Il venticinquesimo anniversario di uno dei capitoli più venerati della saga Final Fantasy sta riportando alla luce segreti inediti sulla sua creazione. Hideo Minaba, direttore artistico del progetto, ha recentemente rivelato dettagli sorprendenti su come il team di sviluppo aveva originariamente concepito il finale del gioco, mostrando quanto la versione che conosciamo oggi sia il risultato di scelte creative profondamente meditate. Le rivelazioni arrivano proprio mentre la community celebra un quarto di secolo dalla pubblicazione nipponica, avvenuta il 7 luglio 2000 su PlayStation.
Un narratore diverso per un epilogo alternativo
L'aspetto più intrigante emerso dall'intervista concessa a Famitsu riguarda l'identità del narratore che accompagna i giocatori attraverso l'epilogo dell'avventura. Mentre nella versione finale è Vivi a guidare la narrazione prima della sua dipartita, le intenzioni originali del team prevedevano un approccio completamente diverso. Secondo Minaba, era Kuja che doveva assumere il ruolo di voce narrante, una scelta che avrebbe avuto implicazioni narrative profonde per la conclusione della storia.
Questa decisione alternativa non era casuale: rendere l'antagonista principale il narratore dell'epilogo avrebbe fornito una conferma definitiva del suo destino. Nel prodotto finale, infatti, la sorte di Kuja rimane deliberatamente ambigua, lasciando spazio a interpretazioni diverse tra i giocatori. La scelta di affidare invece a Vivi questo compito ha permesso di mantenere una maggiore incertezza sul destino del villain, pur lasciando intendere che le sue possibilità di sopravvivenza fossero estremamente ridotte.
Battaglie finali mai realizzate
Le modifiche in fase di sviluppo non si limitarono alla sola narrazione conclusiva. Minaba ha rivelato che il team aveva esplorato diverse possibilità anche per quanto riguarda il boss finale dell'avventura. Una delle idee più audaci prevedeva uno scontro epico contro Ade accompagnato da una incarnazione del Triste Mietitore, una battaglia che avrebbe certamente lasciato il segno nell'immaginario dei giocatori.
Tuttavia, questa concept fu abbandonata in favore della battaglia contro Necron, l'entità che rappresenta la morte stessa e che divenne il nemico conclusivo del gioco. Questa scelta si rivelò coerente con i temi centrali dell'opera, che esplora profondamente il significato dell'esistenza e della mortalità attraverso le vicende dei suoi protagonisti.
L'eredità di una conclusione controversa
La decisione di mantenere Vivi come narratore finale ha preservato uno degli elementi più emotivamente potenti dell'intera saga. Il finale attuale mostra i "figli" del mago nero, mentre la sua assenza fisica suggerisce che abbia trovato pace dopo aver raccontato la storia. Questo approccio ha permesso di mantenere intatta la carica emotiva legata al personaggio, rendendolo uno dei più memorabili dell'universo Final Fantasy.
Le rivelazioni di Minaba arrivano in un momento particolare per la saga, con le recenti indiscrezioni poco incoraggianti riguardo al possibile remake del nono capitolo. Nonostante l'affetto immutato dei fan e le celebrazioni per l'anniversario, il futuro di questo classico rimane incerto. Square Enix continua a commemorare il titolo attraverso diverse iniziative, ma i giocatori dovranno probabilmente accontentarsi dei ricordi e delle versioni rimasterizzate già disponibili.
L'impatto duraturo di Final Fantasy IX dimostra come le scelte creative del team di sviluppo, anche quelle apparentemente minori come l'identità del narratore, possano influenzare profondamente la percezione e l'eredità di un'opera. La timeline alternativa con Kuja narratore rimane un affascinante "what if" che continua a stimolare l'immaginazione dei fan, venticinque anni dopo la sua prima pubblicazione.