Unire 15 schermi in un large display da 72 milioni di pixel a 100 dpi. Questa l'idea Microsoft Research nel settore dei large e public display, basata sul concetto di modularità. La constatazione di partenza che ha ispirato il progetto è la crescita esponenziale del costo di produzione che si osserva al crescere della diagonale desiderata.
Parlando di installazioni pubbliche, lo schermo gigante (2160 pollici) del Cowboys Stadium di Arlington (Texas) è costato, ad esempio, qualcosa come 40 milioni di dollari. La complessità del dispositivo di controllo è inoltre molto elevata: 30 milioni di lampade LED a 18 dpi vengono separate in sotto-pannelli controllati, ciascuno, da un PC dedicato.
La soluzione Microsoft, battezzata vX, utilizza invece 15 display ciascuno con una sua elettronica on-board, controllati da un solo PC. Utilizzando display convenzionali, inoltre, la risoluzione è naturalmente molto più elevata, - 100 dpi - il che ne rende possibile la visione anche a breve distanza.
Non siamo in effetti certi dell'utilità di un maxischermo adatto per la visione a breve distanza, se non all'interno delle sale controllo nei film di 007, dove il cattivo di turno tiene sotto controllo la mappa globale per pianificare i suoi attacchi. Forse nemmeno Microsoft stessa ne vede l'utilità come TV, tanto è vero che, parlando di evoluzioni e possibili sbocchi futuri del progetto, il team leader parla di ... carta da parati!
Si, avete letto bene. Microsoft sogna un futuro in cui l'elettronica di controllo sia tanto sottile da poter essere integrata in un foglio di carta, e in cui i display si compreranno "al metro", come la pizza, per tappezzare completamente le pareti di casa. Si risparmierebbe un sacco di tempo in tinteggiatura: non piace più il colore o il motivo? Basta cambiare immagine di sfondo!