lo stuttering.
Lo schermo di Switch 2, quindi, non è un downgrade inammissibile come si insiste a sostenere nelle "chiacchiere da bar" e, per quanto sia oggettivo che la resa dei colori e il contrasto siano inferiori al modello OLED, ci sono talmente tante migliorie in questo nuovo display che si può accettare il compromesso del non avere i neri assoluti. Non fraintendetemi, però, lo schermo di Switch 2 non è esente da sbavature e, per quanto meritevole, ci sono attualmente dei pannelli LCD migliori sul mercato (sempre rimanendo nel settore degli handheld) ma resta il fatto che Nintendo ha saputo realizzare un valido compromesso per garantire delle ottime performance ai giocatori.
Chiarito il fatto che la resa cromatica sia diversa rispetto a Switch OLED, ma non così tanto evidente come molti video online tendono a mostrare tramite illuminazioni sapienti per far emergere questo divario, basta avviare Mario Kart World per notare immediatamente il salto di qualità in termini di nitidezza dell'immagine e la fluidità dei movimenti a schermo offerti da questo pannello. Come vi dicevo, però, ci sono alcune sbavature (alcune delle quali potranno essere corrette tramite aggiornamenti lato software). Innanzitutto la luminosità massima del pannello di Switch 2 è di 450 nits, cento in più rispetto al modello OLED ma nettamente inferiore rispetto ad altri LCD montati dalla concorrenza. Per quanto riguarda l'HDR, invece, ho notato qualche problema di implementazione in alcuni giochi. In Cyberpunk 2077 (trovate qua la nostra recensione) e nelle versioni Switch 2 dei due capitoli di Zelda, i colori appaiono maggiormente slavati con l’HDR attivo. Disattivando la funzione, i colori tornano vividi e l’immagine complessiva ne guadagna d'impatto, mostrando una problematica che, con molta probabilità, richiederà qualche aggiornamento aggiuntivo per restituire i risultati desiderati. Infine, i bordi dello schermo sono davvero accentuati, tradendo una trascuratezza nei dettagli che tona parecchio quando si guarda nell'insieme il design di Nintendo Switch 2.
Rimane indubbio che, nelle produzioni ottimizzate certosinamente, come Mario Kart World (trovate qui la nostra recensione), il refresh rate a 120Hz e l'implementazione del VRR fanno la differenza nei momenti più rapidi, dove l'assenza di motion blur e una restituzione incredibile della velocità dei movimenti, rendono davvero godibile l'esperienza finale. All'atto pratico, però, considerando la maggioranza di utenti che acquisteranno Nintendo Switch 2, queste qualità potrebbero non venire percepite, portando comunque a notare esclusivamente l'assenza di uno schermo OLED e notando, come unica miglioria, una risoluzione maggiore e un display di dimensioni più generose, motivo per il quale, facendo un breve volo pindarico, è indubbio che vedremo fra qualche anno una Switch 2 OLED che, probabilmente, perderà il supporto al VRR in favore di una resa cromatica migliore.
Un comparto audio migliorato
Nintendo Switch 2 offre degli altoparlanti molto più potenti rispetto al passato. Sono rimasto sorpreso dalla ricchezza del suono, non solo nei dettagli direzionali, ma anche nella riproduzione audio dei brani che compongono le colonne sonore dei titoli testati. Il nuovo audio spaziale 3D è sorprendentemente realistico (nei limiti della simulazione creata digitalmente) e riproduce perfettamente i suoni nelle posizioni in cui sono all'interno dell'ambiente di gioco. Unica pecca? Il posizionamento degli speaker nella parte bassa di Switch 2, che portano a un ovattamento dell'audio poco piacevole ogni qualvolta si appoggia la console su una supervicie piana.
Joy-Con 2 fra mouse e "drift" inesistenti
Nintendo Switch 2 porta con se un redesign completo dei celebri Joy-Con, ovvero i controller removibili tanto acclamati quanto criticati. Sul versante puramente estetico c'è ben poco da dire, i Joy-Con 2 si presentano come una variante più grande dei precedenti controller, con un design più attento all'ergonomia e un inedito sistema magnetico che permette di agganciarli, e sganciarli, dalla console rapidamente e senza incappare in quei "spiacevoli incidenti" che si potevano leggere sui vari forum (ovvero quando i bambini li infilavano al contrario bloccandoli irrimediabilmente all'interno dei binari della console).
Il sistema magnetico è tanto funzionale quanto ben ingegnerizzato. All'interno di ognuno dei Joy-Con 2 sono presenti due magneti molto forti (considerate che possono reggere tranquillamente i 500gr della console senza staccarsi anche in seguito a qualche sollecitazione innaturale), oltre a un connettore, femmina, proprietario che permette il collegamento alla console. Per sganciare i Joy-Con 2 bisogna sfruttare un sistema a "micro-pistone" che, in seguito alla pressione di un pulsante, esercita la forza necessaria per sganciare il magnete superiore e permetterne una facile rimozione. Semplice e immediato. Per evitare "spiacevoli incidenti" i connettori dei Joy-Con 2, così come il loro design, ne permettono l'inserimento in ogni direzione senza problemi, ma solo quando sono inseriti correttamente funzioneranno con Switch 2. L'unico aspetto di cui lascio il giudizio "alla prova del tempo" è la resistenza dei connettori maschio presenti ai lati del corpo di Switch 2, visto che non so se possano essere spezzati piegando accidentalmente i Joy-Con 2 in maniera innaturale o in seguito a una brutta caduta.
A livello di design, per quanto risulti logica una continuità con il passato, i Joy-Con 2 offrono la stessa configurazione di pulsanti, e stick, già vista nei predecessori, ma la superficie più ampia rende molto meno comodo utilizzarli individualmente per giocare in due senza usufruire di controller aggiuntivi. Come dimensioni i pulsanti sono leggermente più grandi, e comodi, così come gli stick analogici anno ottenuto un diametro maggiore ma ancora troppo contenuto per garantire quel comfort offerto da altri handheld. L'unica vera novità, per quanto riguarda la pulsantiera, è la presenza dell'inedito tasto C che, con la stessa immediatezza con cui vengono catturati gli screenshot, avvia Game Chat e permette di comunicare con gli altri giocatori.
Per quanto riguarda la componentistica interna, anche in questo caso i Joy-Con 2 presentano un interno ridisegnato, ma ancora molto complesso da smontare e riparare in autonomia. Il nuovo motore vibrante dedicato all'HD Rumble 2 è un netto passo in avanti rispetto al precedente e fornisce dei feedback aptici persino migliori rispetto all'ottimo Dualsense di Sony. Gli stick analogici, vero tallone d'Achille della prima Switch, sono stati ridisegnati da zero per evitare il temibile "drift" che affligeva i predecessori. Purtroppo, Nintendo, per motivi di spazio, dati dalla volontà di voler mantenere un design cosi sottile anche per i Joy-Con 2, non ha implementato la tecnologia Hall, motivo per il quale sono già proliferate in rete delle dimostrazioni, palesemente finte (e riproducibili facilmente da ognuno di noi se volessimo racimolare facili e veloci views), di Joy-Con 2 che "driftano" in maneira esasperata.
La verità dei fatti è che Nintendo ha semplicemente dichiarato che in caso di "drift" si premunirà di sostituire gratuitamente i Joy-Con 2 difettosi, mostrando non una dichiarazione di colpevolezza ma una certa sicurezza in merito al lavoro svolto con questa nuova incarnazione dei suoi controller. Rimangono comunque molto labili le differenze sensoriali rispetto ai controller precedenti, l'escursione degli stick è identica, con un pelo di resistenza maggiore, così come la corsa dei pulsanti. Come vi anticipavo poc'anzi, giusto le plastiche usate per i pulsanti mi hanno convinto poco in termini di resistenza ai graffi.
La vera novità portata in dote dai Joy-Con 2 è una modalità mouse realizzata indubbiamente bene ma che, per essere goduta appieno, richiede qualche compromesso in termini di mobilità. Ognuno dei due Joy-Con, nel momento in cui viene sganciato e si rivolge verso il basso la parte che si connette a Switch 2, entra automaticamente in modalità mouse, facendo comparire un cursore sulla home screen della console o all'interno dei giochi compatibili. Un sistema tanto semplice, quanto immediato, che non necessita alcuna abilitazione e che si presenta come una "feature" sempre presente e pronta per essere utilizzata.
Per quanto riguarda la praticità, e la qualità di questa peculiare funzione (figlia di quella Nintendo Difference che si cita costantemente), mi trovo ogni giorno ad aver a che fare con numerosi mouse da gaming (anche di fascia alta) e anche se il profilo sottile dei Joy-Con non può competere in termini di ergonomia con alcun mouse presente sul mercato (sono effettivamente scomodi per sessioni lunghe e bisogna abotarsi a un'impugnatura specifica e inizialmente poco naturale), l’esperienza è stata migliore di quanto potessi immaginare.
Ritrovarsi a casa, sul divano, con la possibilità d sganciare un Joy-Con dalla sua impugnatura e usarlo sui pantaloni come mouse per mirae con più naturalezza, è letteralmente incredibile. Quella tanto criticata, dai PC gamer duri e puri, combo "joystick + mouse" con Nintendo Switch 2 è possibile in ogni momento, visto che il sensore del mouse garantisce un tracking fluido in ogni contesto e su, praticamente, ogni superficie... persino sulle pieghe dei pantaloni. L'unica sbavatura che ho riscontrato, tenendo ovviamente conto dei limiti ergonomici offerti da una soluzione del genere, è il fatto che su una superficie piana, come una scrivania o il tavolino di un aereo, risulta praticamente necessario usare i pattini aggiuntivi per i Joy-Con, comodamente inseriti nei laccetti da polso che aumentano le dimnsioni dei pulsanti interni del controller, una soluzione che rende meno immediato l'utilizzo e che potrebbe comprometterne lo sfruttamento durante dei lunghi viaggi (visto che bisgnerà avere sempre con se anche i laccetti da polso agiguntivi).
Resta il fatto che si tratta di una funzione che va ben oltre il "gimmick" e che , sorprendentemente, riesce a dare un valore aggiunto nei giochi che la supportano, specialmente considerando che Switch 2 è compatibile con qualsiasi mouse cablato. Il ruolo che avrà il sensore mouse nel successo di Switch 2 dipenderà totalmente dal supporto software. Se abbastanza giochi lo useranno potrà essere una risorsa enorme. Se, invece, resterà relegato ai minigiochi, ai titoli first party e alle produzioni che hanno accompagnato il lancio di Switch 2, il rischio è che ce ne dimenticheremo, a malincuore, molto presto.
Un setup da PC
In caso non ne foste a conoscenza, Switch 2 non è solo compatibile con ogni mouse cablato presente sul mercato, ma anche con qualsivoglia tastiera. Volendo, potete comodamente collegare un mouse e una tastiera al Dock della console e sfruttare sia i Joy-Con che la combo M+K per fruire dei titoli che la supportano, oltre che per usufruire del sistema operativo di Switch 2.
Il "nuovo" Dock
Sul nuovo dock di Switch 2 i cambiamenti sono, anche in questo caso, incrementali rispetto ai modelli precedenti di Switch. La struttura è più massiccia, con una bombatura evidente nella parte posteriore per ospitare la nuova ventola per il raffreddamento attivo, mentre il pannello posteriore si smonta in maniera analoga a quello del dock del modello OLED e le connessioni sono pressoché identiche: USB-C, HDMI 2.1 e Ethernet a 10Gbit nella parte interna del dock e due USB-A sul lato esterno (per connetterci tastiera, mouse o quello che preferite).
Non ci sono componenti mistici all'interno del dock che si comporta in maniera analoga a quello del modello precedente, ma l'aggiunta della ventola garantisce un raffreddamento migliore della console quando sotto sforzo (anche se non sempre sembra intervenire con il giusto tempismo, facendo scaldare parecchio il corpo di Switch 2) mantenendo una silenziosità eccellente.
Gli angoli duri e squadrati dell’originale sono spariti, ma rimane un accessorio dalle dimensioni molto più sostanziose rispetto al passato (anche le dimensioni rimangono molto contenute per farlo stare in pochissimo spazio al fianco della TV). Il sistema di innesco per la console è stato rivisto (per evitare di inserirci erroneamente la Switch originale) e lo spazio nell'alloggiamento per la console è leggermente più ampio rispetto al dock del modello OLED, in modo tale da eliminare quasi del tutto il rischio di graffiare la console.
Temperature e rumorosità... un mostro!
Già che vi ho parlato della ventola presente nel nuovo dock, colgo l'occasione per dire due parole in merito a temperature e rumorosità di Switch 2. Con la console sotto pressione (ovvero giocando a titoli quali Cyberpunk 2077, Hogwarts Legacy, Hitman e Street Fighter 6), Nintendo Switch 2, in modalità handheld, ha raggiunto un picco di 34 gradi (mai stabili) e una media di 32 gradi. In modalità dock, quando la ventola ha cominciato a lavorare a dovere, le temperature registrate sono state le stesse, mente quando la ventola non si è attivata con il giusto tempismo, Switch 2 ha raggiunto i 42 gradi in modalità docked. Per quanto riguarda, invece, la rumorosità... non c'è niente da dire, quella costruzione "ragionata" di cui vi parlavo poc'anzi torna a farsi notare con una console che sia in modalità docked, che handheld, non si fa mai sentire, nemmeno sotto stress e nemmeno dopo svariate ore di gioco, al punto che non ho notato alcun picco nei decibel rivelati e che per sentire effettivamente la ventola interna di Switch 2 ho dovuto avvicinare l'orecchio alla grata dedicata allo sfiato dell'aria. Insomma un hardware costruito veramente bene, anche se alcuni modelli presentano un leggerissimo coil whine percepibile solo quando ci si ritrova in ambienti davvero silenziosi e con il volume di Switch 2 basso (una sbavatura che non era presente sul modello testato in fase di recensione).
Consumi e autonomia
Per quanto riguarda i consumi, Nintendo Switch 2 si dimostra, nuovamente, un prodotto costruito con tutti i crismi. Con Cyberpunk 2077 (che oramai sta diventando il benchmark anche su Nintendo Switch), a 1080p e 40fps garantiti dalla modalità performance, Switch 2 raggiunge un picco di consumo di 14W (con Mario Kart World il picco è di 12W), mentre in modalità docked raggiunge un picco di 18W (con Mario Kart che si è fermato a 14W). Per chi non macina numeri queste cifre vorranno dire poco, ma è indubbio che ci troviamo di fronte a un handheld incredibilmente efficiente e che consuma davvero pochissimo per le performance che offre.
Discorso diverso per l'autonomia, visto che la batteria di Switch 2 da 5220 mAh garantisce un'autonomia variabile tra le 2 e le 6 ore e mezza. Un passo indietro rispetto al modello OLED e un miglioramento quasi impercettibile rispetto alla Switch originale.
Nei test più impegnativi (guarda caso sempre con Cyberpunk 2077), ho ottenuto due ore e quindici minuti di autonomia. Con i due Zelda in versione Nintendo Switch 2, così come con Mario Kart World, sono arrivato, invece, a due ore e quaranta minuti. Tutti i test sono stati condotti disattivando la luminosità automatica e selezionandone il valore massimo. Ho comunque provato a fare gli stessi test sia con la luminosità automatica che con impostandola al 50% ma ho sempre guadagnato dieci minuti in più di autonomia, troppo pochi per giustificare questa scelta (anche se è chiaro che c'è qualcosa che va sistemato lato software).
Anche i tempi di ricarica mi hanno mostrato dei valori molto particolari; sulla carta le due porte USB-C dovrebbero ricaricare la console alla stessa velocità ma in pratica, quella posta nella parte posteriore risulta più veloce, anche se di poco (due ore e nove minuti contro due ore e venti), ma in sostanza se giocherete a titoli impegnativi, passerete tanto tempo a caricare, quanto a giocare.
Bisogna dire, però, che Nintendo ha dichiarato ufficialmente che alcune batterie necessitino una minima ricalibrazione in seguito al lungo periodo di inattività intercorso dalla produzione alla vendita al dettaglio (offrendo delle soluzioni molto semplici sul proprio sito ufficiale) ma resta indubbio che anche con la batteria a regime, Switch 2 non è un mostro di autonomia.
Performance e User Interface
Chudiamo questa lunga analisi con un breve accenno sulle performance. Nintendo Switch 2, senza tanti giri di parole, è in grado di far girare tranquillamente una serie di giochi che hanno messo in difficoltà PS4, con un from factor sottile, leggero e, soprattutto, portatile. Certo, lo scotto da pagare per questa combo è una durata della batteria ridotta, ma ricordiamoci che stiamo parlando di un device che permette di far girare Cyberpunk 2077, con un pizzico di Ray Tracing, meglio di una Steam Deck (e con un tearing inferiore a quello percepibile su ROG Ally) con un form factor spesso la metà rispetto all'handheld di Valve.
Questa volta, Nintendo, ha fatto molto bene i compiti a casa e bisogna dargliene atto. Da Street Fighter 6, passando per Hitman e finendo con Mario Kart World, i giochi disponibili al lancio si sono mostrati in una forma smagliante (al netto di Hogwarts Legacy che è stato ottimizzato proprio male), mostrando come le tecnologie di NVIDIA possano garantire delle performance incredibili alla nuova ammiraglia di Nintendo. Ovvio, tutto passa tramite upscaling e potete già dimenticarvi i 4K/60FPS in determinate produzioni (perlomeno in tutte quelle trasposizioni di tripla A realizzate dagli studi terze parti), visto che sicuramente sarà solo Nintendo, e pochi altri, a impegnarsi per raggiungere questo obiettivo, ma bisogna sempre tenere conto che ci troviamo di fronte a una console portatile. Una piccola nota va fatta per il supporto ai 120Hz su monitor esterni, che sono disponibili solamente su monitor con risoluzioni di 1080p e 1440p.
Per quanto riguarda i titoli in retrocompatibilità, vi ricordate quando, qualche anno fa, era spuntata fuori la vicenda di Nintendo che aveva richiesto agli sviluppatori terze parti non bloccare il frame rate e la risoluzione dei titoli? Sicuramente si, visto che fu il trampolino di lancio di tutte le discussioni in merito alla tanto chiacchierata "Switch Pro". Bene questa richiesta del Colosso di Kyoto, con Nintendo Switch 2, assume dei connotati davvero interessanti visto che produzioni quali: The Witcher 3, Arkham Knight o anche solo Tears of The Kingdom (senza acquistare il pacchetto aggiuntivo), ora godono di un boost del frame rate che li rende molto più godibili rispetto alle versioni originali per Switch. Sia chiaro, non vi stiamo dicendo che raggiungerete i 1080p a 60 fps in ogni singola produzione giocata in retrocompatibilità, ma laddove gli sviluppatori originariamente non bloccarono il frame rate, con Nintendo Switch 2 percepirete un netto miglioramento in termini di fluidità generale.
Per quanto riguarda la risoluzione, invece, la nuova console di Nintendo si limita a fare un "upscale brutale", portando semplicemente la risoluzione a 1080p. Discorso diverso, invece, per tutti quei titoli che in portabilità rimanevano ancorati a 720p (reali o upscalati) e con un frame rate bloccato a 30 fps. in questi specifici casi il gioco girerà esattamente come su Nintendo Switch, senza modifiche di sorta, motivo per il quale vi potrebbero sembrare "più brutti" rispetto alla loro controparte per la prima Switch. Infine, per quanto siano pochi, è giusto segnalare che, al momento in cui viene rilasciata questa recensione, è presente ancora una manciata di titoli incompatibili con Nintendo Switch 2 e laddove con produzioni quali Labo risulta totalmente comprensibile, vedere che titoli recenti come la remastered di Tombi! non siano disponibili su Switch 2, lascia leggermente perplessi, anche se Nintendo ha più volte confermato che stanno lavorando alacremente per rendere pienamente compatibile l'intero, o quasi, catalogo di produzioni rilasciato per la prima Nintendo Switch.
Due parole su GameChat
GameChat, che vi ricordo che è disponibile gratuitamente fino al 31 marzo 2026, è la nuova esperienza offerta da Switch 2 per comunicare con gli altri giocatori. Si preme il pulsante C, si configura brevemente la propria esperienza, si connette eventualmente una webcam (non serve quella ufficiale, ne basta una cablata) e si può cominciare a chiacchierare in un massimo di 12 giocatori. tutto funziona bene e abbastanza in maniera abbastanza fluida. Il microfono integrato in Switch 2 (che sfrutta la tecnologia già vista in NVIDIA broadcast) esclude i rumori ambientali, ha un buon range d'azione e l'unica sbavatura è quella di ovattare eccessivamente la voce di chi parla quando ci sono rumori eccessivi sullo sfondo. Insomma una novità piacevole, funzionale, ma decisamente non rivoluzionaria. Se poi si decide di usare gli schermi condivisi, la riduzione dello spazio attivo del giocatore è davvero eccessiva, rendendola poco pratica in mobilità (anche se già di per se si tratta di una opzione molto circostanziale).
In termini di sistema operativo e User Experience, anche in questo caso Nintendo ha voluto perpetrare quella continuità che ammanta tutto il progetto Switch 2. L'interfaccia è la stessa del modello precedente (al punto che Switch e Switch 2 condividono lo stesso sistema operativo come si può notare dal numero della versione del software) con l'aggiunta di alcune funzionalità uniche per la nuova console, come Game Chat (di cui vi parlerò approfonditamente in un articolo dedicato) o le opzioni per HDR e supporto al VRR, e di qualche modifica grafica (le cover dei giochi ora hanno gli angoli arrotondati e con un contorno blu e viola che le evidenzia, invece del colore azzurrino presente nella vecchia UI).
Insomma una User Interface che non si distacca dal passato e che, sicuramente, farà storcere il naso degli amanti dei "salti generazionali", ma che rispecchia pienamente la nuova visione di Nintendo, basata sul creare un'ecosistema in costante crescita che migliori iterazione dopo iterazione.
Alla fine di questa lunga analisi, quello che ci troviamo fra le mani è un hardware costruito con una cura certosina, al quale si possono appuntare, sicuramente, alcune imperfezioni ma che non può, e non deve, essere considerato obsoleto.
Nintendo Switch 2 è una console molto più matura rispetto al precedente modello, che mostra una evidente crescita di Nintendo e una maggiore consapevolezza sui compromessi necessari per realizzare un prodotto che regga meglio la "prova del tempo". Sicuramente in passato arriveranno le inevitabili revisioni che andranno a migliorarne le imperfezioni ma al momento tutto si può dire tranne che Nintendo non abbia svolto un ottimo lavoro, quindi non chiamatela "downgrade".