Arrestata la cyber-spia cinese dell'F-35: è un freelance

La cyber-spia che avrebbe sottratto documenti e progetti segreti del Boeing C-17, i Lockheed Martin F-22, F-35 e altri velivoli è stata arrestata in Canada. Si tratta di un cinese, esperto di tecnologia aerospaziale.

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a cura di Dario D'Elia

La spia informatica che avrebbe sottratto documentazione segreta riguardante il Lockheed Martin F-22, e altro materiale sensibile, è stata arrestata il 28 giugno in Canada. Si tratta di Su Bin, un cittadino cinese, proprietario di Beijing Lode Technology, un'azienda specializzata in tecnologia aerospaziale.

Il Wall Strett Journal ha svelato le tensioni tra Stati Uniti e Cina sul cyber-spionaggio sono altissime, anche perché la spia avrebbe collaborato tra il 2009 e il 2013 con altri cospiratori cinesi. Rircordate l'articolo "Hacker cinesi spiano il caccia USA del futuro"?. Nel documento di 50 pagine redatto dalla Procura si parla di progetti e documenti segreti riguardanti il Boeing C-17, i Lockheed Martin F-22 e F-35, nonché altri mezzi di noti fornitori della Difesa.

Il problemino al motore dell'F-35

Al momento gli inquirenti parlano di un'azione indipendente e non di un coinvolgimento diretto della Cina, come invece era avvenuto per i cinque ufficiali arrestati a maggio per spionaggio ai danni di aziende statunitensi. Resta il fatto che ancora una volta Washington appare in difficoltà: che si tratti di freelance o militari le cyber-difese non sembrano essere adeguate.

"Rimaniamo molto preoccupati per il cyber-furto di informazioni riservate," ha detto un portavoce del Dipartimento di Giustizia. "I cospiratori sono accusati di essere entrati nelle reti informatiche di appaltatori della Difesa degli Stati Uniti senza autorizzazione e rubato i dati relativi agli aeromobili militari e sistemi d'arma".

Intanto, ironia della sorte, il debutto inglese dei primi quattro F-35B al Royal International Air Tattoo e all'air show di Farnborough è stato annullato. I tecnici statunitensi stanno ancora cercando di far luce sul recente incendio generato dal motore Pratt & Whitney di un esemplare.

"In questo momento, non ho informazioni sufficienti per restituire la flotta F-35B e F-35C al volo," ha dichiarato il vice ammiraglio David Dunaway, che dirige il Comando aereo della Marina.

Da rilevare che l'F-35B è la variante a decollo corto e atterraggio verticale, che l'Italia ha ordinato in 30 unità. Gli altri 60 sono i F-35° ad atterraggio e decollo convenzionale.