EA e Ubisoft: sui giochi usati non abbiamo ancora deciso

EA e Ubisoft parlano delle politiche che attueranno sui videogiochi usati, semplicemente per dire che ancora non hanno deciso cosa fare. EA tra l'altro smentisce di aver fatto pressioni su Microsoft e Sony per imporre vincoli sui titoli di seconda mano.

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a cura di Manolo De Agostini

Il tema dei DRM, dei vincoli e dei paletti sulle console next-gen sembra essere centrale in questo E3, forse più dei videogiochi stessi. E fatecelo dire, è un vero peccato. Non possiamo però esimerci di seguire il tema che riguarda l'uso o meno dei giochi usati e per questo è interessante conoscere due posizioni illustri, quella di Ubisoft e di Electronic Arts.

Per la prima ha parlato l'amministratore delegato Yves Guillemot, il quale in sostanza ha dichiarato che l'azienda non ha ancora deciso come comportarsi con i giochi usati su Xbox One (Xbox One: la connessione è obbligatoria per giocare) . "Quello che mi piace è che non prendono (Microsoft, ndr) una percentuale, e questo ci darà la possibilità di capire quale servizio dobbiamo dare", ha affermato l'AD a GamesIndustry.

"È una buona cosa che non prendano una percentuale. Non abbiamo ancora deciso; stiamo aspettando di vedere che cosa farà Sony e poi decideremo. Per noi è troppo presto per prendere una posizione; osserviamo quello che fanno i tre produttori", ha aggiunto Guillemot sottolineando che Ubisoft non era a conoscenza delle politiche di Microsoft  sul tema dell'usato (dobbiamo crederci?).

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L'amministratore delegato ha anche commentato la reazione dei giocatori alle notizie di questi giorni. "Penso che la risposta sia stata così intensa perché molte persone acquistano un gioco, lo rivendono e ne comprano un altro. Ha un impatto davvero positivo sull'industria, perché dà ai clienti la possibilità di acquistare molti giochi. […] Questo dà loro la possibilità di giocare a più titoli, ed essere in grado di fare alcuni errori di tanto in tanto. Io penso che è stato un bene per l'industria; quello che dobbiamo fare è assicurarci che tutto questo non faccia perdere troppo denaro".

Yves Guillemot ha anche parlato dei costi di sviluppo per le console next-gen. "Nei primi due anni mi aspetto che rimangano gli stessi, perché avremo il vantaggio di avere soluzioni migliori così non dovremo comprimere molto i dati. Possiamo avvantaggiarci della potenza di questi sistemi, ma rapidamente ci troveremo a spendere più soldi per sfruttare tutte le possibilità offerte".

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Anche Electronic Arts afferma di non avere ancora una strategia definita. "Non abbiamo un problema con le vendite di giochi usati per come sono oggi. Abbiamo articolato la nostra posizione quando abbiamo abbandonato l'Online Pass", ha affermato Patrick Söderlund, boss EA Games Label. "Abbiamo annunciato di aver abbandonato Online Pass. Non lo ripresenteremo più. E non lo proporremo perché abbiamo parlato con le persone, i nostri fan e i giocatori", ha aggiunto Söderlund. Sebbene EA chiuda con l'Online Pass, non prende una posizione perentoria che lasci tranquilli. Tra l'altro proprio la software house statunitense è ritenuta come una delle aziende che hanno tentato, in questi anni, di spingere Microsoft e Sony ha imporre restrizioni sui giochi usati.

Questa tesi è stata però respinta al mittente da Peter Moore, direttore operativo di EA, il quale ha dichiarato che l'azienda "non ha fatto un'operazione di lobbying aggressiva verso i produttori per inserire funzioni limitanti che consentano o meno di riprodurre giochi usati. EA non ha mai avuto conversazioni con i produttori (di console, NdR) dicendo che è necessario mettere in atto un sistema che ci permette di prendere una fetta della torta sul mercato dell'usato o addirittura bloccare". Prossimamente nella sale Peter Moore nel ruolo di Pinocchio.