Tra i titoli più attesi dei prossimi mesi, inutile girarci troppo intorno, è impossibile non citare Silent Hill f. Complice una fama indiscutibile e l'ottimo ritorno lo scorso anno con il remake del secondo episodio, i riflettori si sono infatti accesi nuovamente sulla saga di Konami, chiamata ancora una volta a competere per il trono dei survival horror. Per farlo il publisher nipponico e la software house NeoBards hanno deciso di rimescolare le carte, proponendo un'ambientazione lontana da quella tradizionale della serie, ma non per questo meno accattivante.
Con Silent Hill f l'orrore nasce infatti in Giappone, promettendo di trasportarci in un horror psicologico travolgente. Per saperne di più siamo volati fino a Colonia, dove alla Gamescom 2025 abbiamo avuto l'occasione di passare quasi 4 ore in compagnia del titolo.
Quiete e tempesta, tempesta e quiete
Hinako è una giovane ragazza, che abita con la sua famiglia in uno sperduto villaggio nelle campagne giapponesi. La sua infanzia non è stata delle più facili, con un padre violento e alcolizzato e una madre incapace di reagire ai soprusi del coniuge. L'unica sua ancora di salvezza era la sorella, che se ne è però andata di casa dopo il matrimonio.
Proprio dopo l'ennesima sfuriata del genitore dovuta ai fumi dell'alcol, comincia la nostra avventura in Silent Hill f con Hinako che, per sottrarsi alla sua ira, altro non può fare che uscire di casa e cercare di trascorrere il più lontano possibile da essa l'intera giornata. Dinnanzi a lei si apre però uno scenario particolare, con l'intero villaggio che pare di colpo in bianco esser diventato disabitato. Le uniche anime presenti sono i suoi amici storici, compagni di mille pomeriggi e autori dei ricordi più felici di Hinako. Il loro incontro dura però davvero poco, dato che una oscura nebbia avvolge in pochi secondi l'intera zona, reclamando la vita di una delle giovani donne e mettendo in serio pericolo quella di tutti gli altri amici.
Durante il nostro consistente provato siamo partiti da queste vicende, spingendoci fino a una prima boss battle. Nel mezzo terrore, puzzle, mistero e, soprattutto, delle ambientazioni particolarmente evocative. La nostra esperienza si è suddivisa in particolare in due differenti zone, una rappresentata appunto dal villaggio natio di Hinako e dai suoi dintorni e una più onirica, dove siamo stati chiamati a esplorare un misterioso tempio colmo di pericoli ed enigmi. Entrambe si sono contraddistinte per essere particolarmente ispirate e curate, riuscendo a restituire al contempo sia il feeling di un ambientazione rurale nipponica che l'orrore tipico della serie di Konami.
Ogni piccolo angolo, ogni singola ambientazione è infatti stata realizzata con grande cura e attenzione, ricreando un mondo di gioco tanto bello da vedere quanto pieno di cose da raccontare. Esplorarlo è poi anche decisamente utile, dato che sarà possibile trovare nascosti nei vari anfratti sia oggetti curativi che altri da offrire in dono ai templi votivi e ottenere così dei vantaggi per la nostra avventura.
Altro pilastro del nostro hands on, così come immaginiamo anche del gioco completo, sono poi state le sezioni puzzle. Esse ci hanno messo di fronte diversi dilemmi, alcuni di essi anche molto sottili e capaci di sfidare il giocatore. A rendere il tutto più intrigante il fatto che tali puzzle si sono rivelati perfettamente in pendant sia con l'ambientazione, grazie all'utilizzo di temi e oggetti cari alla cultura giapponese, che alla narrativa, risultando oscuri e celando dietro di essi indizi sulla trama.
Per farvi un esempio ci siamo a un certo punto trovati in un campo di riso di fronte a un oscuro spaventapasseri, sul cui volto erano impresse delle sensazioni e dei sentimenti, molto probabilmente collegati a eventi del passato. Il nostro compito è stato quello di scovare tra dei manichini quello con il volto più simile a quello descritto, permettendoci così di scoprire qualcosa di più sul passato e sugli antichi screzi della vita della protagonista.
Una ragazzina da non sottovalutare
Se quindi ambientazione ed esplorazione sono di assoluto livello, lo stesso non ci sentiamo però per ora di dire per quanto riguarda il sistema di combattimento. Sia chiaro: scordatevi fin da subito di trovarvi dinnanzi un soulslike come tanti articoli hanno ipotizzato nel corso delle scorse settimane, ma è evidente come molte meccaniche siano condivise con il filone generatosi dall'opera magna di From Software.
Le schivate sono ad esempio fondamentali ed eseguirle perfettamente permette anche di ricaricare la stamina. La presenza di attacchi leggeri e pesanti e la possibilità di stunnare i nemici sono poi altri retaggi del genere, ma alla fine dei conti il tutto si differenzia più che a sufficienza, soprattutto sul piano del ritmo. I combattimenti di Silent Hill f sono infatti lenti e ragionati, dato che dovremmo considerare dei pattern d'attacco tutt'altro che prevedibili da parte dei nostri avversari.
Il discorso generale è però più relativo al fatto che Konami e NeoBards sembrano spesso e volentieri voler incentivare tali scontri, che talvolta finiscono per spezzare un po' l'intera atmosfera. Vedere una giovane adolescente prendere a randellate una mostruosità dietro l'altra senza grossi problemi fa infatti un po' cadere la sospensione dell'incredulità, per quanto Silent Hill f non sia certo una passeggiata di salute, neanche ai livelli più semplici di difficoltà.
I colpi nemici fanno infatti un sacco di danno e gli oggetti per curarsi fanno in fretta a finire. Da quello che ci e stato possibile vedere è quindi forse alle difficoltà più alte, dove ogni scontro può facilmente essere mortale ed è di conseguenza spesso e volentieri meglio fuggire, che si può trovare la vera anima dell'atteso titolo di Konami. Anche perché eliminare gli avversari, oltre che a liberarci la strada, non ci dà vantaggi evidenti come item o esperienza ed è quindi più saggio preservare i propri oggetti per sfide più impegnative.
Tecnicamente, grazie soprattutto a un setting ricreato con cura e delle ambientazioni mai troppo estese, Silent Hill f ci ha poi convinto, sia sul piano visivo che su quello sonoro. Non siamo magari sul cutting edge tecnologico e buona parte degli scenari è totalmente statica, ma il colpo d occhio è di livello e capace di affascinare. Gli effetti visivi della nebbia, con tanto di stuoli di gigli ragno rossi, riescono poi sempre a stupire e terrorizzare al tempo stesso, ibridando insieme bellezza ed orrore. La colonna sonora del sempre ottimo Akira Yamaoka e di Kensuke Inage è infine decisamente sul pezzo e rappresenta un quid non indifferente dell'intera esperienza.
Silent Hill f: in conclusione
Al netto di un sistema di combattimento, un po' troppo spostato verso l'action, Silent Hill f ci ha sicuramente convinto. Il passaggio al suolo nipponico sembra infatti essere stato digerito alla grande dalla serie di Konami senza perdere un oncia di terrore, con Silent Hill f che pare proprio vantare ambientazioni da paura e un atmosfera di indiscutibile livello. Per sapere se la trama reggerà e se i nostri dubbi verranno dissipati dall'esperienza completa non servirà per fortuna aspettare molto, dato che il gioco arriverà su PC, Xbox series e PS5 il prossimo 25 settembre