Il tennis d'attacco è in estinzione
Ma non tutte le caratteristiche di "irrealtà" di Virtua Tennis 3 si rivelano un'arma vincente. Il gioco, infatti, manca ancora di evidenti cambi di ritmo. Differenziare i colpi, infatti, non aiuta minimamente a spezzare la trama di gioco, delineando una situazione piuttosto marcata ad ogni singolo scambio: un giocatore detta il tempo, l'altro si adegua. Questa mancanza di realismo è dovuta anche al fatto che i tennisti difficilmente colpiscono la palla al volo dalla metà campo in giù, aspetto che potrebbe tediare i giocatori che favoriscono il gioco d'attacco. Tuttavia, la somma di queste due consuete (per la serie) imperfezioni non è sufficiente a penalizzare un sistema di controllo divertente ed ipnotico, che negli anni si è rivelato un indelebile marchio di fabbrica per la serie di Sega.
La filosofia arcade di Virtua Tennis 3, inoltre, stupisce per un altro motivo. Se all'inizio si rivela piuttosto semplice entrare nelle meccaniche di gioco, con il passare delle sfide l'intelligenza artificiale della CPU porta ad una naturale evoluzione del proprio stile. Carpite le basi del gameplay, difatti, lo step successivo prevede lo studio del timing sui tasti e sulla leva analogica. Pur non raggiungendo la severità del suo omologo in Top Spin 2, il timing svolge un ruolo fondamentale per giocare d'anticipo e di potenza, soprattutto in considerazione al concetto di poco fa relativo all'inesistenza dei cambi di ritmo.
Percepire con una frazione di secondo d'anticipo la direzione della pallina, ad esempio, potrebbe rivelarsi una formula vincente per una corretta risposta. Colpire la palla quando si trova nel punto più alto del rimbalzo permette, invece, di sferrare colpi più potenti. Sublime come sempre, anche in questa precisa circostanza Virtua Tennis 3 è agevolato da una curva d'apprendimento rapida e progressiva, che spinge in maniera piuttosto automatica il giocatore ad intuire da solo le tempistiche migliori.