Canone Rai Speciale: se guardi la TV su PC non devi pagarlo

Negli ultimi giorni aziende, società e professionisti hanno ricevuto le richieste di pagamento del Canone Rai Speciale. Il problema è che in molti casi non è dovuto.

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a cura di Dario D'Elia

Come si può boicottare qualsiasi dibattito sul futuro della Rai e del canone? Spedendo bollettini a pioggia a qualsiasi azienda, società o professionista. Da 203,70 euro a 6.789,40 euro a chiunque, senza badare troppo ai dettagli.

Si parla del cosiddetto "Canone Speciale Rai" che dovrebbero pagare tutte le attività professionali "che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell'ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto".

Diretta su PC

Ora, è evidente che il tempismo fa la differenza. Proprio adesso che fervono i lavori per ridisegnare il futuro della Rai scatta una delle azioni più antipatiche (e scomposte) che si possano immaginare. E non si parla di legalità, anche se il Canone Speciale è evaso dal 73% degli esercizi (pesa solo per 60mila euro sul computo totale). Bensì di un'operazione su larga scala che sta toccando l'intera penisola: invece che missili intelligenti si è preferito il napalm. Ovviamente è montata la protesta perché molti professionisti dispongono solo di PC, che lo stesso regolamento esenta da qualsiasi pagamento.

"Di per sé i personal computer, anche collegati in rete (digital signage o simili), se consentono l'ascolto e/o la visione dei programmi radiotelevisivi via Internet e non attraverso la ricezione del segnale terrestre o satellitare, non sono assoggettabili a canone", si legge nella nota 2012 del Ministero dello Sviluppo Economico.

Però al solito chi riscuote sul territorio ha fatto finta di dimenticare e così i centralini sono impazziti e davanti agli uffici si sono create code. Il bollettino senza data di scadenza e con lettera in abbinamento trae in inganno – dicono gli sfortunati - risulta poco chiaro soprattutto nei riferimenti all'esenzione.

Poi alla fine si scopre che si tratta di "lettere informative, non cartelle esattoriali", come ha spiegato Marco Zuppi, direttore Rai Canone. "Sono state spedite comunicazioni dirette a varie tipologie di attività come: attività manifatturiere, di noleggio, artigianali, informatiche, alimentari, aziende di servizi, agenti di commercio". Insomma "un servizio di consulenza che la Rai fornisce ai contribuenti […] una comunicazione informativa che chiarisce i presupposti di pagamento in una fase precedente rispetto all'eventuale accertamento tributario".

Il lettore arguto avrà capito che in questo momento è in atto una battaglia. Da una parte chi vuole che la Rai rimanga tale e quale, anche a costo del discredito. Dall'altra chi spinge per un cambiamento che punta a scardinare lo status quo.