Denuvo torna a essere un DRM inespugnabile, almeno nella sua ultima versione. Il bypass della protezione, attuabile sfruttando la demo di DOOM e una vulnerabilità di Steam, è stato velocemente corretto dall'azienda.
La felicità dei pirati del web è durata poco, ma dopo tre giorni di funzionanamento il bypass ideato da Voksi è già acqua passata, nonostante funzionasse con qualsiasi videogioco protetto da Denuvo, tra cui l'"incraccabile" Just Cause 3 e i recenti Homefront: The Revolution e Rise of the Tomb Raider.
In ogni caso nei giorni appena trascorsi più di 600000 utenti hanno potuto giocare gratuitamente e illegalmente a molti titoli considerati inespugnabili, ma ora se vogliono continuare dovranno pagare come è giusto che sia.
Tuttavia, morto un crack se ne fa un altro, infatti un team italiano noto come CPY è riuscito a spezzare le difese di Denuvo. In questo caso si parla di un vero crack e non di un bypass come quello di Voksi, che agisce caricando l'eseguibile nella memoria e poi modificandolo in modo da disabilitare il DRM. C'è però un limite: è stata craccata la versione v3 di Denuvo di Rise of the Tomb Raider, mentre tutti gli altri titoli che usano quel DRM hanno bisogno di un crack apposito.
È la fine di Denuvo? Probabilmente no, per gli sviluppatori e publisher continua a essere un DRM solido e funzionante, almeno nei primi mesi della pubblicazione del videogioco. Questo aspetto è fondamentale per le aziende proprio perché la maggior parte delle vendite avviene nel breve termine piuttosto che nel lungo periodo.
Certamente il DRM dovrà essere migliorato se vorrà continuare a competere sul mercato e speriamo che questi miglioramenti non impattino negativamente su coloro che acquistano onestamente i videogiochi.
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