Paradox Interactive si trova ad affrontare un clamoroso insuccesso commerciale con Vampire: The Masquerade - Bloodlines 2 (acquistabile qui a prezzo scontato), annunciando una svalutazione dei costi di sviluppo pari a 355 milioni di corone svedesi, circa 28 milioni di sterline. Il publisher svedese, storicamente specializzato in grand strategy e gestionali complessi, ammette di aver sottovalutato le difficoltà nel valutare il potenziale di mercato di un action RPG in prima persona, un genere che si colloca ben oltre la sua zona di comfort. La vicenda rappresenta un caso emblematico di come anche IP consolidate e team di sviluppo competenti possano naufragare quando mancano le competenze editoriali specifiche per un determinato segmento di mercato.
Le cifre parlano chiaro e disegnano un quadro preoccupante per il futuro del franchise. Secondo le stime di GameDiscover.co riportate da GamesIndustry.biz, Bloodlines 2 avrebbe venduto appena 121.500 copie, generando ricavi attorno ai 3 milioni di sterline. Una performance catastrofica considerando lo sviluppo travagliato del progetto, inizialmente annunciato nel 2019 con Hardsuit Labs alla regia, poi completamente riavviato e affidato a The Chinese Room dopo la cancellazione della prima versione. Anni di lavoro e investimenti che si traducono in una delle perdite più significative nella recente storia di Paradox.
Frederik Wester, CEO di Paradox, ha assunto la piena responsabilità del flop in una nota ufficiale, pur riconoscendo la qualità del lavoro svolto da The Chinese Room. "Vampire: The Masquerade - Bloodlines 2 è un gioco solido con una forte IP in un genere dall'ampio appeal", ha dichiarato Wester, aggiungendo però che "a un mese dal lancio possiamo tristemente constatare che le vendite non corrispondono alle nostre proiezioni". Il manager ha sottolineato come il gioco si collochi al di fuori delle aree core dell'azienda, rendendo retrospettivamente evidente l'incapacità di valutarne correttamente il potenziale commerciale.
La strategia futura di Paradox appare ora radicalmente orientata al ritorno alle origini. Wester ha confermato che l'azienda concentrerà i propri capitali sui segmenti core, ovvero i grand strategy e i gestionali complessi che hanno reso celebre il brand con franchise come Crusader Kings, Europa Universalis e Stellaris. Per quanto riguarda il World of Darkness, l'universo narrativo che comprende Vampire: The Masquerade, il publisher ha annunciato una fase di valutazione per comprendere come sviluppare al meglio questo catalogo di IP in futuro, probabilmente con progetti più contenuti e mirati.
Paradox si è comunque impegnata a rispettare gli obblighi verso chi ha acquistato le edizioni deluxe del gioco. Verranno rilasciate due espansioni narrative post-lancio come promesso, che sostituiscono l'accesso inizialmente previsto a due dei sei clan vampirici giocabili. La prima espansione si concentrerà su Benny Muldoon, lo sceriffo vampiro dall'approccio aggressivo, mentre la seconda avrà come protagonista Ysabella Moore, vampira venerata e proprietaria di nightclub. "Il nostro piano post-lancio rimane solido", ha assicurato Wester, confermando aggiornamenti ed espansioni per i prossimi dodici mesi.
Emerge inoltre un retroscena significativo sullo sviluppo: Dan Pinchbeck, ex boss di The Chinese Room, ha rivelato che il team aveva tentato di convincere Paradox a non chiamare il progetto "Bloodlines 2". Il nome avrebbe creato aspettative irrealistiche rispetto a ciò che il gioco sarebbe effettivamente diventato, molto diverso dal cult RPG immersive sim del 2004 sviluppato da Troika Games. "Ci sedevamo a pianificare come convincerli a non chiamarlo Bloodlines 2", ha dichiarato Pinchbeck, lasciando intendere che quelle discussioni non portarono mai a risultati concreti. Una decisione editoriale che potrebbe aver contribuito significativamente al divario tra aspettative e realtà.
Non è la prima volta che Paradox affronta pubblicamente i rischi legati all'allontanamento dal proprio campo d'eccellenza. Già a fine 2024, i dirigenti Mattias Lilja e Henrik Fåhraeus avevano discusso della necessità di rifocalizzarsi sul core business per ricostruire la fiducia della community e garantire la sostenibilità aziendale. "Vogliamo correre rischi e provare cose nuove", aveva affermato Lilja, "ma dobbiamo essere molto più disciplinati. Più ci allontaniamo dal core, minore deve essere l'investimento". Una lezione che Bloodlines 2 ha reso drammaticamente concreta.