Card-sharing pirata ai danni di Sky e Mediaset: sgominata una gang italiana

La Guardia di Finanza di Trento ha individuato una banda specializzata in card-sharing per le pay-TV.

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a cura di Dario D'Elia

La Guardia di Finanza di Trento ha smantellato un'altra organizzazione dedita al cosiddetto "card sharing" legato alle pay TV Mediaset Premium e Sky. Nelle ultime 24 ore la GdF, con il supporto del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche, ha dato corso a 92 provvedimenti di perquisizione e sequestro in Trentino Alto Adige, Lazio, Abruzzo, Veneto e Calabria.

L'indagine è durata quasi un anno e ha portato all'individuazione di una base ad Avezzano (AQ), nonché a sequestri in tutta Italia di numerosi decoder ed apparati informatici nonché decine di hard disk, utilizzati sia dagli associati sia dai clienti.

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"Le Fiamme Gialle Trentine hanno individuato e sottoposto a sequestro un'evoluta postazione informatica connessa alla rete che costituiva la base operativa da dove venivano decodificati i segnali audiovisivi protetti e trasmessi in tempo reale via web ai clienti, attraverso alcuni server di "appoggio" altamente performanti situati all'estero", si legge nella nota ufficiale di Digital Content Protection.

"A fronte di un canone mensile, l'organizzazione forniva ai clienti le keys digitali di accesso ai server esteri, necessarie per leggere in chiaro tutti programmi televisivi a pacchetto e pay per view di alcune tra le maggiori società di settore,  attraverso apparati in gran parte forniti dalla stessa organizzazione (decoder client) già modificati per la ricezione delle trasmissioni O.I.P. (over internet protocol)".

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In pratica il gruppo pirata vendeva la totalità dei pacchetti e programmi televisivi forniti a pagamento dall'emittente televisiva, con un risparmio che arrivava anche all'80% del listino ufficiale, a cui si affiancava un'assistenza h24, 7 giorni su 7, sia online (telefonica ed in remoto via internet), sia a domicilio.

Si parla di frode informatica a livello nazionale (art. 171-octies della legge n. 633/1941 ed art. 640-ter del codice penale). "In particolare, dall'attività tecnica svolta è emerso che la stessa organizzazione rivendicava, nel tempo, alcune centinaia di clienti in tutta Italia, tra cui gli attuali destinatari dei provvedimenti di perquisizione emessi dall'Autorità Giudiziaria di Trento, individuati anche attraverso diversi accertamenti finanziari su carte prepagate e conti correnti", prosegue la nota.

Il danno economico è stato stimato in 1 milione di euro.

Sono stati denunciati tutti i componenti dell'associazione per delinquere e i clienti rischiano sanzioni penali a causa dell'impiego di decoder modificati e accesso a illecito servizio.