Blockbuster in bancarotta, la fine di un mito anni 90

Blockbuster ha richiesto il cosiddetto Chapter 11, ovvero la bancarotta controllata. Si parla di ristrutturazione, riduzione del debito e revisione del modello di business. In ogni caso numerosi punti vendita saranno chiusi.

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a cura di Dario D'Elia

Blockbuster è ufficialmente in bancarotta controllata: negli Stati Uniti è stata avviata la procedura Chapter 11. La normativa fallimentare consente di procedere con ristrutturazioni orientate al risanamento. Ecco quindi l'opportunità di ricapitalizzare per ridurre il debito dall'attuale miliardo di dollari a circa 100 milioni o meno – ovviamente a completo regime.

Blockbuster, chiamandosi come una bomba il destino era segnato

Questo non vuol dire che ogni attività stia per cessare ma solo che sarà attuato un piano di tagli - con tutti gli effetti collaterali del caso - e rivisto il modello di business. D'altronde ormai si poteva fare ben poco con asset pari a 1,02 miliardi di dollari e un debito di 1,46 miliardi. 

I chioschi situati all'estero continueranno ogni attività, anche se si prevede una riduzione dei punti vendita di circa il 50%

Il Web certamente ha qualche responsabilità in questa debacle, ma secondo gli analisti il management statunitense ha peccato di immobilismo. Di fronte alla rivoluzione digitale l'avversario Netflix ha reagito con nuovi servizi online, Blockbuster non è riuscito a frenare l'emorragia di clienti.

Aggiornamento. Blockbuster Italia ha diffuso un comunicato. "Questo processo (Chapter 11) è finalizzato a dare a Blockbuster U.S. una posizione finanziaria più solida in modo che possa continuare ad attuare il suo piano strategico e trasformare il suo business model. Tutte le filiali e i franchisee, che sono entità separate per legge, non sono incluse nella procedura e non sono in alcun modo parte dei procedimenti del Capitolo 11. I negozi di Blockbuster in Italia non sono interessati dal processo del capitolo 11. Tutte le promozioni e i programmi per i consumatori continueranno normalmente, e tutti i vendor continueranno ad essere pagati come sempre".