Il survival MMO ambientato nell'universo di Frank Herbert sta attraversando una fase critica che solleva interrogativi sul suo modello di gioco. Dune: Awakening, l'ambizioso progetto di Funcom lanciato lo scorso giugno con numeri record per lo studio norvegese, sta perdendo giocatori a un ritmo preoccupante, con implicazioni che vanno oltre le normali fluttuazioni post-lancio. La situazione è diventata così seria che per la prima volta dalla release il titolo ha registrato una player base inferiore a quella di Conan Exiles, predecessore spirituale uscito nel lontano 2018.
I dati parlano chiaro: Dune: Awakening ha visto evaporare oltre il 97% della sua popolazione nei cinque mesi successivi al lancio. Un crollo verticale che ha spinto Funcom ad annunciare layoff a inizio ottobre, ufficialmente giustificati dalla transizione dalla fase di sviluppo a quella operativa e dai preparativi per il lancio console. Ma l'emorragia di giocatori suggerisce cause più profonde legate al game design stesso.
La community su Steam ha identificato il problema principale nelle meccaniche di manutenzione della base, considerate eccessivamente punitive. Il sistema di reset automatico delle strutture dopo poche settimane di inattività obbliga i giocatori a sessioni costanti di grinding per evitare di perdere progressi e risorse accumulate. Come sottolinea un utente nelle recensioni recenti, attualmente classificate come "Miste": "Il gioco non rispetta il tuo tempo, per nulla. Si aspetta che tu ci giochi costantemente e se devi allontanarti anche solo un po', ti punisce".
Il confronto con Conan Exiles è particolarmente significativo. Nonostante il titolo del 2018 stia beneficiando di uno sconto dell'80% su Steam che ne ha temporaneamente gonfiato i numeri, il sorpasso rappresenta un campanello d'allarme per un MMO che dovrebbe mantenere una popolazione stabile e coinvolta nel lungo periodo. Gli MMO vivono di retention e community attive: vedere un calo così drastico a soli cinque mesi dalla release indica problemi strutturali nel loop di gioco.
Funcom ha tentato di mitigare alcune delle meccaniche più severe con una patch recente che introduce un sistema di recupero veicoli, permettendo ai giocatori di ritrovare i propri mezzi perduti durante le tempeste di sabbia o divorati dai vermi delle sabbie. Tuttavia, anche questa soluzione richiede il pagamento di una fee assicurativa e restituisce veicoli con durabilità ridotta, mantenendo un approccio punitivo che evidentemente non convince la player base.
Il problema di fondo è il tempo richiesto. La necessità di login frequenti per ricaricare generatori, mantenere attivi gli scudi protettivi e prevenire il decay delle strutture trasforma l'esperienza in un secondo lavoro piuttosto che in un passatempo. Una criticità comune a molti survival game, ma che in un MMO a prezzo pieno assume connotazioni più problematiche rispetto ai modelli free-to-play dove queste friction vengono tradizionalmente tollerate.