Dan Houser, l'ex lead writer di Rockstar Games e mente dietro narrazioni iconiche come quelle di Grand Theft Auto e Red Dead Redemption, torna a esprimersi con fermezza contro l'intelligenza artificiale generativa. Durante un'intervista al The Chris Evans Breakfast Show su Virgin Radio, lo scrittore ha lanciato una critica diretta non tanto alla tecnologia in sé, quanto alle persone che ne stanno guidando lo sviluppo nel settore gaming e oltre.
Houser stava promuovendo il suo nuovo romanzo A Better Paradise Volume One: An Aftermath, che racconta proprio di un progetto videoludico che degenera quando l'intelligenza artificiale creata per il gioco acquisisce troppo potere. Un tema decisamente attuale, considerando che negli ultimi mesi diversi titoli AAA hanno ammesso di utilizzare AI per texture, concept art e persino per il voice acting in alcuni casi. La fiction di Houser sembra quindi riflettere preoccupazioni molto reali all'interno del settore.
Quando il conduttore Chris Evans ha paragonato l'AI a una "mietitrebbia" che raccoglie informazioni ma non può catturare lo spirito umano, l'ex Rockstar ha concordato aggiungendo un'osservazione tagliente: "Alcune delle persone che stanno cercando di definire il futuro dell'umanità, della creatività o altro usando l'AI non sono le persone più umane o creative". Secondo Houser, chi sta spingendo questa rivoluzione tecnologica nel gaming e nell'intrattenimento spesso non possiede le competenze creative o la sensibilità necessarie per comprendere cosa significhi realmente creare esperienze coinvolgenti.
La critica di Houser si estende anche alla sostenibilità stessa dei modelli di AI generativa. Con una metafora efficace quanto inquietante, lo scrittore ha paragonato il sistema attuale alla crisi della mucca pazza degli anni '90: "I modelli setacciano internet per raccogliere informazioni, ma internet si sta riempiendo sempre più di contenuti creati proprio dai modelli. È come quando abbiamo nutrito le mucche con le mucche e abbiamo ottenuto la malattia della mucca pazza". Un'osservazione che solleva dubbi concreti sulla qualità futura dei contenuti generati, particolarmente rilevante per un'industria come quella videoludica che si basa sempre più su asset procedurali e generati algoritmicamente.
Per chi lavora nello sviluppo, le parole di Houser risuonano con particolare forza. La sua esperienza pluridecennale in Rockstar gli ha insegnato che "con l'innovazione tecnologica, il primo 80% è abbastanza facile, ma l'ultimo 20% – per renderla una simulazione perfetta di qualcosa nel mondo reale – è molto, molto difficile". Nel contesto del game development, questo si traduce nella differenza tra un sistema che genera texture generiche e uno che crea ambienti davvero credibili e immersivi come quelli visti in Red Dead Redemption 2.
Durante un'intervista della scorsa settimana al programma Sunday Brunch, Houser aveva già rivelato che la sua nuova compagnia Absurd Ventures sta "sperimentando con l'AI" ma che molte delle promesse fatte dalle aziende tech non si sono ancora concretizzate nella pratica. Lo scrittore ha sottolineato come molti processi spacciati per rivoluzionari siano in realtà già eseguiti da computer attraverso algoritmi tradizionali, e che parte dell'hype serva principalmente a "vendere azioni di aziende AI" piuttosto che a migliorare concretamente il processo creativo.