Röki | Recensione, una fiaba che scalda il cuore

Röki è una fiaba ispirata al folklore scandinavo che si gioca come un'avventura punta e clicca, accessibile anche a chi è alle prime armi.

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a cura di Martina Fargnoli

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Röki è un'avventura in stile punta e clicca ispirata al folklore scandinavo, realizzata da Polygon Treehouse, uno studio indipendente formato da Tom Jones & Alex Kanaris-Sotiriou, due ex direttori artistici di Guerrilla Games. Con Killzone non condivide nulla, se non la cura riposta nella creazione delle ambientazioni, perché ciò che il team ha voluto realizzare come titolo di debutto è una fiaba, lontana dalla violenza e dalla pesantezza dello sparatutto futuristico. Potremmo dire che Röki è un gioco per tutti, sia per l’accessibilità che insegue, sia per le tematiche trattate che, pur non essendo “soffici” e spensierate, parlano alle persone in modo universale.

Sul ruolo della fiaba come strumento pedagogico non c’è bisogno di dilungarsi troppo: le favole presentano al bambino problemi e stati emotivi che fanno parte del quotidiano e offrono le chiavi di lettura per l’interpretazione e la risoluzione delle situazioni narrate. La scelta di un punta e clicca che presenta in modo chiaro i suoi obiettivi e lo sciogliere i nodi di enigmi che raccontano ben più di ciò che una semplice combinazione di oggetti lascia intendere, si sposano quindi alla perfezione con la struttura fiabesca e narrativa di tutta l’opera. Spostare poi l’attenzione dall’ormai abusata mitologia norrena di molte produzioni verso racconti fantastici dominati da creature tutte da scoprire, rende Röki molto più interessante e in grado di stimolare la curiosità.

Nei panni di Tove, una ragazzina che non si tira indietro di fronte alle responsabilità, vivremo un incredibile viaggio in tre atti tra le profondità di una foresta magica che nasconde più di un segreto, ma soprattutto ospita molte creature, ognuna con le fattezze di mostri e spiriti che popolano le pagine di antichi racconti. In un non troppo velato, ma mai banale, gioco di analogie, si esplicitano i temi centrali che ci accompagneranno nella scoperta degli eventi e dei suoi protagonisti, per un’avventura in crescendo che va a toccare le corde più sensibili del cuore con gentilezza e attraverso gli occhi di chi è ancora troppo giovane per avere pregiudizi. Amore per la famiglia, accettazione della diversità, superamento delle paure, trovare la propria forza interiore anche di fronte alle avversità, sono tutti aspetti di un viaggio formativo che compiamo insieme alla protagonista.

Röki: un'avventura accessibile

Data la natura del gioco molto attenta al contesto narrativo, abbiamo deciso di non fare riferimenti puntuali a nessuna scena, ciò su cui però possiamo dilungarci maggiormente sono le meccaniche di gioco e il design dei puzzle. Trattandosi di un punta e clicca, l’immediatezza e la leggibilità di una scena sono importanti quanto il sistema di controllo. Abbiamo giocato su PC con un controller wireless per Xbox One: dato l’input di tipo drag and drop per combinare oggetti e applicarli al punto desiderato in cui agire, abbiamo trovato più comoda la coppia stick + bottone rispetto allo schema comandi tastiera / tastiera + mouse per navigare nell’inventario. Rispetto ai titoli del passato, Röki cerca di rendere l’interfaccia meno invadente richiamando l’inventario solo quando necessario e semplificando le interazioni e i dialoghi. Tutti gli elementi in una scena con cui è possibile interagire possono essere evidenziati premendo un tasto, azzerando completamente l’affannosa ricerca dell’oggetto microscopico che si confonde con lo sfondo. Insomma, un’esperienza più diretta, senza eccessivi orpelli grafici, nella quale viene stimolata l’osservazione, che all’occorrenza, se lo riteniamo necessario, può essere guidata da feedback visivi. C’è da dire, comunque, che tutti gli elementi importanti per la trama si sono sempre distinti, ciò anche grazie a uno stile artistico pulito e curato in grado di attirare lo sguardo sugli elementi più di rilievo.

Un’altra particolarità di Röki è l’ordine con cui alcuni degli eventi e dei problemi da risolvere in gioco possono essere affrontati, il che potrebbe però anche farvi ritornare spesso sui vostri passi se dovete prendere un oggetto da uno specifico luogo per portarlo da un’altra parte. Il backtracking è una tecnica utilizzata in moltissimi giochi d’avventura, però in alcuni frangenti lo abbiamo percepito davvero molto, soprattutto quando molti dei puzzle richiedono la raccolta di oggetti e reiterano una soluzione il cui schema è alquanto evidente dopo pochi scambi o linee di testo, trasformando il tutto in un processo meccanico. Consci che fare avanti e indietro tra due punti è una componente molto marcata, gli sviluppatori hanno creato un sistema di spostamento intelligente, narrativamente inserito nel contesto, che prova a stemperare la fatica da backtracking. Nel complesso il titolo prova anche ad aggiungere nuovi modi per guardare a uno stesso livello già affrontato, offrendo strumenti nuovi che introducono piccole meccaniche alternative e, dato che passeremo una parte sostanziale della nostra avventura nella foresta, a ogni luogo è conferita una specifica atmosfera. Se amate scandagliare ogni centimetro delle aree giocabili alla ricerca di misteri e collezionabili, probabilmente non vi peserà più di tanto ripercorrere il cammino.

Ascoltare, leggere e osservare con calma e pazienza vi permetteranno di risolvere la maggior parte degli enigmi al primo colpo. Quando pensate di esservi bloccati o non ricordate un passaggio fondamentale, Tove ha con sé un diario nel quale sono racchiusi una mappa, delle annotazioni, dei collezionabili e dei badge. La mappa rappresenta le varie zone come cerchi illustrati, collegati tra loro quando le aree sono vicine o raggiungibili passando attraverso l’area precedente. Le annotazioni invece sono il modo più rapido per consultare le scoperte fatte, gli oggetti da cercare e tutte le situazioni in sospeso. Tove documenterà tutti i passaggi salienti dandovi un aiutino in più per decifrare gli indizi, il tutto con il supporto alla lingua italiana. La difficoltà generale non ci è mai parsa elevata, tuttavia non è detto che voi non possiate trovare il livello di sfida stimolante, sicuramente è equo e basato su informazioni che il gioco non nasconde. Il non affaticarsi nel tentativo di risolvere i puzzle ci ha permesso di concentrarci sulla storia e se consideriamo che per un pubblico più giovane può assumere toni da non prendere alla leggera, il non aggiungere un ulteriore livello di eccessiva complessità evita il crescere di frustrazione e stati negativi, del resto si cerca di passare del tempo divertendosi e non accumulando stress e ansia.