Banda larga, ecco il Progetto Italia Digitale

Confindustria ha confezionato Progetto Italia Digitale, un piano che con 200 milioni di euro del Piano Romani consentirebbe di incrementare la diffusione della banda larga. L'idea è che connettendo prima le imprese e poi le famiglie si possa disporre di maggiore domanda.

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a cura di Dario D'Elia

Confindustria con Progetto Italia Digitale vuole proporre al Governo una nuova strategia per la diffusione della banda larga. La prima considerazione è che una rivoluzione di questa portata consentirebbe di risparmiare 30 miliardi di euro all'anno. La redazione è stata curata da Confindustria Servizi Innovativi, e ha visto il coinvolgimento diretto anche del suo presidente Stefano Pileri, ex responsabile della rete del gruppo Telecom Italia.

Attività online in Italia

"Quando abbiamo deciso di lanciarci in questa iniziativa il primo obiettivo non è stato quello di supplire ad un vuoto, che pure è evidente a tutti, di progettualità sull'innovazione legata alle nuove reti. Abbiamo prima di tutto pensato a quello che potevamo fare noi di positivo
, di fattivo, costruttivo, per uscire da questo stallo", ha spiegato Pileri a La Republlica.

"Insomma, in Europa si stanno muovendo tutti, dalla Gran Bretagna, la prima a partire, alla Francia, dalla Germania alla Spagna. Da ultimo è arrivato il piano Usa, Connecting America. Non potevamo più stare fermi. Mi auguro che questa proposta di piano globale per l'efficienza, la competitività e la sostenibilità del Paese sia raccolta anche dalle istituzioni".

Bisogna riconoscere che Confindustria non è caduta nella trappola dei dati fasulli. Riconosce infatti l'esistenza di servizi ADSL teorici e reali, in relazione alle prestazioni raggiunte. Ecco quindi scoprire che in 35 distretti industriali italiani campione (sui complessivi 59) ben il 95% gode di copertura a banda larga "teorica". L'ADSL "reale", in verità, è disponibile solo in cinque distretti.   Gli obiettivi quindi sono di portare la banda larga nelle case (dal 45% all'80%), nelle aziende (dal 66% al 100%) e in tutte le strutture pubbliche. Per fare questo, secondo Pileri, bisognerebbe affidarsi a tutte le tecnologie disponibili: ADSL, fibra, Wimax e Hyperlan.

Completamente ribaltata la dinamica di implementazione sul territorio: prima le aziende con connessioni di almeno 20 Mega e poi le famiglie. Il tutto entro il 2012 investendo ovviamente anche sulla fibra, per poi arrivare al 2014 con il tessuto produttivo e la rete amministrativa coperti dai servizi.Insomma, Confindustria è convinta che la domanda non manchi. Basterebbero 200 milioni di euro di questi fatidici 800 milioni del progetto Romani per riaccendere il motore italiano della banda larga.