Sony lega le mani a GeoHot, denuncia archiviata

Sony e GeoHot pongono fine alla battaglia legale con un accordo. La casa nipponica ha strappato un'ingiunzione permanente contro l'hacker, che non potrà più modificare i prodotti Sony.

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a cura di Manolo De Agostini

Sony Computer Entertainment America (SCEA) e George Hotz (GeoHot) hanno raggiunto un accordo che archivia ufficialmente la denuncia depositata da SCEA presso la corte federale di San Francisco, in California. L'intesa, sotto la quale Sony si è assicurata un'ingiunzione permanente contro l'hacker, è stata raggiunta lo scorso 31 marzo.

Nel procedimento SCEA accusava Hotz della violazione delle leggi federali per aver pubblicato online informazioni sul sistema di sicurezza della PlayStation 3 e software in grado di superare i sistemi di protezione, permettendo così non solo d'installare firmware personalizzati o software homebrew, ma potenzialmente far funzionare anche giochi pirata.

Geohot

Secondo la documentazione trapelata su PSX Scene, George Hotz non può più accedere (in pratica, hackerare) senza autorizzazione a qualsiasi prodotto Sony, che abbia o meno accettato i termini d'uso.

L'hacker non può più effettuare il reverse engineering, la decompilazione o il disassemblamento dei prodotti Sony, né usare strumenti per bypassare, disabilitare o superare meccanismi di codifica, sicurezza o autenticazione.

A GeoHot è stato vietato l'uso di qualsiasi tipo di hardware o software che possa consentire ai prodotti Sony di accettare o usare hardware o software non autorizzato, illegale o piratato. Inoltre, non può sfruttare prodotti della casa nipponica per progettare, sviluppare, aggiornare o distribuire software o hardware non autorizzato per l'uso con i prodotti Sony. Se l'hacker violerà uno di questi punti sarà punito con una multa da 10 a 250 mila dollari.

La casa nipponica ha ovviamente espresso soddisfazione per la conclusione del caso. "Sony è lieta di mettersi questo contenzioso alle spalle. La nostra causa era motivata dalla volontà di proteggere la nostra proprietà intellettuale e i consumatori. Crediamo che l'accordo e l'ingiunzione permanente raggiungano questi obiettivi", ha dichiarato Riley Russell, capo del dipartimento legale di SCEA.

"Non è mai stata mia intenzione causare problemi ad alcune utente o rendere più semplice la pirateria. Sono felice di essermi lasciato alle spalle questo procedimento", ha dichiarato George Hotz.

La dichiarazione "da comunicato stampa" dell'hacker è stata però seguita da una più genuina confessione sul proprio blog. GeoHot si unisce al boicottaggio della casa nipponica e invita tutti a farlo. "Non acquisterò mai più un altro prodotto di Sony. Vi incoraggio a fare altrettanto. E se avete acquistato qualche prodotto dell'azienda recentemente, rimandatelo indietro".

Nei commenti a quel post Hotz ha aggiunto che non accetterà di lavorare mai per un'azienda che "odia" e ha si è detto convinto di aver giocato al meglio le sue carte. Inoltre ha promesso che quanto rimasto delle donazioni ricevute per sostenere il contenzioso legale non rimarrà nelle sue tasche.