Nuova modalità grafica
Il primo Tomb Raider può essere annoverato come il primo gioco 3D potenziato dai processori grafici Voodoo di 3Dfx. Tale dispositivo, ormai divenuto leggenda, era capace di filtrare le texture e nel contempo velocizzare il rendering.
Il pezzo forte del gioco era certamente la protagonista principale. Fino ad allora non ci sono state vere eroine nel mondo dei giochi per PC; personaggi come Drakan o Blood Rayne devono la loro fortuna alla famosa Lara Croft. Inoltre, dopo che Angelina Jolie ha portato le gesta di Lara sul grande schermo, la donzella è diventata il personaggio dei videogiochi più conosciuto del pianeta.
Per il settimo capitolo della saga, gli sviluppatori hanno annunciato un ritorno alle origini. La progettazione dei livelli e l'esperienza di gioco dovevano tornare quelli dell'inizio della serie e i risultati sono stati all'altezza delle aspettative. L'aspetto grafico è di prim'ordine: acqua, luci, ombre e vegetazione sfruttano a dovere il potenziale delle DirectX 9. I requisiti di sistema sono relativamente bassi e la velocità di gioco è incredibile. Con gli effetti grafici impostati al massimo, la velocità ottenuta con un sistema composto da una Geforce 6800 GT con CPU a 3.2 GHz è stata appena inferiore ai 40 fps. I frame per secondo ottenuti con impostazioni normali vanno dai 60 ai 200 fps, con V-Sync disattivato, chiaramente.
La modalità Next Generation Content fornisce una spinta in più agli effetti grafici. I dettagli di questa funzione e la versione richiesta per questa modalità non sono specificati nei requisiti di sistema.
Qui vediamo la differenza nell'aspetto di Lara Croft. In modalità normale la sua pelle appare sporca. La lampada sullo sfondo è accesa e Lara è sempre illuminata. Con l'impostazione Next Generation Content attivata, tutte le lampade sono accese. L'ambiente è illuminato da una fonte globale di luce, come potete vedere dalle ombre proiettate dalla luce retrostante. Le pietre quadrate sul muro, gli artefatti e Lara sembra tutti di plastica.