La banda larga mobile è sempre più intasata, e gli utenti cominciano a trovarsi di fronte a problemi cronici di congestione della rete, in città come San Francisco, New York e Londra. Questo l'allarme lanciato dall'ITU, l'Unione internazionale delle telecomunicazioni. La soluzione? Investire nella fibra ottica, potenziando le infrastrutture fisiche che reggono anche le reti mobili.
É la prima volta che l'autorevole agenzia delle Nazioni Unite interviene così decisamente su un problema già segnalato da alcuni esperti e snobbato da altri.
La "colpa" della paralisi imminente è la diffusione massiccia di smartphone e tablet, i cui utenti consumano in media capacità di dati cinque volte maggiori rispetto agli utenti di telefoni cellulari tradizionali. Entro il 2015 smartphone e tablet passeranno dagli attuali 500 milioni a quasi due miliardi. Secondo le stime dell'ITU, il numero di abbonamenti alla banda larga mobile raggiungerà un miliardo nel primo trimestre del 2011.
Gli operatori - dice l'ITU - devono già ricorrere a strategie multiple per tenere il passo con la domanda, e non tutti ce la fanno.
La ricetta del Segretario generale dell'ITU, Hamadoun Touré, è inequivocabile. Investire in fibra ottica - e questo spetta sia ai governi che agli operatori - e accrescere la disponibilità di spettro delle frequenze - e questo spetta ai governi.
La banda larga italiana, vista da Giannelli
L'allarme dell'agenzia delle Nazioni Unite arriva il giorno dopo la decisione del governo italiano di ridurre a 100 milioni - dagli 800 previsti - i finanziamenti per la banda larga. D'altronde lo stesso commissario di AgCom, Nicola D'Angelo, proprio oggi ha osservato che "In Italia si è parlato tanto di nuove reti di fibre ottiche Ngn ma non è stato fatto molto, le poche iniziative sono state quelle realizzate territorialmente".
ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione