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Immagine di In Sound Mind, l'oscurità dentro la propria mente | Recensione
Videogioco
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In Sound Mind, l'oscurità dentro la propria mente | Recensione

In Sound Mind è un tragico viaggio nel terrore di una mente umana che ha dimenticato ciò che era stata costretta a testimoniare: a voi la recensione del titolo firmato We Create Stuff.

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Avatar di Valentina Valzania

a cura di Valentina Valzania

Editor

Pubblicato il 01/10/2021 alle 12:00 - Aggiornato il 05/10/2021 alle 12:05
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  • Pro
    • - Una narrazione di alta qualità, molto travolgente
    • - Ambientazione e personaggi molto caratterizzati
    • - La parte dedicata all'esplorazione e agli enigmi è perfettamente integrata nel mondo di gioco
  • Contro
    • - Cali di framerate molto evidenti
    • - Il lato action tende a prevaricare (in male) durante la seconda parte del gioco
    • - Comandi imprecisi

Il verdetto di Tom's Hardware

7.4

In Sound Mind è un titolo horror sviluppato da We Create Stuff. Il prodotto è un interessante racconto della mente turbata del nostro protagonista: lo psicologo Desmond, completamente perso nella propria psiche e incapace di ricordare ciò che ha segnato il suo passato e il suo presente. Narrazione, ambientazione e caratterizzazione sono i punti forti di questo videogioco; d'altra parte il gameplay ha delle lacune evidenti e non trascurabili: cali di framerate, una dinamica action che prevarica in maniera disturbante la seconda metà del gioco e una vera e propria imprecisione dei comandi. Nell'insieme un titolo valido, interessante ma che pecca a livello pratico nel corso delle ore. Sicuramente una disavventura tutta da vivere.


Informazioni sul prodotto

Immagine di In Sound Mind - PC

In Sound Mind - PC

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Terrore, luoghi macabri e misteri che attanagliano la narrazione: troverete tutto questo nella recensione di In Sound Mind, titolo pubblicato da Modus Games e in grado di attirare l'attenzione di una buona parte della community videoludica. Il videogame è disponibile dal 28 settembre su Nintendo Switch, PC, Xbox Series X e PlayStation 5. Noi abbiamo deciso di provarlo su PC e siamo rimasti in parte colpiti e in parti vagamente delusi: il gioco firmato We Create Stuff è indubbiamente un racconto horror interessante e con trovate ingegnose ma d'altra parte il lato tecnico non ci ha poi così convinto.

Ma prima di entrare nel dettaglio della nostra recensione, parliamo generalmente videogioco: indosseremo gli (scomodissimi) abiti dello psicologo Desmond e insieme a lui ci troveremo in medias res, senza riuscire a capire dove siamo e perché ci troviamo lì. Mano a mano che esploreremo e leggeremo documenti e avvisi, la memoria del nostro protagonista riaffiorerà e ci renderemo conto di star vivendo gli sfortunati eventi che hanno travolto Milton Haven, una piccola cittadina finita in un turbinio di disgrazia; Desmond - parte di eventi molto più grandi di lui, dimenticati e sepolti nella propria mente - viaggerà in una valle di dolore e ricordi confusi. Ora, dopo questa degna introduzione, possiamo cominciare ufficialmente la nostra recensione di In Sound Mind.

in-sound-mind-149921.jpg

"Running away is easy, it's the leaving that's hard"

Abbiamo delineato i margini della narrazione di In Sound Mind e abbiamo cercato di farlo in modo più generale possibile, senza entrare troppo nel dettaglio degli eventi. Ma quanto è effettivamente efficace l'atmosfera e la narrazione proposta dal gioco? Diciamolo apertamente, di titoli horror - indipendenti e non - ne sono usciti diversi nel corso degli anni, ma nessuno ha saputo trasmetterci tanto se non la saga di Outlast e Little Nightmares (i Resident Evil sono a un livello superiore nemmeno contemplato). In questo caso In Sound of Mind è stato un azzardo, un mix di generi e probabilmente anche di riferimenti videoludici.

In qualche modo ci ha ricordato sia Outlast - per i vari seminterrati, zone di lavoro e uffici di riferimento - e anche Little Nightmares per l'atmosfera profondamente surreale, distaccata da una buona parte di realtà e la maggior parte dei nemici e dei boss incontrati sulla via dello psicologo. Dal punto di vista dei generi è un vero e proprio mash up di action e puzzle game: l'intera run è divisa tra momenti più caratterizzati da un genere o dall'altro. In linea di massima questa "varietà" è stata dosata nel modo giusto e ha permesso al gioco di percorrere in maniera piuttosto fluida, se non al 100% per buoni 2/3 del titolo.

Guarda su

Perché abbiamo deciso di intitolare questo sotto capitolo "running away is easy, it's the leaving that's hard"? Perché l'intera traumatica avventura di In Sound Mind è composta da un gameplay semplice e spesso ben bilanciato che rappresenta il riaffiorare di terribili realtà, sepolte sotto traumi e psicosi. La componente puzzle è integrata perfettamente nella costruzione dell'ambiente di gioco ed è molto intuitiva e soddisfacente: fin dai primi attimi di gioco ci siamo divertiti ad esplorare e cercare di risolvere piccoli ma significativi enigmi. Ogni elemento servirà a scoprirne un altro in grado di portare avanti non solo la nostra storia ma anche la vera e propria ambientazione: fusibili, chiavi, registrazioni dei pazienti. Tutto è unito in modo ottimo e molto convincente e ci trascinerà nella trama principale in maniera molto suggestiva.

Iniziando in un semplice e buio seminterrato, ci troveremo a viaggiare in luoghi sempre meno reali e tangibili e ci renderemo sempre più conto di una terribile verità: nulla di quello che vediamo è davvero intorno noi, tutto si trova nella nostra psicotica mente, sommersa da troppe informazione insabbiate dal tempo. Ma oltre al lato collegato strettamente alla storia (portante e convincente) il gameplay riesce a soddisfare il giocatore per tutta la sua durata? Nì. Come abbiamo già detto l'esplorazione funziona e il mondo di gioco è davvero intrigante: peccato per i cali di framerate piuttosto frequenti e la grafica che non riesce davvero ad ammaliare nell'ormai "videoludicamente" avviato 2021.

in-sound-mind-149919.jpg

Ma mettendo da parte il lato enigmi, è proprio la sempre più crescente presenza dell'action/horror ad averci affascinato di meno. L'idea di bilanciare i due generi funziona fino a metà titolo e poi si spinge troppo verso una sola sponda, tramutandosi in qualcosa di meno avvincente, soprattutto calcolando i problemi legati ai comandi. Se nella fase puzzle si faceva sentire meno la difficoltà di far rispondere i comandi, nella rispettiva parte più movimentata questa lacuna tecnica si percepisce eccome. Ed è qui che diventa evidente il vero problema che si cela in In Sound of Mind: l'aspetto tecnico debole, da un punto ti vista grafico e anche di stabilità e precisione; purtroppo è questo che ci ha spinto a valutare di meno il videogioco.

L'inizio parte bene, introduce il nostro protagonista, ci mostra un modo spaesante e interessante allo stesso tempo ma poco a poco si azzoppa a causa di questi errori pratici, che inficiano la run. Il percorso della caratterizzazione dei personaggi - e dei nemici - e il gameplay sono due rette che proseguono una strada quasi opposta: peccato perché in generale nella nostra recensione di In Sound Mind abbiamo fatto notare quanto si tratti di un horror nel mezzo tra l'autoriale e il "facilmente fruibile" da un pubblico ampio. Anche perché è da citare la presenza di  boss fight catartiche e profondamente emozionanti, capaci di concludere ogni sezione narrativa in un modo entusiasmante e ben ideato, così come lo spicco di palette cromatiche delle zone più surreali artistiche e ben collocate. Ma questo non basta per eccellere realmente nelle creazioni horror.

in-sound-mind-149920.jpg

In conclusione si tratta di un viaggio videoludico che è riuscito a mantenere alta la nostra attenzione ma principalmente per quello che cercava di raccontarci piuttosto che per il come. Una splendida rappresentazione del tormento psicologico umano e una discreta esecuzione pratica.

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