Assoprovider si schiera contro D'Alia & Co.

Assoprovider, l'associazione degli ISP italiani, ha divulgato un comunicato stampa, per dire la sua sulle recenti proposte per regolamentare la rete.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Anche Assoprovider, che riunisce gli ISP italiani, si schiera contro i ddl che vogliono mettere un freno alla libertà in rete, che mettono in evidenza la "scarsa conoscenza del mezzo (Internet) e la sua colpevolizzazione insieme ad una sorta di rinuncia a perseguire il vero colpevole dei reati commessi sulla rete", si legge sul comunicato stampa.

L'emendamento D'Alia, il DdL Carlucci e quello Barbareschi porterebbero a "conseguenze gravissime: perdita di diritti civili e costituzionali, adozione di pratiche di censura, obblighi identificazione preventiva, attribuzione di compiti di polizia ad entità private".

Una conferenza sul tema della regolamentazione di Facebook, qualche mese fa.

L'ISP, si legge, diventa allo stesso tempo "sia la guardia che il ladro",  dovendosi assumersi la responsabilità di controllare gli utenti, e allo stesso tempo quella delle loro azioni. E per giunta a sue spese. Le misure sarebbero, inoltre, "insufficienti nel perseguire lo scopo che si prefiggono", proprio per la natura della rete, nella quale i meccanismi di elusione nascono quasi allo stesso tempo delle regole.

Ricordano, infine, che secondo la legge Italiana un imputato è innocente fino al giudizio finale, e che non deve subire nessun danno fino a che non si pronunci tale giudizio.

"Sembra che le libertà fondamentali individui passino in secondo piano, rispetto a un controllo che non si riesce ad ottenere". Si deve pensare alla Società dell'Informazione come modello della società del futuro, "smettendo di far calare dall'alto norme che spesso denotano scarsa conoscenza degli argomenti trattati, e coinvolgendo in modo permanente i cittadini e gli addetti ai lavori".

"Assoprovider si opporrà ad ogni tentativo di attribuire agli ISP il ruolo di Poliziotti della Rete. Ci auguriamo che i parlamentari respingano questi DdL, che rischiano di far pervenire all'Italia provvedimenti in sede internazionale ed europea ed accuse di censura".