Nintendo ha paura di diventare noiosa

Il presidente di Nintendo racconta come sia difficile, al giorno d'oggi, convincere la gente a giocare ai videogiochi

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a cura di Andrea Maiellano

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Ci sono dichiarazioni che, quando le si legge, fanno riflettere. Un esempio lampante lo si può trovare in quella rilasciata, qualche giorno fa, dall'attuale presidente di Nintendo, Shuntaro Furukawa, il quale ha candidamente ammesso che è davvero difficile convincere la gente a giocare ai videogiochi.

Una frase che per noi, che mangiamo pane e videogiochi da sempre, può sembrare assurda ma che in realtà ci mostra quanto grande sia la differenza fra la nostra bolla social, nella quale viviamo ogni giorno, e la realtà di un mercato che, come sempre più spesso si sottolinea, non si basa, e non si baserà nemmeno in futuro, sull'opinione degli appassionati.

Durante una lunga intervista rilasciata per la rivista giapponese NHK, il presidente di Nintendo è entrato maggiormente nel dettaglio in merito alla sua affermazione, spiegando che con la moltitudine di forme di "intrattenimento rapido" (intese da quest'ultimo come di facile accesso e dalla fruizione mordi e fuggi), diventa sempre più difficile convincere la gente a investire il proprio tempo in un videogioco.

Secondo Furukawa, il semplice aumento della risoluzione e un boost delle performance, non sono più un elemento chiave per emergere nel mercato dell'intrattenimento. Laddove gli appassionati cercano questi aspetti, la gente ha bisogno di essere affascinata dalla novità. Dal dispositivo, o dal titolo, che ti presenta qualcosa di diverso e per certi versi innovativo.

In Nintendo teniamo sempre in considerazione un importante fattore: se continuiamo a proporre sempre le stesse cose, limitandoci a migliorarle leggermente di volta in volta, la gente si stuferà di noi. Convincere le persone a investire il loro prezioso tempo libero con i videogiochi, è diventata una battaglia molto dura. Oramai la fuori ci sono molte forme di intrattenimento che riescono a garantire il giusto ammontare di svago in maniera rapida e immediata. È per questo che noi cerchiamo sempre di individuare una rivoluzione tecnologica che possa differenziare la nostra proposta da quel semplice upgrade progressivo che gli appassionati si aspetterebbero.

Shuntaro Furukawa

Leggere una dichiarazione del genere dal presidente dell'azienda videoludica con i numeri di vendite, attualmente, più alti e capace di piazzare decine di milioni di copie di un loro titolo nel giro di un weekend, fanno un certo effetto, specialmente considerando che per noi appassionati, leggere numeri a due, o addirittura tre, cifre quando si parla di risultati di vendita di un titolo specifico, o di una console in particolare, ci da l'impressione che il videogioco sia la forma d'intrattenimento principale per milioni di persone.

Eppure così non è, il videogioco indubbiamente ha ottenuto una fama incredibile, anche grazie alla generazione nata negli anni 70 e 80, ed è diventato un elemento indissolubile della cultura pop che ci accompagna tutti i giorni ma questo non vuol dire che la gente, o meglio quell'utenza "casual" capace di smuovere realmente il mercato, lo consideri come la forma primaria di intrattenimento.

Se ci pensate bene, l'attuale situazione di Switch è analoga a quella della, oramai iconica, Nintendo Wii. Tutti ne avevano una in casa ma questo non stava a indicare che tutti la accendessero tutti i giorni o facessero la coda fuori dai negozi per comprare l'ultima iterazione di The Legend Of Zelda o di Super Mario.

Molti la avevano in casa semplicemente per giocare a Wii Sport come gli aveva mostrato Panariello, assieme agli amici o ai famigliari. Con Nintendo Switch la situazione si è leggermente differenziata ma se andiamo a guardare le classifiche di vendita dei titoli esclusivi, troviamo quasi sempre al primo posto Mario Kart 8 Deluxe (un titolo del 2014) e Animal Crossing New Horizons, ovvero i due titoli che, per un motivo o per l'altro, rappresentano quella gente di cui parla Furukawa, ovvero quella che ricerca un'esperienza diversa e, per certi versi, più semplice e immediata.