Caro Ministro Franceschini l'equo compenso è anacronistico

Ci rivolgiamo direttamente al Ministro per la Cultura Franceschini per fargli notare che l'equo compenso com'è stato pensato nel 2009 è anacronistico. Oggi la copia privata è solo un'operazione di emergenza.

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a cura di Pino Bruno

Anacronismo, si legge sullo Zingarelli 2014, "è ciò che è in contrasto col suo tempo". Ecco, gentile ministro Dario Franceschini, la sua non-tassa sul digitale, il suo equo compenso, ovvero il contributo per la copia privata, è decisamente anacronistico. Senza se e senza ma. Non (solo) per le motivazioni espresse da Confindustria Digitale (che rappresenta un pezzo importante dell’economia del nostro Paese). Non solo per quel che sostengono le associazioni dei consumatori. Non solo per quel che detta la logica.

Il Ministro della Cultura Dario Franceschini

L'aumento delle tariffe è anacronistico soprattutto perché ormai non esiste più la copia privata. Non la fa più nessuno perché ormai è quasi tutto streaming, quasi tutto cloud. E già, la copia privata si sta smaterializzando, gentile ministro. Il suo predecessore, Massimo Bray, aveva sentito puzza di bruciato e aveva commissionato uno studio. Un sondaggio – ieri Tom's Hardware ne ha pubblicato un ampio stralcio – che Lei ha ignorato perché non congeniale al carrozzone SIAE.

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Sia ben chiaro: autori ed editori sono un bene prezioso che va tutelato dalla pirateria selvaggia. Non imponendo odiosi balzelli su copie private che nessuno fa più. Vuol sapere cosa faranno gli italiani per aggirare questa ennesima, odiosa, non- tassa sul digitale? Acquisteranno online nei negozi europei. Il Suo anacronistico intervento, gentile ministro Franceschini, farà la fortuna di Amazon UK e altri negozi online europei avvantaggiati anche da un'IVA più leggera.