Capire i gatti e gli altri animali? L'IA può renderlo possibile

Diversi studiosi sono al lavoro per sfruttare l'intelligenza artificiale per capire e tradurre versi ed espressioni degli animali.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

L’intelligenza artificiale potrebbe rendere reale ciò che molti sognano da tempo: capire cosa ci dicono cani e gatti, ma anche altri animali, come i cavalli. Alcuni ricercatori stanno infatti sfruttando le nuove tecnologie per capire e tradurre i significati dietro i segnali degli animali, fisici o vocali che siano.

Già in passato diversi studi hanno evidenziato che i gatti possono produrre una miriade di espressioni facciali per interagire con gli esseri umani, mentre una nuova ricerca ne ha evidenziate 276 quando interagiscono con altri gatti. Daniel Mills, professore di medicina comportamentale veterinaria presso l’Università di Lincoln, ha partecipato a questi studi e ora sta lavorando a una nuova ricerca, per cui afferma che "Potremmo utilizzare l'IA per insegnarci molto su ciò che gli animali stanno cercando di dirci", inoltre queste nuove tecnologie potrebbero svelare anche caratteristiche relative alla biologia e alla psicologia di questi animali.

La dottoressa Brittany Florkiewicz, professore assistente di psicologia al Lyon College in Arkansas, aggiunge un elemento interessante a quando scoperto finora dai ricercatori: a quanto pare, “le espressioni facciali che producono verso gli esseri umani sembrano diverse da quelle prodotte verso i gatti".

Potremmo utilizzare l'IA per insegnarci molto su ciò che gli animali stanno cercando di dirci

L’intelligenza artificiale è uno strumento fantastico per classificare le immagini, per questo Mills e gli altri vogliono insegnarle a identificare specifiche caratteristiche, come la posizione delle orecchie, che già sappiamo essere fondamentale per l’espressione di certe emozioni. Lo studio sta anche valutando l’ipotesi di permettere all’IA di stabilire le proprie regole di classificazione: "Potrebbe evidenziare le regole che utilizza per distinguere i set di dati, il che può mostrarci dove cercare il modo migliore per distinguere determinate espressioni".

Mills ha poi dichiarato che l’intelligenza artificiale potrebbe essere usata anche per il benessere degli animali: un esempio fatto dal ricercatore è quello di usare l’IA per esaminare i volti delle mucche in una fattoria per cercare segnali di dolore durante la mungitura, così da “misurare” la felicità dell’animale e poter agire di conseguenza, migliorando le condizioni quando soffre. La dottoressa Elodie Briefer, professore associato di ecologia ed evoluzione presso l'Università di Copenaghen, ha dimostrato che l’IA può essere usata per classificare i versi dei maiali e capire quali sono felici e quali no. “In caso di aumento delle chiamate negative, l'agricoltore può verificare cosa sta accadendo, o se mette in atto nuove misure, come l'arricchimento, può vedere se ci sono più chiamate positive in aumento, ad esempio”.

Anche il professore Christian Rutz dell'Università di St Andrews pensa che la tecnologia abbia un grande potenziale. "I metodi di apprendimento automatico trasformeranno la nostra comprensione della comunicazione animale, creando opportunità preziose per migliorare la conservazione della fauna e il benessere degli animali”.

Di certo non mancano le insidie: tutti gli studiosi concordano sul fatto che bisogna definire delle norme etiche per queste ricerche, soprattutto quando si cerca di comunicare con gli animali nel loro “linguaggio” senza prima averlo compreso del tutto, così da evitare danni o abusi non intenzionali.

Immagine di copertina: liakoltyrina