Loot box, per le autorità sanitarie inglesi si rischia di esporre i ragazzi al gioco d'azzardo

Secondo un report del NHS i loot box e le microtransazioni nei giochi finiscono per predisporre i ragazzi al gioco d'azzardo e alle dipendenze.

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a cura di Luca Salerno

La direttrice dell'England's National Health Service (NHS) Claire Murdoch ha di nuovo portato all'attenzione il tema dei loot box, con un report che sostiene come questo tipo di meccaniche possano spingere i ragazzi verso la dipendenza al gioco d'azzardo. Naturalmente, riassunta in questo modo, è una grande semplificazione rispetto all'analisi scientifica proposta dal NHS, anche perché un nesso di causa ed effetto in questi casi non è mai automatico ma sicuramente può rappresentare un buon spunto di riflessione.

«Onestamente nessuna azienda dovrebbe esporre i ragazzi alla dipendenza insegnando il gioco d'azzardo con il sistema dei loot box - ha detto la dottoressa Murdoch - Nessuna compagnia dovrebbe vendere ai bambini giochi basati sul loot box con elementi casuali, quindì sì, si dovrebbe farla finita con questo tipo di pratica di mercato». Nel caso specifico dell'Inghilterra, a cui si riferisce il report, i loot box non sono attualmente soggetti ad alcun tipo di regolamentazione da parte della England Gambling Commission perché non possono essere monetizzati.

Il report tenta di smentire questa idea perché «al di là di questo, i siti di terze parti che vendono account di gioco e oggetti rari sono molto comuni e facili da trovare su siti come eBay attraverso internet».

Per questo la dottoressa Murdoch invita i publisher a vietare i giochi che possano spingere i ragazzi verso il gioco d'azzardo ma anche a introdurre limiti di spesa, dire ai giocatori chiaramente le probabilità di ricevere un oggetto prima di comprare un loot box e «supportare i genitori sensibilizzandoli sui rischi dovuti alle microtransazioni». Il report del NHS ricostruisce, inoltre come alcuni «accertamenti hanno permesso di rilevare numerosi casi di ragazzi che spendono soldi senza che i genitori siano a conoscenza, incluso un ragazzo di 16 anni che ha  pagato 2 mila sterline su un gioco di basket e un 15/enne che ha speso mille sterline per uno sparatutto».