Videogiochi con rilevazioni biometriche, manca poco

Valve Software ritiene che la prossima frontiera dei videogiochi possa essere la raccolta di dati biometrici. Battito del cuore, dilatazione della pupilla, sudorazione: tutti segnali che lancia il nostro corpo e che potrebbero influire sul gameplay.

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a cura di Manolo De Agostini

I dati biometrici raccolti dai videogiocatori saranno fondamentali per i giochi del futuro. Valve Software non ha dubbi: gli sviluppatori potranno realizzare un determinato tipo di gameplay a seconda delle reazioni emotive e fisiche dei videogiocatori. Le sensazioni dei giocatori potrebbero però influire anche sul multiplayer, cambiandolo totalmente.

"Accedere alle sensazioni del videogiocatore ci permette di costruire esperienze molto più interessanti e avvincenti", ha dichiarato Gabe Newell, cofondatore di Valve. "Non pensiamo che l'uso dei dati biometrici sia in dubbio: la domanda è quando e in che forme si presenterà. Anche le cose più piccole, come la risposta galvanica della pelle o la frequenza del battito cardiaco, potrebbero essere davvero utili e sono solo l'inizio dei dati che si potrebbero raccogliere". 

Anche sudare potrebbe modificare il gameplay

I controller di prossima generazione potrebbero integrare sensori per raccogliere dati, e webcam potrebbero consentire agli sviluppatori di catturare lo sguardo del giocare e misurare la dilatazione della pupilla (Valve e Eye Tracking, gli occhi sostituiscono il mouse). Qualcosa di simile l'abbiamo già visto con il Wii Vitality Sensor di Nintendo.

Valve ha già sperimentato la raccolta di dati biometrici con una versione speciale di Left 4 Dead 2. Gli sviluppatori sono rimasti sorpresi dal cambiamento dell'esperienza di gioco in modalità multiplayer. Le persone potevano infatti vedere, tramite delle barre, lo stato di "eccitazione" degli altri giocatori.

"Abbiamo riscontrato che le persone erano incredibilmente aggressive verso i giocatori più eccitati del team avversario ed erano molto difensive rispetto ai giocatori più eccitati del proprio schieramento". Gli sviluppatori hanno iniziato chiedersi perché si verificasse questo comportamento e sono arrivati a delle conclusioni.

Il gioco online è un'esperienza di tipo sociale, ma ci sono ancora molti strati di anonimità. Newell l'ha paragonato alla differenza tra email e chat. Condividere i dati biometrici tra i videogiocatori ha rimosso una parte di quell'anonimato e ha cambiato il modo in cui i giocatori hanno interagito fra loro.

Gabe Newell ha anche svelato che Valve sta parlando con una società che fa impianti EEG (elettroencefalogramma) nei crani delle persone e raccoglie un flusso globale di dati sul corpo. Newell non esclude che in futuro questa possa diventare un'opzione ragionevole anche per il consumatore medio. "Al momento è un'operazione da 60 mila dollari ma restituisce dati fantastici che si potrebbero utilizzare".

La strada è segnata: i sensori biometrici cambieranno il futuro dei videogiochi. Quando? Il cofondatore di Valve spera la prossima generazione di dispositivi da salotto abbia un qualche tipo di capacità che rilevi le sensazioni dei videogiocatori. Si è detto infatti "molto sorpreso" se non le avessero. E voi, siete pronti a condividere le vostre sensazioni?