Affare Microsoft-Nokia: opportunità ma anche tante grane

L'acquisizione di Nokia da parte di Microsoft è l'ennesimo campanello d'allarme per l'Europa, che perde un grande protagonista dell'innovazione tecnologica. Per Microsoft può rappresentare un'opportunità, ma anche una fonte non indifferente di problemi.

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a cura di Manolo De Agostini

L'acquisizione della divisione telefonica di Nokia da parte di Microsoft ha scatenato una ridda di commenti. Anzitutto bisogna notare come un'altra grande azienda europea sia volata oltreoceano. È una perdita importante, di quelle che dovrebbero far accendere mille campanelli d'allarme ai politici del Vecchio Continente. Allo stesso tempo molti analisti si sono travestiti da novelli Nostradamus per dipingere il destino del settore tecnologico. La frase più usata è "Microsoft ha finalmente la possibilità di…", eccetera, eccetera.

Vero, Microsoft ora controlla un produttore di telefoni e smartphone, un'azienda che ha indubbiamente dato lustro al settore e continua a farlo anche oggi, ma l'acquisizione non vuol dire automaticamente recuperare il tempo perduto. Serve una strategia da approntare rapidamente e soprattutto vincente. Come avviene spesso quando si parla della casa di Redmond, non sono le capacità e la potenza a essere messe in dubbio, ma come i vertici riusciranno a sfruttare le bocche di fuoco a loro disposizione.

Risto Siilasmaa, CEO a interim di Nokia e Steve Ballmer, pronto a lasciare Microsoft 

La nuova struttura dirigenziale, unita all'arrivo di un amministratore delegato che ci auguriamo abbia coraggio e visione, saranno decisivi, altrimenti Microsoft avrà fagocitato un nuovo colosso senza cavarne un ragno dal buco. Sarà Stephen Elop la persona giusta per guidare il colosso statunitense alla rincorsa di Apple e Google? Difficile stabilirlo, anche se molti gli imputano di aver scelto le strategie sbagliate in questi anni alla guida di Nokia. E c'è chi insinua l'abbia fatto coscientemente, per favorire l'acquisizione di queste ore.

Complottismi a parte, l'unica cosa certa è che fa parte della rosa dei "papabili". Steve Ballmer non ne ha fatto mistero al Seattle Times e, passateci la battuta, basta leggere Elop al contrario per capire che è in "pole" position. Il nuovo amministratore delegato, o lo stesso Ballmer se non si troverà un sostituto in tempi rapidi, dovrà stare molto attento alla strategia.

Nelle scorse ore per esempio è tornato in auge l'argomento BlackBerry. Secondo fonti del sito Bloomberg non è escluso che Microsoft continui lo shopping, facendo una puntata in Canada per accaparrarsi una BlackBerry che si sta guardando intorno alla ricerca di un buon samaritano. Microsoft potrebbe avere grande interesse in BlackBerry, vista l'importanza che ha ancora nel mercato enterprise.

Un altro problema non da poco è decidere il destino di Windows Phone. L'azienda ha già dichiarato che l'acquisizione di Nokia non cambia nulla e che porta valore ai partner. Belle parole, ma se fossimo HTC, Samsung o Huawei qualche dubbio lo avremmo. Nokia già dominava la scena Windows Phone, forte di un accordo favorevole con Microsoft, e c'è il pericolo che la disparità si aggravi.

Stephen Elop, in "polE" position per la poltrona di AD di Microsoft

HTC e Samsung non hanno rilasciato dichiarazioni dettagliate, ma HTC ha aggiunto oltre al classico "no comment" il significativo "stiamo valutando la situazione". Eppure in passato si parlava di una partnership più forte tra l'azienda taiwanese e Microsoft, pronta a sbocciare in un prodotto simile all'HTC One, ma con Windows Phone.

La casa di Redmond professa fiducia nel futuro, e ricorda di essere entrata nel mercato dei PC/tablet con i prodotti Surface senza perdere il proprio ecosistema di partner. Ballmer afferma di aver parlato con diversi OEM che si sono dichiarati felici dell'investimento fatto dall'azienda. Tutto molto bello, ma bisogna anche considerare che i due Surface sono stati un flop - conclamato quello del modello RT - e che il comparto mobile è più competitivo di quello PC.

Se un produttore di PC oggi abbandona Windows non sa bene con cosa sostituirlo (Linux, Chrome OS non sono alternative dello stesso livello), mentre nel settore degli smartphone c'è Android, ma presto troveremo anche Tizen e alcuni sistemi emergenti. C'è anche la prova, ed è davanti ai nostri occhi: Windows RT non ha riscosso successo? I produttori l'hanno abbandonato in favore di Android, un prodotto maturo.

Insomma, per concludere, ci permettiamo di suggerire a Microsoft di creare un ecosistema senza differenze. I suoi prodotti (ovvero quelli che farà l'ex Nokia) non dovranno aver alcun vantaggio in partenza rispetto agli altri. Inoltre, e qui Android insegna, dovrebbe allentare il controllo sul sistema se vuole davvero raccogliere i favori del settore. Certo, potrebbero nascere disparità sul fronte degli aggiornamenti - un grande problema di Android - ma questa soluzione andrebbe quantomeno vagliata.

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I grandi colossi come Samsung vogliono personalizzare i prodotti e distinguersi dalla massa, avere un margine di manovra. Se non potranno farlo, non vedranno vantaggi e continueranno a usare un sistema privo di costi di licenza e completamente malleabile come Android. Allo stesso tempo HTC e Samsung potrebbero fare uno smartphone o due, ma a Microsoft quel che serve è che ne realizzino parecchi di più.

Servono massa critica e soprattutto prodotti di fascia bassa, dal costo accessibile. Il successo del Lumia 520 ne è una conferma e se l'obiettivo è quello di triplicare la quota nel settore smartphone entro il 2018, passando dal 4 al 15% in cinque anni, non bisogna commettere passi falsi, sperando che gli altri invece ne facciano qualcuno. Sta tutto nella strategia, e nell'agire quasi come una startup e non come un gigante lento. Sembra che in Microsoft l'abbiano capito, mettendo alla porta Steve Ballmer, ma ora è arrivato il momento di applicare i buoni propositi. Auguri.