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Recensione
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Floodland | Recensione - Un gestionale dalle buone idee

Floodland è il nuovo city builder di Vile Monarch che prova a immergere il giocatore in un contesto ambientale che ci riguarda molto.

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Avatar di Andrea Riviera

a cura di Andrea Riviera

Managing Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 06/12/2022 alle 11:30
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  • Pro
    • Divertente e ben profondo
    • La componente sociale è ben sfruttata...
  • Contro
    • ... ma meno di quanto visto su altri titoli
    • Tecnicamente soffre un po'

Il verdetto di Tom's Hardware

7.5

Floodland è un gestionale dalla curva d'apprendimento interessante, non risulta troppo ostico ma nemmeno semplice, ponendosi come un'apprezzabile via di mezzo tra gestionali ben più complessi e sfaccettati, il che non è assolutamente un male. Vile Monarch ha puntato alla realizzazione di un city builder che potesse affrontare il tema del cambiamento climatico in maniera efficace e senza troppi fronzoli, in parte riuscendoci, al netto di una realizzazione tecnica rivedibile. Se amate il genere, Floodland non è quel gioco che potrebbe riempirvi il cuore di gioia, ma certamente è in grado di regalarvi diverse ore di divertimento e soddisfazione.

Informazioni sul prodotto

Lo ammetto, sono un gran patito di gestionali e city buildier, soprattutto quando provano a introdurre qualcosa di nuovo come Frostpunk. Per questo non potevo che essere incuriosito da Floodland, un titolo che prende una forte ispirazione dal prodotto 11 bit studios, provando al contempo a immergere il giocatore in un contesto diverso, forse anche più coerente con i cambiamenti climatici che stiamo, purtroppo vivendo.

Ho passato diverse settimane in compagnia dell'opera di Vile Monarch, ritrovandomi dinanzi a un prodotto da problematiche tecniche evidenti, ma anche da un cuore gestionale che sembra funzionare egregiamente. Insomma, un titolo tra alti e bassi che avrebbe potuto regalare più gioie, ma che si limita ad accontentare gli affamati del genere.

floodland-249064.jpg

Un futuro incerto

Il contesto di Floodland è tutt'altro che simpatico visto che affronta un qualcosa che rischiamo davvero di ritrovarci se le nostre abitudini non cominciano a cambiare sin da ora: il mondo intero è infatti completamente sommerso dalle acque a causa dello scioglimento dei ghiacciai e uno strano fenomeno denominato "Evento" ha completamente azzerato ogni singola componente tecnologica presente sulla Terra, portando l'umanità a un nuovo inizio nonché stato primordiale.

Nel corso dell'avventura scopriremo di più sia della provenienza dell'Evento sia di come le persone fatichino a vivere in una situazione sociale dove cibo e acqua scarseggiano. Spetta a noi tenere sotto controllo la situazione, spesso prendendo decisione destinate a non accontentare chiunque.

La nostra nuova vita

Floodland è un gestionale vecchio stampo, un city builder in cui lo scopo non è soltanto evolvere il nostro insediamento (e le nostre tecnologie), ma anche quello di tenere a bada le persone e instaurare una serie di rapporti atti a far convivere la popolazione senza troppi problemi.

Inizialmente è importante capire con quale "clan" vogliamo affrontare la nostra avventura. Ognuno di loro ha caratteristiche peculiari che possono aiutarci durante il nostro percorso di rinascita. Il modello dei "clan" è fondamentale nei meccanismi di gioco perché nonostante inizialmente lavoriamo con persone della fazione scelta, capita e capiterà di dover far convivere persone di clan differenti e questo potrebbe creare inevitabilmente degli attriti, magari legati a edifici o scelte che qualcuno ama e qualcuno no.

Spetta a noi, quindi, cercare di tenerli a bada, cercando di accontentare tutti nel migliore dei modi. Un aspetto non semplice, visto che le risorse sono fortemente limitate e il fatto che il "mondo" di gioco sia diviso in isolotti non aiuta. Tra acqua da depurare e ricerca di cibo, la sopravvivenza è sempre nei limiti, soprattutto per quanto concerne i diversi materiali da costruzioni che risultano sin dal principio estremamente complicati da recuperare.

L'esplorazione funge da punto principale di partenza e di avanzamento. Oltre a scoprire nuove isole, il riuscire a individuare edifici che possono nascondere persone e risorse, diventa ben presto il focus dell'intera esperienza.

Le tecnologie sono vastissime e permettono una personalizzazione importante su cosa migliorare per prima. A ogni modo il tutorial (in italiano) è molto utile anche per i neofiti, quindi se vi doveste trovare in difficoltà, il gioco è comunque in grado di riportarvi sul percorso corretto, lasciandovi andare solo quando avrete appreso al 100% le basi.

floodland-249060.jpg

L'importante ed essere sempre pronti a reggere alle intemperie che potrebbero sorgere, che non sono certamente ai livelli visti in Frostpunk, ma certamente causano non pochi problemi. Agire con un senso logico, quindi, è decisamente utile, anche per evitare di costruire edifici poco utili.

Un mondo non senza problemi (tecnici)

Floodland ha un impatto visivo scenico tutt'altro che indifferente, anzi credo fortemente che Vile Monarch abbia trovato un stile artistico riuscito, contrapponendosi alle tinte dark di Frostpunk e dando vita a qualcosa di più "vivo", colorato e luminoso. Ciò non toglie che almeno graficamente non siamo su livelli altissimi, dove la definizione degli ambienti (anche con le impostazioni al massimo) è tutto fuorché incredibile.

Se durante le prime ore il gioco riesce a garantire prestazioni più che buone, durante le fasi avanzate mi sono trovato decisamente in difficoltà con l'alta mole di persone ed edifici presente su schermo. Considerate che io gioco con una 3070Ti, che è una scheda di fascia medio-alta in questo momento, eppure in Quad-HD ho faticato non poco a mantenere i 60 FPS, segno di un'ottimizzazione tutt'altro che eccelsa.

floodland-249061.jpg

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