Brexit: libero scambio con gli USA, a patto che la "Web tax" non penalizzi i colossi hi-tech

L'accordo di libero scambio post-Brexit tra USA e Regno Unito potrebbero essere condizionati dalla futura Web tax britannica.

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a cura di Dario D'Elia

L'Amministrazione Trump, secondo più fonti autorevoli, sarebbe pronta a congelare un eventuale accordo di libero scambio post-Brexit con il Regno Unito nel caso venisse approvata l'attesa Web tax ai danni dei colossi hi-tech statunitensi.

Il quotidiano The Telegraph venerdì ha rivelato che la minaccia sarebbe stata recapitata "a più livelli" del governo britannico. Le fonti sostengono che membri chiave del Congresso degli Stati Uniti, fondamentali per l'eventuale approvazione di un accordo, si sarebbero sbilanciati pesantemente sull'argomento.

La nuova "Web Tax" infatti dovrebbe essere approvata in autunno ed entrare in vigore a partire da aprile 2020 tassando al 2% tutti i ricavi di motori di ricerca, social media e grandi piattaforme e-commerce. L'ex cancelliere Philip Hammond aveva stimato in oltre 400 milioni di sterline le nuove potenziali entrate fiscali entro il 2022; il nuovo cancelliere Sajid Javid però non si è ancora espresso al riguardo.

I rapporti tra il presidente Donald Trump e il Primo Ministro Boris Johnson per ora sona idilliaci, ma questa emergente criticità potrebbe rendere più complicata ogni trattativa commerciale.

"Non ci dovrebbero essere trattative su un accordo commerciale fintanto che una tassa sui servizi digitali è perseguita dalla Gran Bretagna", ha dichiarato Ron Wyden, il più anziano democratico del comitato finanziario del Senato Durante. Dello stesso avviso il senatore repubblicano Chuck Grassley che è presente nello stesso comitato.

"Il Primo Ministro e il Presidente hanno ripetutamente espresso il loro impegno a raggiungere un ambizioso accordo di libero scambio tra Regno Unito e Stati Uniti e ad avviare negoziati il ​​prima possibile dopo che abbiamo lasciato l'UE, più recentemente nella loro telefonata la scorsa settimana", ha dichiarato un portavoce del Dipartimento del Commercio internazionale. "Abbiamo gettato le basi per i negoziati attraverso il nostro gruppo di lavoro sul commercio e gli investimenti e ora ci stiamo preparando ad avviare i negoziati il ​​più presto possibile". Negoziati che sembrano avere già almeno una condizione sul tavolo.