Conclusioni

La ricercatrice Lucia Pallottino ci racconta qualche dettaglio sul robot umanoide WALK-MAN.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Conclusioni

L'intervista con la Dott.sa Lucia Pallottino (nell'immagine) ci ha aiutato a capire un po' meglio cosa significa realizzare un robot umanoide nel 2013, e soprattutto a tracciare i limiti tra il realistico e l'immaginario. Nel futuro immediato potremo realizzare macchine che ci somigliano alla lontana, ma dotate di capacità relativamente limitate.

Limitate ma incredibili. Sì, perché pensare a una macchina che può entrare nella zona di un disastro, salire scale, individuare possibili superstiti, rimuovere macerie, afferrare maniglie, e fare tutto questo magari in totale autonomia, è davvero incredibile.

Siamo ancora ben lontani da robot fin troppo umani come quelli che ci ha raccontato Asimov, o il commovente David di A.I. – Intelligenza Artificiale. E meno male, perché come ci ha ricordato la ricercatrice il problema non è tanto nell'evoluzione tecnologica, che comunque procede, ma il rapporto di noi esseri umani con queste macchine.

In questo senso sarà un bene se il WALK-MAN e i suoi simili diventeranno oggetti presenti nel nostro quotidiano. Perché hanno ancora l'aspetto di macchine, che ricordano solo remotamente l'essere umano, e forse sono un buon metodo per abituarci all'idea. Se poi un giorno questi oggetti ci dovessero rubare il lavoro, speriamo che si concretizzi anche la visione di Federico Pistono