ddl Concorrenza, gli operatori cambieranno i contratti?

Il ddl Concorrenza entrerà in vigore domani con tante novità per la contrattualistica dei servizi TLC residenziali. Gli operatori si adegueranno subito?

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a cura di Dario D'Elia

Domani con l'entrata in vigore del ddl Concorrenza cambieranno davvero i contratti di telefonia e quelli per le pay TV? Dovrebbero, almeno secondo i legislatori, ma la strada non sarà facile. Prima di tutto bisogna partire dal testo del decreto che di fatto aggiorna una serie di principi normativi.Si parte dall'articolo 41 che regola le nuove modalità di recessione, che dovranno essere semplici e immediate come in fase di attivazione. Lo stesso vale nel caso di cambio gestore. Insomma, i vecchi sistemi potrebbero essere affiancati a quelli nuovi: da semplici interfacce grafiche, fino ad arrivare all'impiego di PEC o altri strumenti.

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Più delicata la questione del vincolo contrattuale che non potrà più essere superiore ai 24 mesi, anche nel caso di dispositivi abbinati. Quindi sarà bene prepararsi al trauma di vedere tutte le offerte all-inclusive (smartphone+tariffa) passare da 30 mesi a 24. Gli anticipi e le mensilità saranno più alte.

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Gli eventuali costi generati dal recesso anticipato dovranno essere "equi e proporzionati al valore del contratto e alla durata residua della promozione offerta".

I servizi offerti da terzi dovranno prevedere sempre l'esplicito consenso del cliente per l'attivazione. Insomma, questo dovrebbe risolvere il problema dei "click fantasma" soprattutto in ambito mobile.

Per le chiamate invece verso "numerazioni non geografiche", quelle che vengono impiegate ad esempio dai call center di numerose aziende, la tariffazione dovrà scattare a partire dalla prima risposta dell'operatore.

E per la fatturazione a 28 giorni?

Il dll Concorrenza si occupa di numerosi fronti, di cui abbiamo parlato a luglio, ma sulla fatturazione a 28 giorni non vi è alcun riferimento perché dovrebbe fare fede una delibera dell'AGCOM pubblicata a marzo (con recepimento entro 90 giorni).

In questa si fa esplicito riferimento al divieto di fatturazione a 28 giorni per i servizi di rete fissa - quindi telefonia, ADSL, fibra, etc. Le motivazioni sono legate al rincaro annuale dell'8,6% e alla minore trasparenza tariffaria. Sul fronte mobile l'AGCOM ha chiesto agli operatori "un intervento che garantisca una facile comparazione delle offerte e escluda la possibilità che ulteriori variazioni del periodo di rinnovo delle offerte commerciali nascondano, in realtà, aumenti del prezzo dei servizi interessati".

Com'è risaputo gli operatori del settore TLC non si sono adeguati. Solo Wind per le offerte mobili ha pubblicato il prezzo stimato con fatturazione mensile, pur mantenendo l'addebito a 28 giorni. Mentre Tiscali sul residenziale continua ad applicare la fatturazione mensile.

28 giorni

A questo punto bisognerà attendere settembre, o comunque l'autunno, per scoprire come reagirà l'AGCOM al mancato adeguamento degli operatori - che rischiano una sanzione massima di 2,5 milioni di euro.

Per altro c'è in ballo anche il caso Sky, che in estate ha annunciato il passaggio ai 28 giorni provocando le proteste di numerosi clienti. Il Consiglio dell'Autorità vaglierà la situazione. Da ricordare comunque che tutti gli abbonati hanno tempo fino al 30 settembre per disdire senza spese.

La difesa degli operatori comunque è nelle mani del TAR, che il prossimo febbraio terrà la prima udienza per valutare la legittimità della delibera AGCOM.


Tom's Consiglia

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