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PC: è davvero questo il momento della “Master Race”?

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PC: è davvero questo il momento della “Master Race”?

di Fabio Canonico martedì 20 Dicembre 2022 10:00
  • 4 min
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Non è poi così lontano il tempo in cui tra l’esperienza di gioco su PC e quella su console intercorreva una differenza abissale. Non necessariamente una era migliore dell’altra, semplicemente erano profondamente diverse, perché erano basate su differenti principi. Lo sfruttamento della maggior potenza dei PC da un lato, l’immediatezza e l’accessibilità delle console dall’altro. E il giocatore non aveva particolari problemi a collocarsi nello spazio a lui più adeguato, tanta era la distanza che separava queste due fruizioni e concezioni del videogiocare.

Non solo: fa quasi strano dirlo oggi, tempi nei quali quasi tutto è disponibile su tutte le piattaforme (e ci torneremo tra poco), ma era perfettamente plausibile che un videogioco venisse sviluppato per PC e non per console, e viceversa. Il concetto di esclusiva, insomma, era decisamente più netto, senza tutte quelle sfumature (per non dire fumo negli occhi) rappresentate dalle locuzioni “esclusiva temporanea”, “esclusiva console”, “prima su” e simili.

Questo è stato vero almeno fino alla settima generazione di console, quella composta da Wii, PlayStation 3 e Xbox 360, ma possiamo estendere il ragionamento anche ai primi anni di Wii U, PlayStation 4 e Xbox One, perché di fatto alla quasi identità odierna tra esperienza console ed esperienza PC si è arrivati progressivamente, attraverso i vari passi che hanno segnato un avvicinamento sì graduale, ma inesorabile e, probabilmente, inevitabile.

Oggi l’evidenza più lampante di tale identità è rappresentata dall’appena citata disponibilità di quasi ogni produzione sia su PC che su console. Comprese, tanto per avere la dimensione del cambio di paradigma avvenuto, le opere first party di un’azienda che addirittura le console le produce, ovvero Sony. Un piccolo aneddoto, semplice ma assai esemplificativo. Sul mio account del PlayStation Network ho 100,00€ da spendere, e molte volte ho pensato di farlo acquistando Horizon Forbidden West o God of War Ragnarok, essendomi goduto su PlayStation 4 i rispettivi predecessori. Perché non l’ho ancora fatto? Perché non ho nei piani l’acquisto di PlayStation 5, possiedo un PC non bestiale, ma comunque perfettamente in grado di gestire i 1080p (persino i 1440, spesso) a 60 frame al secondo e con opzioni grafiche elevate e so che prima o poi (così a naso forse già alla fine dell’anno prossimo) entrambi saranno disponibili anche su tale piattaforma. Se qualcuno avesse detto non dieci, ma solo tre anni fa, “aspetto che questo first party Sony esca su PC” tutti gli avrebbero dato del matto, ora è la normalità delle cose.

Certo, c’è sempre Nintendo che, probabilmente, i propri first party non li porterà mai al di fuori delle proprie piattaforme, ma per il resto della produzione videoludica la disponibilità universale è ormai un fatto assodato, incontrovertibile. E d’altronde è facile capire il perché, vari sono i fattori che lo hanno determinato. Quello tecnologico, in primis: lontani sono i tempi in cui gli sviluppatori dovevano lottare con architetture console astruse, assai diverse da quelle di un PC (ancora oggi in molti hanno gli incubi a causa del processore Cell di PlayStation 3); oggi condividono quasi tutto, l’architettura, come detto, ma anche librerie, tool di sviluppo e simili e quindi è facile gestire lo sviluppo multipiattaforma.

Come conseguenza di ciò, c’è anche il fattore economico. Portare un gioco sia su PC che su console costa quindi relativamente poco, molto meno che in passato e, banalmente, si guadagna di più accedendo a ulteriori piattaforme. Il che, visti i costi di sviluppo sempre crescenti, stavolta in senso assoluto, è una pratica irrinunciabile, dal punto di vista finanziario. Ancora, le scelte di Sony possono essere portate come perfetto esempio di ciò.

Forza Horizon 5

C’è però un discorso che procede parallelamente ai discorsi legati alla tecnologia e al fattore economico, che sicuramente dipende da essi ma va anche oltre, ed è quello legato alla filosofia dietro la fruizione, quella che qualche anno fa in maniera così netta divideva il campo tra l’utenza PC e quella console. Oggi le console si stanno PCizzando, mentre i PC si stanno consolizzando, e sembrano farlo ogni giorno di più, in maniera paradossale, perché all’atto pratico l’identità è già stata raggiunta. Iniziamo a essere quasi nei paraggi di un’emulazione fine a se stessa.

Su console è ormai tutto un fiorire di opzioni grafiche, tra modalità che privilegiano la qualità o la performance e altre personalizzazioni che prima mai vi ci saremmo sognati di trovare. Ed è sicuramente un fatto positivo, anche se un po’ erode quella naturalezza e quella immediatezza una volta tipica dell’esperienza console. Quello che invece non è positivo, per niente, è la controintuitività di dashboard sempre più complicate e astruse, tra le quali orientarsi quasi a tentoni, o nelle quali la libreria di giochi è in secondo piano rispetto al resto.

Su PC invece il cambiamento è stato solo ed esclusivamente positivo. Windows si è sempre più semplificato ed è arrivato a creare appositi spazi dedicati al gaming in maniera del tutto intuitiva: i tempi di “Games for Windows” sono, per fortuna, passati. Macchine sempre più compatte e l’elevata risoluzione dei televisori moderni rendono poi possibile collegare il PC alla TV senza troppi problemi, un’altra cosa che nemmeno troppi anni fa era un incubo e necessitava di troppi compromessi. Il PC nel salotto è stato quindi sdoganato, anche grazie alle apposite interfacce degli store, e per chi proprio non avesse la possibilità di spostarlo fisicamente ecco in aiuto lo streaming, piuttosto affidabile (ma non ancora perfetto).

Uncharted: Raccolta L'eredità dei ladri

Considerando quanto appena scritto non ci si può quindi non porre un quesito: in questo preciso momento storico è il PC la miglior macchina da gioco? Nel momento in cui le console, salvo quelle Nintendo, sembrano aver abbandonato il concetto di esclusiva per come l’avevamo sempre conosciuto, e visto un ambiente ormai accessibilissimo anche ai non appartenenti alla cosiddetta Master Race, il termine con il quale più o meno ironicamente vengono identificati i paladini del gioco su PC, ci troviamo di fronte alla piattaforma definitiva?

È vero, c’è sempre la questione esborso iniziale, che sarà sempre maggiore per un PC che per una console, per ovvi motivi, e il mercato delle schede video è diventato schizofrenico, tra disponibilità altalenanti e prezzi fuori controllo. Grazie a tecnologie come DLSS e AMD FSR, però, anche GPU non troppo vecchie rappresentano opzioni validissime, perché ancora in grado di sostenere il comparto tecnico persino dei giochi più recenti.

Quindi, line-up sconfinata e comprendente titoli che fino a pochi anni fa ci si sognava, superiorità tecnologica, semplificazione della fruizione e dell’esperienza di gioco, al punto che il PC può stare benissimo in salotto attaccato al televisore, retrocompatibilità praticamente eterna. Non sarà che è davvero arrivato il tempo della razza suprema dei giocatori PC?

di Fabio Canonico
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