Crollo delle azioni Apple, ecco chi le sta rastrellando

Dopo una trimestrale sotto le attese le azioni di Apple hanno perso l'8%. Parallelamente l'investitore attivista Carl Icahn acquista azioni a 500 milioni alla volta per mettere pressione sul consiglio di amministrazione e Tim Cook.

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a cura di Manolo De Agostini

Il titolo di Apple ha perso il 7,99% a Wall Street, dopo la trimestrale sotto le attese di ieri. Le azioni sono passate dai 550,5 dollari dell'apertura ai 506,50 dollari della chiusura, con un calo di 44 dollari. Come emerso dopo pochi minuti dalla comunicazione dei risultati, gli investitori non hanno gradito il numero di iPhone venduti - 51 milioni contro un consensus degli analisti di 55 milioni - e l'outlook.

Per il trimestre in corso Apple ha infatti previsto un fatturato tra i 44,2 e i 44,4 miliardi di dollari, sotto le aspettative fissate a quota 44,6 miliardi grazie all'accordo con China Mobile per la vendita di iPhone. Un calo forte, ma le azioni di Apple sono molto volatili negli ultimi 12 mesi: si è passati dai 385 dollari di aprile ai 575 dollari di dicembre.

Ed è in tutto questo balletto di cifre che si è inserito l'imprenditore statunitense Carl Icahn, che nell'arco di 10 giorni ha acquistato azioni Apple per svariati miliardi. L'ultimo investimento di 500 milioni, per un totale di oltre 4 miliardi, è stato effettuato nelle scorse ore, con tanto di annuncio sul proprio profilo Twitter. Perché Icahn sta facendo tutto questo? Ovviamente per soldi, ma c'è una strategia.

Lo scorso agosto Icahn aveva parlato di azioni Apple "estremamente sottovalutate" e dopo un incontro con Tim Cook aveva bollato la manovra di riacquisto delle azioni varata dalla casa di Cupertino come insufficiente e di proporzioni inadeguate. Icahn spingeva per un buyback di 150 miliardi, per poi abbassare il tiro, ma nei giorni scorsi non ha lesinato attacchi.

"Ritengo che il consiglio di amministrazione di Apple stia perpetrando un grande disservizio agli azionisti non aumentando in modo netto il riacquisto delle azioni". Il buyback si effettua per diversi motivi: sostenere o difendere la quotazione del titolo; ostacolare l'ingresso di soci "non graditi"; disporre di azioni da scambiare con una partecipazione in un'altra società; in vista di una riduzione di capitale sociale non ancora deliberata ma programmata.

Nel caso specifico è il primo punto a dettare l'azione di Apple e le pressioni di Icahn. La casa di Cupertino ha 158,8 miliardi di dollari di liquidità (+12 miliardi nell'ultimo trimestre) e l'imprenditore desidererebbe fossero usati per un riacquisto più cospicuo. Apple sinora non ha voluto sentire ragioni e per questo Icahn sta cercando di aumentare il proprio peso in società, facendo man bassa delle azioni. D'altronde se lo chiamano investitore attivista - Yahoo e Dell ne sanno qualcosa - un motivo ci sarà.