L’annuncio di Spellcasters Chronicles, il nuovo progetto multiplayer di Quantic Dream, è una di quelle cose che non ci aspettavamo proprio di vedere in questo 2025.
Lo studio francese, conosciuto per aver ridefinito il concetto di narrativa interattiva con Heavy Rain, Beyond: Two Souls e Detroit: Become Human, ha scelto di abbandonare i racconti cinematografici per cimentarsi in un genere totalmente nuovo: un 3v3 free-to-play competitivo che mescola azione, strategia e deck-building.
Il titolo è atteso su PC (Steam) entro la fine del 2025, con una closed beta prevista nei prossimi mesi. Nel corso di una presentazione privata organizzata da Quantic Dream, abbiamo potuto analizzare da vicino i pilastri di questo progetto e capire perché potrebbe rappresentare una delle scommesse più audaci dello studio.
Dalla narrativa al gameplay competitivo
Secondo quanto dichiarato dagli sviluppatori, Spellcasters Chronicles vuole “unire azione e strategia in un’esperienza cooperativa basata sulla magia”.
Un obiettivo ambizioso, ma dopo pochi minuti di gameplay diventa chiaro che il team non intende limitarsi a replicare modelli esistenti: l’idea è reinterpretare il genere hero brawler attraverso una formula che mette in primo piano la creatività e la sinergia di squadra.
Le partite, della durata media di 20-25 minuti, vedono scontrarsi due squadre da tre maghi, gli Spellcaster, impegnati nel controllo di altari magici e nella distruzione delle Lifestones avversarie.
Fin qui lo schema ricorda quello di un’arena competitiva classica, ma la vera differenza sta nella componente strategica: ogni giocatore dispone di un Libro degli Incantesimi personalizzabile, un deck di oltre 50 magie ed evocazioni costruito in perfetto stile deck-builder.
Il risultato è un gameplay dinamico e imprevedibile, dove ogni incontro assume la forma di una “partita a scacchi arcana”: una danza di fuoco, ghiaccio e luce che richiede coordinazione, pianificazione e conoscenza profonda del proprio mazzo.
Non si tratta quindi di un brawler puro, ma di un ibrido tattico che fonde la rapidità dell’azione con la profondità strategica di un gioco di carte collezionabili.
Un mondo che conserva l’anima di Quantic Dream
Pur segnando una netta svolta rispetto al passato, Spellcasters Chronicles non rinuncia all’identità narrativa dello studio. Il world building è uno dei punti di forza del progetto: ci troviamo in un universo dove gli dèi sono scomparsi e pochi eletti hanno imparato a incanalare una forza primordiale chiamata Fonte, diventando i maghi supremi del mondo.
È una premessa che, sebbene serva principalmente da contesto, rivela la volontà di Quantic Dream di continuare a raccontare storie complesse, anche in un contesto multiplayer.
Particolarmente interessante è il concetto di community narrative, un sistema che permetterà ai giocatori di influenzare la trama globale attraverso decisioni collettive stagionali. Ogni stagione introdurrà scelte morali e politiche che l’intera community dovrà affrontare, modificando così l’equilibrio del mondo di gioco, l’aspetto delle mappe e perfino le fazioni disponibili.
Un’idea ambiziosa che, se supportata da un design solido e coerente, potrebbe distinguere Spellcasters Chronicles nel panorama dei multiplayer moderni, troppo spesso privi di una reale progressione narrativa.
Libertà e spettacolarità del combattimento
Dal punto di vista del gameplay, Spellcasters Chronicles fa della verticalità e della libertà di movimento due elementi centrali. Gli Spellcaster possono volare liberamente all’interno delle arene, librandosi sopra il campo di battaglia per scagliare incantesimi dall’alto o evocare creature che combattono al suolo.
Questa caratteristica introduce un livello di profondità notevole nella gestione dello spazio e della visibilità, rendendo ogni scontro una combinazione di riflessi, strategia e posizionamento.
Ogni archetipo(supporto, tank o DPS) possiede un proprio stile e un set di magie unico. Tuttavia, il vero cuore del sistema risiede nella sinergia tra i tre membri della squadra. Le abilità si combinano, i buff si intrecciano e gli effetti delle evocazioni possono essere moltiplicati da incantesimi sinergici.
In una delle partite dimostrative più spettacolari, un team ha usato un incantesimo sismico per sollevare il terreno, creando un’arena sopraelevata, mentre un compagno evocava un drago per bombardare i nemici rimasti intrappolati. L’effetto visivo era impressionante, ma ancor più notevole era la fluidità dell’azione, gestita in tempo reale con pieno controllo dei movimenti.
Strategia e personalizzazione
Il sistema di costruzione dei mazzi rappresenta probabilmente l’aspetto più profondo e innovativo del titolo. Ogni giocatore può comporre un set di incantesimi personalizzato scegliendo tra sette scuole di magia, ognuna con il proprio stile e le proprie peculiarità.
È possibile puntare su build difensive, con barriere e magie di guarigione, oppure su approcci più aggressivi, basati su danni ad area o evocazioni devastanti.
Tra le magie più potenti troviamo i Titani, entità colossali capaci di ribaltare l’esito di una partita in pochi secondi. Tuttavia, anche qui la forza bruta non basta: la vittoria passa attraverso la coordinazione e la pianificazione collettiva.
Ogni decisione tattica ha un impatto concreto e un errore di tempismo o un posizionamento sbagliato possono vanificare anche la strategia più accurata.
È evidente che Quantic Dream stia cercando di trovare il punto di equilibrio tra skill individuale e gioco di squadra, lasciando spazio alla personalizzazione senza compromettere l’importanza della cooperazione.
Stile visivo e direzione artistica
A livello estetico, Spellcasters Chronicles si presenta come una produzione di alto profilo. Le arene, sospese tra cielo e terra, ricordano un mix di fantasy classico e influenze orientali, con architetture monumentali e panorami che sembrano dipinti a mano.
Il comparto tecnico è sorprendente per un titolo multiplayer free-to-play: gli effetti particellari legati alla magia, la qualità delle animazioni e la pulizia complessiva dell’immagine testimoniano un lavoro di produzione di livello tripla A.
Pur trovandosi ancora in fase di sviluppo, il gioco mostra già un’identità visiva chiara e riconoscibile, elemento raro per un debutto in un genere tanto affollato.
Quantic Dream sembra aver voluto coniugare spettacolarità e leggibilità, garantendo che ogni incantesimo sia visivamente d’impatto ma anche chiaramente distinguibile, requisito fondamentale per un titolo competitivo.
Un progetto in evoluzione
La closed beta, attesa entro la fine dell’anno, servirà come primo test pubblico per mettere alla prova il bilanciamento tra deck-building, mobilità aerea e ritmo di gioco.
Il team ha ribadito più volte la volontà di costruire il gioco insieme alla community, ascoltando i feedback dei giocatori e adattando progressivamente il gameplay. È un approccio che ricorda quello dei moderni live service, ma con la promessa di una componente narrativa persistente e condivisa.
Se Quantic Dream riuscirà a mantenere questa visione, Spellcasters Chronicles potrebbe rappresentare un esperimento riuscito di convergenza tra narrazione dinamica e competizione strategica. Un titolo in grado di parlare tanto agli appassionati di action multiplayer quanto ai fan delle esperienze più autoriali dello studio francese.
Verso una nuova frontiera per Quantic Dream
Spellcasters Chronicles non è semplicemente un cambio di genere, ma un vero banco di prova creativo per uno studio che ha deciso di mettere alla prova la propria capacità di reinventarsi.
David Cage lo ha definito “un esperimento di crescita”, e non è difficile capire il perché: il progetto rappresenta una sintesi tra la profondità narrativa che ha reso celebre lo studio e la voglia di esplorare un linguaggio videoludico più dinamico e competitivo.
C’è ancora molto da dimostrare, certo. Ma se l’intuizione di coniugare libertà tattica, storytelling collettivo e un’estetica curata fino al dettaglio dovesse concretizzarsi, Spellcasters Chronicles potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per Quantic Dream, e forse, di una nuova direzione per il multiplayer strategico.