Recensione forma.8, il gioco italiano fra Limbo e Metroid

forma.8 è il puzzle-platform all'insegna dell'esplorazione sviluppato dalla software house indipendente italiana Mixed Bags.

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a cura di Jacopo Retrosi

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Un po' Limbo, un po' Metroidvania, forma.8 è la risposta indie italiana nel panorama videoludico internazionale. Il titolo Mixed Bag propone un'esperienza mesmerizzante dal sapore nostalgico ma un po' stantio.

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CONTRO: ... ma non tutti; il sistema di controllo resta in balia del motore fisico; ci mette un po' troppo a ingranare; non sempre ispirato.

VERDETTO: forma.8 propone una filosofia old school che sa deliziare i palati alla ricerca di un'avventura in cui il giocatore e il mondo di gioco sono le uniche priorità. Nessun aiuto, nessun trastullo: solo puro e semplice gameplay. A volte ostico, altre criptico e con qualche scivolone qua e là, ma sorvolabile se si ama il genere e si ha un sacco di pazienza.

Dopo ben 5 anni dal suo primo annuncio, tra rinvii e cambi di piattaforma, forma.8 è finalmente realtà. Disponibile per PC, PlayStation 4, Vita, Xbox One e anche Wii U, l'indie di Mixed Bags - team di nostri connazionali - è un puzzle-platform 2D che omaggia i classici Metroidvania, proponendo tuttavia una formula parca di elementi action in favore di una componente esplorativa più marcata ed enfatizzata dalle dense atmosfere che permeano il misterioso mondo di gioco. La lunga attesa sarà stata ben ripagata? Scopriamolo assieme.

Mettiamo subito in chiaro una cosa: forma.8 vanta diverse analogie con gli illustri Metroidvania del passato (e non), tuttavia le similitudini si limitano alla concezione e alla struttura dell'ambiente di gioco.

Come in un Metroid o un Castlevania a caso, la mappa in cui si deve orientare il giocatore è un immenso rompicapo. Un intricato labirinto di cunicoli e scorciatoie che collegano diverse sezioni tramite un intelligente sistema di enigmi e minacce ambientali. Il tutto è legato a uno o più power-up specifici, che una volta acquisiti consentono di ampliare l'area esplorabile, fino a creare un vero e proprio percorso lungo l'intera superficie di gioco.

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In forma.8 però non vestiremo i panni di una cacciatrice di taglie intergalattica né di un cacciatore di vampiri, bensì quelli di un piccolo drone da ricognizione, lento, goffo, inerme e in grado di interagire solo marginalmente con l'ambiente circostante e la pericolosa fauna indigena.

Non fate quindi come il sottoscritto che - da profano - non appena ha letto tra le righe "Metroidvania" si è fiondato sul titolo con chi chissà quali aspettative, o subirete una cocente delusione.

In forma.8 si pensa tanto e si combatte poco; si esplora, si vaga alla ricerca di indizi per proseguire, ma si tende a evitare lo scontro con gli sciami di bacarozzi alieni che infestano lo schermo. E questo perché siamo male armati e vulnerabili. Una piccola onda cinetica e una mina a contatto sono quanto di meglio abbiamo per difenderci e di rado sono sufficienti. 

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Va bene così però: i tratti salienti dell'opera Mixed Bags sono da ricercare altrove e sono veramente poche le occasioni in cui dovremo farci strada a suon di "pugni".

forma.8 eccelle infatti nella sua capacità di creare un senso di abbandono alquanto raro nel media videoludico contemporaneo, annacquato da agevolazioni e aiuti di ogni tipo. Il flebile background narrativo è lasciato volutamente nebuloso. Siamo soli, abbandonati e alla deriva; lo stile grafico sterile e "alieno" e la colonna sonora d'ambiente fanno il resto, creando un'atmosfera fredda e avvolgente al tempo stesso.

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Ci si perde facilmente nei meandri di forma.8 e il backtracking è una costante che ci accompagna dall'inizio alla fine dell'avventura. Basta farsi sfuggire un dettaglio utile e si perdono ore alla ricerca di quell'angolino in cui infilarsi per proseguire.

Vagare a vuoto in compenso è parte integrante del divertimento e la mappa è zeppa di vie secondarie o nascoste in cui raccattare power-up e collezionabili, ma anche di sfide aggiuntive spesso ben più ostiche di quelle normalmente proposte dalla "storia".

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Tra dozzine di viaggi a vuoto e qualche sporadica scaramuccia, forma.8 obbliga il giocatore a spremere le meningi, oltre che ad aguzzare la vista. Il team di sviluppo sembra aver dato fondo al proprio repertorio con gli enigmi, tra giochi prospettici, missioni di "scorta", fasi stealth, percorsi su rotaia, corse contro il tempo e altro ancora. Non tutti sono particolarmente ispirati, ma nel complesso funzionano e la soluzione non è sempre così ovvia. Gli stessi boss altro non sono che ciclopiche prove di abilità che garantiscono quei rari sprazzi di adrenalina di cui il titolo ha tanto bisogno.

Se da un lato infatti il ritmo di gioco lento e riflessivo contribuisce a calarsi nella parte, dall'altra rende le traversate un po' monotone. Le stanze sono enormi, le nostre movenze letargiche e manca all'appello quel senso di progressione che rende l'esperienza via via più completa e avvincente con il passare del tempo e l'acquisizione di nuovi poteri.

Nel mondo di forma.8 siamo sempre e comunque dei pesci piccoli, in continua fuga; si tratta di una scelta di design, in linea con il setting e lo spirito del gioco, ma non ci ha convinto granché. Geometrie astratte, panorami desolati e silenzi quasi assordanti possono dar vita a sinestesie impressionanti, tuttavia quando costituiscono l'unico piatto del menù la noia rischia di prendere il sopravvento.

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Il gioco fortunatamente ha dei guizzi, in particolar modo nell'ultima mezz'ora, dove fa sfoggio di un design dei livelli davvero accattivante, che avremmo gradito osservare più spesso nel corso dell'avventura. Avventura che vi porterà via intorno alle 6 ore prima di essere completata e qualcosina in più se si punta al 100%; un po' poco considerando la scarsa rigiocabilità e il tempo necessario a entrare nel vivo - almeno per il sottoscritto.