Battaglia tra i codec H.264 e VP8: indagini Antitrust

Il duro confronto tra il consorzio MPEG LA e Google sui codec è a una svolta: la Giustizia statunitense indaga sui rischi di trust. Microsoft e Apple non si sono fatte sentire ma è evidente che il codec royalty-free VP8 è pericoloso.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Il consorzio MPEG LA, capitanato da Microsoft e Apple, è indagato per le azioni di disturbo attuate contro Google. Come abbiamo anticipato a gennaio (Google Chrome dice addio a H.264, WebM è il futuro), la battaglia tra i codec H.264 e VP8 è entrata nel vivo. Non a caso MPEG LA ha iniziato a dare la caccia ai brevetti che si nascondono dietro al formato video WebM di Google. Quest'ultima mossa non deve essere piaciuta al Dipartimento di Giustizia, che ha iniziato a rilevare il rischio della creazione di un vero e proprio cartello capace di controllare il mercato licenziatario dei codec.

MPEG LA

Insomma, il tema del contendere è se sia giusto che un'azienda o un consorzio possa vantare diritti così forti sulla creazione o il broadcasting video del futuro HTML 5 – i codec in questione infatti saranno chiave. 

MPEG LA ovviamente ha ribadito di non essere intenzionata a uccidere la competizione (Google, NdR). Sostiene di voler semplicemente offrire un servizio per i detentori dei brevetti, con un approccio agnostico nei confronti del formato che potrebbe prevalere.

"Siamo effettivamente un negozio conveniente per le licenziare brevetti", ha dichiarato Larry Horn, responsabile MPEG LA. "Non abbiamo cani che partecipano alla lotta".

A dir poco inspiegabile l'affermazione di Horn, considerando che il consorzio gestisce le licenze dei 1700 brevetti che si nascondono dietro allo standard H.264, e che avrebbe solo da perdere dall'affermazione di un codec gratuito – come il VP8.

"Tutti i codec video sono coperti da brevetti", disse Steve Jobs tempo fa. "Sfortunatamente, solo perché qualcosa è open-source non vuol dire o garantisce che non violi altri brevetti".