Un PES meno complesso

Recensione - Test di PES 2012, l'ultima versione del gioco calcistico di Konami

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a cura di Tom's Hardware

Un PES meno complesso

Per coloro che non hanno seguito le notizie sui videogiochi di calcio negli ultimi anni chiariamo che fin dall'edizione del 2010 FIFA prende nettamente le distanze. Con un gioco più bello, più vibrante, più raffinato e più completo Electronic Arts sembra aver finalmente capito quello che serve per imporsi sul mercato, ascoltando i consigli dei videogiocatori. Le cose per PES sono un po' più complicate.

Per gli sviluppatori giapponesi è stato difficile approdare alla console in alta definizione. Konami ha trascorso molto tempo a sviluppare il motore grafico e ci sono voluti ben tre anni prima di raggiungere un risultato capace di rivaleggiare con FIFA. Questo si traduce in tre capitoli, dal 2008 al 2010, non particolarmente riusciti e uno un po' più vello, ma nel frattempo è stato superato dalla concorrenza. Come uscire da questa situazione?

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La risposta di Konami è tanto semplice quanto sorprendente. Un ritorno alle origini, quelle che hanno decretato il successo della serie. Provate a chiedere a un fan di PES qual è il suo episodio preferito. Ci sono ottime possibilità che risponda PES 6. La ragione è semplice, è il capitolo più divertente della serie.

Tutto questo serve per capire che già i primi scambi di palla con PES 12 basteranno a convincervi di essere ritornati a quell'episodio leggendario. Il gioco di Konami è veloce, nervoso e non esita a mostrare le sue inclinazioni arcade. Caratteristiche che abbiamo visto per l'ultima volta in PES 6. Il titolo avvantaggia enormemente (se non addirittura crudelmente) la parte offensiva, con attaccanti che saranno in grado di dribblare facilmente due o tre difensori prima di bucare la porta.

Vedere giocatori Messi, Rooney, Ibrahimovic o qualsiasi altro attaccante di talento smarcarsi a venti metri dalla porta vuol dire assistere nell'ottanta percento dei casi a un goal, o mal che vada a un pericoloso tiro in porta.

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A tutto questo si aggiungono gli sforzi degli sviluppatori sull'intelligenza artificiale per rendere il gioco più dinamico. Dimenticate lo statico PES degli ultimi anni, con gli esterni di centrocampo che non fanno una sovrapposizione neanche se li pregate in ginocchio. Ora il comportamento dei compagni di squadra è molto più credibile.

I centrocampisti non esiteranno ad andare fino al limite dell'area di rigore per dare una mano, i terzini contribuiranno alle manovre d'attacco con preziose sovrapposizioni per allargare le maglie della difesa avversaria e allo stesso tempo i difensori saranno più attenti a non farsi infilare in pericolose ripartenze.

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In breve, sono finiti i giorni in cui ci sembrava di dover lottare contro il gioco per riuscire a organizzare un'azione in modo decente e piacevole. Al contrario, in questo capitolo non mancano i colpi di scena e le palle di cannone sparate da 30 metri.