Shadow of the Tomb Raider: L'incubo Recensione, Lara affronta la sua più grande paura

Abbiamo recensito per voi il terzo DLC di Shadow of the Tomb Raider: LIncubo

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a cura di Andrea Riviera

Managing Editor

Continua il nostro viaggio nel season pass di Shadow of the Tomb Raider, ultimo capitolo della trilogia ideata per raccontare le origini di Lara Croft. Dopo avervi raccontato "La Forgia" e il "Pilastro", oggi vi parliamo dell'"Incubo", terzo contenuto previsto che pur non colpendo particolarmente, riesca a garantire una tomba aggiuntiva dal discreto fascino.

Uscire da un incubo

Ciò che propone "l'Incubo" è in parte qualcosa che abbiamo già potuto osservare con un DLC legato a Rise of the Tomb Raider. La nostra eroina ottiene un'indicazione per un ulteriore tomba, tuttavia nel tragitto incrociamo una ragazza che ci immerge attraverso il soffio di una polvere sconosciuta, in uno stato di trance.

Inizia così l'ennesimo ritorno onirico alla magione Croft, dove Lara affronta i suoi peggiori incubi composti da una vasta scala di nemici da eliminare con armi e munizione infinite. Il tutto risulta di già visto, superfluo e non fa altro che concentrarsi in qualcosa che è stato già più volte sottolineato nel corso della saga: il rapporto di Lara con il padre e con se stessa.

A meno che dunque non apprezziate l'idea di sparare a orde di nemici, senza particolari approfondimenti narrativi, questo contenuto aggiuntivo rischia di stancarvi già durante i primi minuti di gioco. Un vero peccato, visto che il tutto poteva essere decisamente meglio approfondito, magari andando a intaccare altri tipi di riflessioni sulla famiglia della giovane archeologa.

Una volta superato questo malevolo riflesso della realtà, veniamo riportati vicino all'ingresso della tomba. La ragazza vista in precedenza, scompare e tutto ciò che è stato vissuto non viene più preso in considerazione nella parte subito consecutiva, sembrando un banale riempitivo di un DLC che non riesce, ancora una volta, a regalare qualcosa di veramente originale.

Fortunatamente la tomba è tutt'altro che superficiale, mostrandosi come la migliore rilasciata finora tra i contenuti del season pass. Tra sezioni platform ben costruite ed enigmi legati agli strumenti musicali, questa nuova tomba riesce ad adempiere e a colmare la povertà di un DLC che ancora una volta si misura in un'oretta di longevità. Un contenuto, quindi, che seppur cercando di dare vita a qualcosa di nuovo, cade inevitabilmente nella superficialità che abbiamo già potuto osservare nei primi due giocati.