Aquila 100, non chiamatelo drone ma sistema di sorveglianza

Aquila 100 non è un drone classico ma un vero e proprio sistema di sorveglianza basato su tecnologia israeliana, capace di rilevare un uomo in un bosco a 10 km di distanza, anche di notte.

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a cura di Alessandro Crea

Non chiamatelo drone solo perché è un quadricottero, sarebbe riduttivo. Il suo nome è Aquila 100 ed è un vero e proprio sistema di sorveglianza e intelligence. Basato su tecnologia israeliana, è stato sviluppato però in Italia grazie all'iniziativa di Ugo Vittori, ex poliziotto della squadra mobile e ora titolare dell'agenzia di investigazioni Eagle Keeper di Bologna. Costa oltre 1 milione di euro ed è già stato visionato da Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza e persino forze d'elite, tutti impressionati dalle capacità di questo sistema.

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Ma cosa fa di tanto particolare Aquila 100? Compatto e leggero, pesa solo 3,3 kg, il super drone è dotato di un cuore che integra diversi sensori avanzatissimi e una termocamera ed è in grado di scorgere un uomo in un bosco a 10/12 km di distanza, sia di giorno che di notte. Non solo: Aquila 100 può anche capire se l'uomo in questione è armato o meno e può rilevarne le impronte digitali lasciate sulla corteccia di un albero al suo passaggio.

In grado di lavorare con temperature da -10 a +45°C, Aquila 100 ha un puntatore laser invisibile a occhio nudo col quale è in grado di "agganciare" il target e seguirlo, a prescindere dai movimenti eseguiti da quest'ultimo. L'autonomia poi non è un problema, perché il super drone può restare in volo stazionario anche per mesi. Grazie infatti a un particolare cavo può essere connesso a un pick up a terra dotato di un generatore, che può alimentarlo indefinitamente. Dal cavo inoltre passano anche i dati, cifrati in tempo reale, che possono poi essere trasferiti ovunque nel mondo.

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Insomma Aquila 100 è davvero straordinario e molte questure ci stanno già facendo un pensierino, ad esempio per monitorare i concerti importanti, che raccolgono migliaia di persone. Ma in Israele è già impiegato anche a bordo di navi e nella striscia di Gaza per scovare missili in arrivo ed è in grado ovviamente di sorvegliare anche infrastrutture sensibili come dighe, porti, stazioni aeree o ferroviarie e centri abitati. In Italia per il momento ci sono solo quattro piloti abilitati alla sua guida, tra cui una donna, Barbara Manfredi. In futuro, se al concerto vedrete un drone fermo in volo, con un cavo che scende verso terra, saprete di essere al sicuro.


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