Mani al volante
La modalità principale è come sempre la Stagione. Prima di avventurarsi alla caccia del titolo mondiale, il gioco permette di creare il proprio alter ego digitale, scegliendo tra una discreta varietà di parametri, aspetto fisico incluso. A questo punto non resta altro che offrirsi alle varie scuderie, con la consapevolezza di poter ricevere un contratto dai team modesti, per poi sperare in un accordo milionario con le case più prestigiose. Il proprio ruolo all'intero della squadra può essere di due tipi: primo pilota o pilota di prova (una sorta di collaudatore). Nel primo caso si ha accesso all'intero campionato in qualità di protagonista, mentre nel secondo si ha l'obbligo di regolare al meglio le vetture in stancanti sessioni di test.
Il sistema di gioco, come anticipato, ricalca le orme del suo predecessore su PlayStation 2. Personalizzabile da cima a fondo, il gameplay spazia gradualmente da un contesto simil-simulativo (aiuti disattivati) ad un contesto puramente arcade (aiuti attivati). In entrambi i casi, comunque, è apprezzabile il comportamento delle vetture, piuttosto reattive in ogni situazione, e la buona sensazione di velocità che traspare con qualsiasi delle inquadrature disponibili. Oltre a potersi godere le varie fasi del gran premio, come prove libere, qualificazioni e gara, è possibile intervenire manualmente sulla messa a punto. Proprio quest'ultimo aspetto fa registrare i più consistenti miglioramenti, consentendo di agire manualmente su cinque parametri che qualificano le dinamiche dell'automobile, quali carburante, pneumatici, tenuta, velocità e freni. È anche possibile optare su una messa a punto automatica, ma questo favore va pagato girando un po' in pista per dare input ai nostri tecnici virtuali, che generalmente scelgono abbastanza bene. Un sistema reale, ma a tratti piuttosto noioso. Altra genialità del titolo è la gestione dei meccanici nei box, un sistema di pressione dei tasti laborioso ma efficace.