Bitcoin in cambio di euro falsi, anche in Italia. Europol arresta 235 persone

L'operazione è nata dall'arresto di un singolo falsario, ma si è allargata fino a coinvolgere almeno 235 persone.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

235 persone sono in stato di arresto per avere cercato di sfruttare il Dark web con lo scopo di comprare e vendere banconote false. L'operazione si è svolta tra il 19 novembre e il 6 dicembre e ha visto perquisizioni in 300 abitazioni, venti delle quali in Italia. Sono stati tredici, invece, i paesi coinvolti.

Le perquisizioni hanno portato al ritrovamento di armi, droga e circa 1.500 banconote false, ma anche di portafogli digitali in Bitcoin e altre criptovalute, nonché di hardware per il mining. Denaro digitale che, pare, veniva usato per comprare euro falsi. Tutto è partito da un arresto dello scorso giugno, in Austria, di un individuo che falsificava banconote da 10, 20 e 50 euro e poi le vendeva appunto tramite il Darkweb.

L'analisi delle transazioni ha permesso di avviare le successive indagini, che hanno poi portato alla scoperta di un mercato online, e successivamente agli arresti dei giorni scorsi. Forse le persone finite nelle maglie della giustizia credevano che il darkweb offrisse garanzia di anonimato, ma almeno in questo caso non è stato così.

"Questo sforzo congiunto", afferma il vice direttore operativo Europol Will van Gemert, "evidenzia come l'anonimato totale su Internet e la Darknet non esista. Se vi fate coinvolgere in attività illegali online, prima o poi la polizia verrà a bussare alla vostra porta".

L'operazione in effetti mostra al di là di ogni dubbio che la cosiddetta "rete oscura", fatta di server temporanei difficili da raggiungere e comunicazioni crittografate, non è necessariamente un territorio di impunità. Per le Forze dell'Ordine la sfida resta molto difficile, certo, ma prendere i colpevoli non è una missione impossibile. Soprattutto se si illudono che basti usare certe soluzioni tecniche per essere nella classica botte di ferro. E infatti Europol di recente ha abbattuto diverse reti clandestine dedite al commercio di beni contraffatti.

Sembra purtroppo di combattere contro un'Idra digitale, e ogni volta che si ottiene un risultato sembra che crescano altre due, tre, cento nuove teste criminali. Sembra che ogni successo possa solo intaccare il monolito del crimine online, ma forse questa è la natura del gioco, e non ci resta che adeguarci e imparare a conviverci.

Operazioni come queste comunque ci aiutano a ricordare che i "cibercriminali" non sono irraggiungibili figure mitologiche, ma persone in carne e ossa che, almeno ogni tanto, si possono fermare. E a volte basta una piccolezza come questa a cambiare punto di vista.

La rete nascosta è un mondo di criminali? Oppure c'è qualcos'altro? Scopritelo nel libro inchiesta di Carola Frediani.