Amazon, Google e Microsoft spendono in ricerca e sviluppo 5 volte di più dei cinesi

I grandi colossi tecnologici degli Stati Uniti spendono più denaro in ricerca e fanno più innovazione. Ma presto le cose potrebbero cambiare.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Le grandi società hi-tech statunitensi sono ancora quelle che spendono di più in ricerca e sviluppo (R&D), per quanto la concorrenza delle aziende cinesi sia sempre più pressante. Secondo un rapporto di PricewaterhouseCoopers LLP, infatti, per ogni dollaro speso dalle società asiatiche, colossi come Amazon, Google o Microsoft ne hanno spesi cinque. In generale, inoltre, la ricerca suggerisce che gli investimenti che arrivano dal settore tecnologico rappresentano i due quinti della spesa mondiale in R&D.

Il rilevamento tiene in considerazione le attività delle prime 1.000 aziende per capitali investiti in R&D, nel periodo tra giugno 2017 e giugno 2018. Le aziende cinesi con gli investimenti più significativi (Tencent, Baidu, Alibaba) non si sono piazzate oltre il 44esimo posto. Il totale della spesa ammonta a 782 miliardi di dollari, 329 dei quali da imputare ad aziende statunitensi. L'analisi prende in considerazione solo le aziende quotate in borsa e questo esclude, tra gli altri, nomi significativi come quello di Huawei; controllata dal governo cinese, l'anno scorso ha investito 13 miliardi di dollari in R&D.

Secondo Edward Tse (chief executive di Gao Feng Advisory Company) almeno in parte la differenza è radicata nel diverso approccio. Se da una parte i grandi colossi USA hanno interesse a sviluppare innovazioni continue, dall'altra le loro controparti cinesi sono dei second player che preferiscono affidarsi a tecnologie già conosciute e testate.

Il quadro cambia almeno un po' se si considerano le tendenze pluriennali: le aziende cinese hanno speso 61 miliardi in R&D nel periodo preso in considerazione, ma nel 2010 la cifra era di soli sette miliardi. Oggi 145 delle prime mille aziende sono cinesi, mentre dieci anni fa erano solo quattordici. Segnali che, secondo Timothy W. Martin del Wall Street Journal, indicano come anche in Cina si stia dando sempre maggior rilievo allo sviluppo domestico di nuove tecnologie.

La differenza tra i due paesi diventa più sottile, inoltre, anche se si considera la spesa in rapporto al fatturato: alcune compagnie, come Amazon, Alphabet, Microsoft, Apple e Intel, si distinguono anche in questo caso per la generosa proporzione di profitti reinvestita in ricerca. Ma la maggior parte delle aziende USA, da questo punto di vista, è alla pari con la maggior parte delle cinesi.

Per completare l'analisi, c'è da considerare il fatto che le aziende cinesi sono giovani rispetto alle loro controparti statunitensi, e hanno a disposizione budget minori. Ancora più importante, in molti casi l'investimento si traduce nell'acquisto di società più piccole: "parte di ciò che vediamo nella R&D è l'outsourcing dell'innovazione in Cina", sostiene Sabrina T. Howell (assistente professore di finanza alla New York University’s Stern School of Business).

Ultimo e importantissimo dettaglio è il costo del lavoro, sempre centrale quando si parla di Asia e paesi in via di sviluppo. Vale anche per i ricercatori specializzati: la Cina produce circa nove volte il numero di laureati in materie STEM rispetto agli USA, e questo si riflette nel costo degli stessi. In altre parole, spendendo le stesse cifre in Cina prendono più persone, ricorda il firmatario della ricerca Barry Jaruzelski.

Il quadro generale dunque sta cambiando, e "non sarebbe uno shock se le linee si incrociassero nei prossimi dieci anni", aggiunge Jaruzelski.