Ricordo la prima volta che ho letto del progetto Steam Machine. Era il 2013 e tutto sommato l'idea era nobile, quasi romantica: liberare il PC gaming dalla scrivania e portarlo in soggiorno, con un sistema operativo Linux (SteamOS) che avrebbe spezzato le catene di Windows. Poi... il disastro. O meglio, il mesto oblio. Un coacervo di macchine prodotte da terze parti, con specifiche confuse, un sistema operativo acerbo, e uno Steam Controller la cui ambizione era superata solo dalla sua goffaggine iniziale. Fu un fallimento. Un nobile, costoso fallimento (ma che ho onestamente apprezzato, almeno nel tentativo).
Per questo, leggendo l'annuncio di Valve, la mia prima reazione è stata un misto di scetticismo e déjà vu. Una nuova Steam Machine? Davvero?
Eppure, questa volta è diverso. Maledettamente diverso. Quello che Valve ha annunciato è di fatto l'atto finale di un piano decennale che ha avuto un prologo fallimentare (le prime Steam Machine) e un "beta test", ovvero Steam Deck.
Se Sony e Microsoft, attualmente impegnate a pianificare le loro prossime mosse per il 2027-2028, non stanno guardando a questo annuncio con terrore puro e assoluto, allora probabilmente non si stanno rendendo conto delle pedine messe su questa scacchiera. La prossima Xbox, in particolare, che secondo ogni indiscrezione punta a essere essa stessa una sorta di "PC da salotto", rischia di trovarsi di fronte non un concorrente, ma un predatore che ha già conquistato il territorio.
L'inizio di tutto
Facciamo un passo indietro. Il fallimento delle prime Steam Machine insegnò a Valve una lezione fondamentale: non puoi pensare di dare il lavoro agli altri e ottenere una rivoluzione. Se vuoi cambiare le regole del gioco, devi costruire tu stesso l'hardware, controllare il software e, soprattutto, dimostrare che la tua visione funziona.
Valve ci pensò con Steam Deck. Quando fu annunciato, molti di noi (me compreso) lo liquidarono come un gadget per smanettoni. Un PC portatile goffo che avrebbe fatto la fine della PS Vita. Ci sbagliavamo. Ci sbagliavamo di grosso.
Il Deck non è stato solo un successo commerciale; è stato un cavallo di Troia. Innanzitutto, ha reso Proton una realtà: quella che era una tecnologia di compatibilità sperimentale è diventata "stregoneria pura", capace di far girare migliaia di titoli AAA recenti su Linux, a volte persino meglio che su Windows, cancellando di fatto il problema della "mancanza di giochi".
Contemporaneamente, Valve ha perfezionato SteamOS, evolvendo l'interfaccia "Big Picture" in un sistema operativo da salotto (o portatile) maturo, scattante e perfettamente integrato, una vera e propria esperienza console. Infine, l'asso nella manica: il programma "Verified". Quella piccola spunta verde ha eliminato l'ansia tipica del PC gaming (driver, impostazioni, compatibilità) e ha dato all'utente medio una semplice garanzia: il gioco funziona. Semplice.
Il Deck è stato l'arma con cui Valve ha abituato milioni di utenti (e sviluppatori) a un nuovo ecosistema. Ora, con l'annuncio della nuova Steam Machine, sta semplicemente prendendo quel motore collaudato e lo sta inserendo in un telaio più performante.
Anche perché cerchiamo di capire qualcosa di più di questa Steam Machine. Innanzitutto non sarà un mero PC economico. Si mostra come un cubo compatto, con alimentatore integrato e specifiche che puntano dritto a PS5 e Xbox Series X. Parliamo di una CPU Zen 4 custom, una GPU RDNA 3 con 28 CU (la PS5 ne ha 36, ma di generazione RDNA 2; la Series X ne ha 52, sempre RDNA 2), e un TDP combinato che suggerisce prestazioni molto interessanti con l'obiettivo dichiarato dei 4K a 60 FPS con FSR.
La libreria e il costo totale
Il più grande ostacolo per ogni nuova console è la killer application. Devi convincere la gente a spendere 500-600€ per una scatola nuova, promettendo giochi futuri.
La Steam Machine non ha questo problema. Il giorno del lancio, avrà la più grande libreria di giochi nella storia.
Basti pensare banalmente al nostro account Steam. Pensate a tutti i giochi che abbiamo comprato negli ultimi quindici anni. I saldi estivi, i bundle, i regali. Il giorno in cui collegheremo la Steam Machine alla nostra TV, avremo accesso immediato a migliaia di titoli. Baldur's Gate 3, Elden Ring, Half-Life 2, Portal, The Witcher 3, Stardew Valley, Vampire Survivors. Tutta la nostra vita di giocatore, lì, sul divano, con un'interfaccia console e (presumibilmente) un nuovo Steam Controller che funziona.
E attenzione, ribadisco un concetto importante: questa non è retrocompatibilità. Questa è compatibilità universale e perpetua.
PlayStation e Xbox non possono competere su questo. Sony fa pagare per il suo "PS Plus Classics". Microsoft ha fatto un lavoro egregio con la retrocompatibilità, ma è limitata a un catalogo curato. Valve offre tutto.
La sfida diretta a Xbox
Phil Spencer e Microsoft hanno capito da tempo che il futuro non è la scatola, ma l'ecosistema. Game Pass è la loro risposta. Hanno spinto l'idea di "Play Anywhere", portando tutti i loro titoli su PC e console. La prossima Xbox, si dice, sarà quasi un PC reference, forse con una versione locked-down di Windows, progettata per essere il "centro" dell'intrattenimento domestico e il veicolo perfetto per Game Pass.
Il problema? Valve è arrivata prima e rischia di farlo meglio.
Microsoft sta per lanciare il suo "PC da salotto" in un mercato dove Valve offre già un "PC da salotto" (Steam Machine) con un sistema operativo (SteamOS) più leggero, più veloce e più ottimizzato per il gaming di quanto Windows potrà mai essere. Un OS senza bloatware, senza aggiornamenti forzati nel mezzo di una partita, senza la confusione del Microsoft Store o dell'app Xbox.
Come sempre quello che conterà saranno le performance e soprattutto il prezzo, oltre che la volontà degli utenti basata sulla libreria che possiedono. Xbox punta a creare un sistema più completo, ma a quale costo?
La minaccia a PlayStation
Sony ha una strategia diversa. Il suo punto di forza è il "giardino recintato". Esclusive di qualità cinematografica, un ecosistema premium chiuso e un hardware che semplicemente funziona. È il modello Apple, ed è ancora oggi un successo.
Ma questo modello sta già scricchiolando. Per aumentare i profitti, Sony è stata "costretta" a portare i suoi gioielli della corona su PC. God of War, Horizon Zero Dawn, Helldivers 2, Ghost of Tsushima. Ogni singola esclusiva PlayStation che arriva su PC (e quindi su Steam) è un chiodo in più sulla bara della prossima PlayStation.
Perché dovrei comprare una PlayStation 6 nel 2028 per giocare Horizon 3 a 80€, quando posso semplicemente aspettare 12 o 18 mesi e giocarci sulla mia Steam Machine a 40€ in saldo, e avendo accesso a tutta la mia libreria PC?
La Steam Machine diventa, paradossalmente, la console migliore per giocare ai titoli PlayStation.
Il tempo è galantuomo
Il 2026 non è una data casuale. È abbastanza lontana da permettere a Valve di consolidare ulteriormente Proton e il programma "Verified". È abbastanza vicina da intercettare il "mid-cycle refresh" (PS5 Pro, ecc.) e posizionarsi come la vera next-gen prima dell'arrivo di PS6 e della prossima Xbox, anche se quest'ultima potrebbe arrivare prima di quanto potremmo pensare.
Le prime Steam Machine fallirono perché erano un'idea senza esecuzione. Il Deck è stata l'esecuzione senza l'hardware da salotto. La nuova Steam Machine è quindi la sintesi perfetta, ovvero il piano di Gabe Newell che giunge a compimento dopo tanti anni di tentativi.
Microsoft si troverà a combattere contro un avversario che arriva prima, notevolmente prima e lo fa con un sistema molto ottimizzato. Sony si troverà a combattere contro un avversario che divora le sue esclusive non appena escono dal giardino recintato, offrendo un valore complessivo infinitamente superiore.
Chiaramente lo specifico: il successo non è garantito e il prezzo sarà fondamentale. Se Valve riuscirà a mantenere la Steam Machine base intorno ai 600-700€, assisteremo a qualcosa di molto interessante. Ma una cosa è certa: la guerra delle piattaforme da salotto per la prossima generazione sarà decisamente molto più interessante. E questa volta, Valve non sta scherzando.