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a cura di Lorenzo Quadrini

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Kratos ha infranto il patto di sangue con Ares, il cui intento era quello di creare un guerriero formidabile talmente tanto accecato di rabbia e violenza da poter accettare senza problemi anche la morte per propria mano delle persone amate. Il Fantasma di Sparta però, pur se violento e rabbioso, non riesce a convivere con il proprio doloroso passato e rinnega il suo perfido protettore.

Il titolo inizia con la voce fuori campo di Gaia (dea primordiale, rappresentazione della Terra) che spiega la Cosmogonia, ossia la nascita del cosmo a seguito della lotta tra Dei e Titani. Vengono introdotte poi le Furie, tre creature immortali, dedite a punire i colpevoli, nate dallo scontro di cui sopra. Gaia spiega inoltre che il primo ad essere punito fu il Centimane Briareo, il cui enorme corpo è ora una vera e propria prigione.

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In questo capitolo Kratos è tormentato dalle visione indotte proprio dalle Furie, ed è deciso a liberarsene (e liberarsi quindi del vincolo che ancora lo lega ad Ares). Il primo passo è consultare l'Oracolo di Delfi, protetto da Castore e Polluce.

Castore e Polluce: i Diòscuri

Dioscuri, ossia in greco "figli di Giove", è l'epiteto con il quale sono conosciuti Castore e Polluce. I due sono legati al culto della primavera, essendo accostati alla costellazione dei Gemelli (ed essendo Sirio la stella che appare nei cieli in prossimità proprio dell'equinozio di primavera). Pur se di origine greca il culto dei Dioscuri è molto caro anche alla tradizione romana, tanto che la leggenda vorrebbe i due combattere con la cavalleria romana durante la battaglia del lago Regillo, nella quale i Romani, pur se soverchiati numericamente, sconfissero gli eserciti dei Latini (intorno al 486 a.C.). Castore e Polluce inoltre, in qualità di abili cavallerizzi, erano considerati i protettori degli equites. Per chi volesse ammirarne una delle più brillanti riproduzioni marmoree essa si trova ai piedi dell'obelisco della piazza del Quirinale a Roma.

Le consultazioni del Fantasma di Sparta non sono propriamente amichevoli, ma una volta uccisi i guardiani dell'Oracolo (e indirettamente l'Oracolo stesso), lo Spartano apprende di dover trovare la Lanterna di Delo per poter mettere fine alle allucinazioni che lo assillano. Partito per Delo, Kratos stringe amicizia con Orkos, figlio di Ares e della regina delle Furie, Aletto.

Questi, disgustato dall'iniquità del patto che ha reso il protagonista un mostro assetato di sangue e preoccupato per le intenzioni dei genitori, decisi a spodestare lo stesso Zeus, ha intenzione di aiutare il nuovo compagno. Arrivato a Delo ed ottenuta la Lanterna e gli Occhi della verità, Kratos viene imprigionato dalle Furie e portato nella prigione costituita dal corpo di Briareo.

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Qui, oramai alla resa dei conti, il guerriero riesce a liberarsi, uccidendo una dopo l'altra Megera, Tisifone e Aletto (appunto, le tre Furie) e poi, a malincuore, lo stesso Orkos. Proprio l'amico infatti gli spiega che, divenuto ultimo testimone del patto del protagonista con Ares, solo la sua morte potrà liberare Kratos dal proprio vincolo.