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a cura di Elena Re Garbagnati

Tutti gli strumenti che abbiamo visto finora stanno studiando la tempesta di sabbia dall'alto. L'unico a seguirne l'evoluzione dal suolo marziano è il rover Curiosity, che grazie alla propulsione nucleare è per lo più immune dai problemi causati dalla polvere e può raccogliere informazioni fondamentali.

Curiosity dispone di un gran numero di "occhi" che permettono di valutare l'abbondanza e le dimensioni delle particelle di polvere, in base a come si disperdono e a come assorbono la luce. Fra questi segnaliamo la Mastcam, la ChemCam e il sensore ultravioletto di REMS (Rover Environmental Monitoring Station). La suite di strumenti di REMS può anche aiutare a studiare le maree atmosferiche, ossia gli spostamenti di pressione che si muovono come onde attraverso l'aria.

A latere Curiosity approfitterà per raccogliere informazioni sui diavoli di povere, che tipicamente si verificano quando la superficie del pianeta è più calda dell'aria sopra di essa. Il riscaldamento genera vortici d'aria, alcuni dei quali raccolgono polvere e diventano diavoli di polvere. Durante una tempesta di polvere come quella in corso c'è meno luce solare diretta, quindi le temperature diurne sono più basse: questo potrebbe portare a un minor numero di diavoli di polvere che turbinano sulla superficie.